venerdì 29 maggio 2009

Un elenco telefonico

Un elenco telefonico del 1941 è il fil rouge del romanzo "Menschen in Berlin" di Jäckel Hartmut che racconta le storie di 250 persone scelte tra gli abbonati e le cui vite sono ricostruite attraverso brevi racconti: il quadro di una città nelle esistenze comuni e meno comuni dei suoi abitanti.

mercoledì 27 maggio 2009

Do be do

To do is to be (Nietzsche)
To be is to do (Kant)
Do be do be do (Sinatra)

Atterriamo a Gatwick

Atterriamo a Gatwick in perfetto orario, la giornata è molto bella l’aria è fresca. Faccio il biglietto e prendo il treno Gatwick-express che mi porta a Victoria Station nell’aeroporto vedo un supermercato con una parete, quasi un muro di solari e lo trovo strano nel paese della pioggia, ma tutto cambia. Il viaggio in treno mi mostra i sobborghi di London con le casette fatte di mattoni rossi tutte uguali, giardini curati, qualche bimbo che gioca a football. Avvicinandomi a London vedo le prime costruzioni che denotano uno sviluppo verticale, alberghi, centri congressi, residence di classe. Sceso in stazione controllo la piantina, ho optato per giungere a piedi in albergo anche perché nel tragitto passerò davanti ad alcuni monumenti. Mi incammino per Victoria street e subito noto umanità variegata, cinesi ed indiani, asiatici ed europei, diverse lingue ed idiomi, cellulare spento dopo un paio di sms e la Westminister Chatedral alla mia destra dopo poco mi ritrovo davanti la Westminster Abbey ed il Palace of Westminster con il Big Ben, sono le 19.30 c’è una splendida luce tiro fuori la macchina fotografica molto amata nel passato ed immortalo gli splendidi edifici. C’è una manifestazione contro le guerre in generale e quella dell’Afghanistan ed Iraq in particolare, più avanti un’altra manifestazione per la crisi economica che ha colpito anche London e la City. Prendo la Whitehall Parliament c’è ancora parecchia gente in giro, anche se il traffico mi sembra non eccessivo, arrivo a Trafalgare square c’è la National Gallery una delle mete previste vedo due ragazzi che si baciano nella piazza e i miei pensieri tornano nuvolosi sulla mia situazione. Prendo la Saint Martins e vedo i primi caratteristici pub oramai sono quasi le 20 ci sono diversi teatri e file enciclopediche fuori, c’è un clima di festa quasi da w-end invece è solo mercoledì. Si susseguono bistrot e ristoranti, un fiume di persone per le strade a cercare uno svago per la sera, prendo la Bloomsbury way giro a sinistra per la Southampton row ed arrivo all’albergo. Per ora ho parlato poco o niente, mi presento a Lisa mi consegna la scheda-chiave della stanza mi fa vedere dove serviranno il breakfast. La stanza è piccola, mi rinfresco, ci troviamo con Mario andiamo da Carluccio’s a mangiare dei ravioli veramente buonissimi e facciamo il punto della situazione. Dopo una telefonata a Ros torno in stanza e mi addormento velocemente.
Written by LucaS

venerdì 22 maggio 2009

La felicità

ll maestro del villaggio gli ha raccontato un giorno che «Dio ha nascosto in giro per il mondo la felicità degli uomini come si usa fare a Pasqua con le uova colorate», lui, quella parte di felicità che gli spetta, non smetterà mai di cercarla con tutta la sua energia, il suo ottimismo, la sua inesauribile inventiva.
(Janos Szekely, La tentazione)

giovedì 21 maggio 2009

My love

And when I call you my love, my love, is it you I am calling or my love? You, my love, is it you I thereby name, is it to you that I address myself? I don't know if the question is well put, it frightens me.
E quando ti chiamo amore mio, è te che sto chiamando 'il mio amore’ ? Tu, amore mio, sei tu che chiamo in questo modo, è a te che mi rivolgo? Non so se la domanda è posta bene, essa mi spaventa.
Jacques Derrida, The Post Card, University of Chicago Press, London 1987

martedì 19 maggio 2009

The world

The world is a book and those who do not travel read only one page
(St. Augustine)

Who is writing?

Who is writing? To whom? And to send, to destine, to dispatch what? To what address? Without any desire to surprise, and thereby to grab attention by means of oscurity, I owe it to whatever remains of my honesty to say finally that I do not know.
Chi sta scrivendo? A chi? E per inviare, destinare, spedire che cosa? A quale indirizzo? Senza alcun desiderio di sorprendere e di catturare la vostra attenzione con parole non chiare, ho il dovere, per quel che rimane della mia onestà, di dirvi in conclusione che non lo so.
Jacques Derrida, The Post Card, University of Chicago Press, London 1987

domenica 17 maggio 2009

School of life

Quasi attaccata alla libreria Gay's the word c’è la vetrina della School of life, fondata da Sophie Howart, l' ex-curatrice del Tate Modern Museum, insieme ad altri intellettuali e scrittori inglesi. Una scuola di vita, non i soliti corsi. Provo a spiegarlo meglio. Se vuoi fare delle ferie diverse la schooloflife ti propone una vacanza sull’Isola di Wight con Martin Parr, oppure ti suggerisce di scoprire l’aeroporto di Heatrow con Alain De Botton. Vi sentite un po’ giù o confusi? C’è la biblioterapia, uno specialista vi consiglia i libri adatti a voi. E ancora: delle lezioni di conversazione, di etica e su come passare il tempo libero. Ma la scuola organizza anche incontri personalizzati con esperti paleontologi , fotografi, designer, scrittori, insomma con personaggi della cultura ai quali volete sottoporre le vostre domande. Ed ancora: seminari sull’amore, sulla politica e su come trovare lavoro. Questa mattina è chiusa ma penso che tornerò a chiedere informazioni. La vetrina di una cartoleria, invece, mette in bella mostra il libro The Story of Marchmont Street, che racconta della vita intellettuale del quartiere di Bloomsbury, della casa di Dickens, di Virginia Wolff…

sabato 16 maggio 2009

Flowers

Acacia: speranza d'amore
Anemone: i sentimenti effimeri
Azalea: la gioia
Biancospino: buona fortuna e speranza
Bignonia: la sorpresa
Bocca di leone: il capriccio
Camelia: la bellezza
Ciclamino: amuleto portafortuna
Ciliegio: la sensualità
Crisantemo: pace nelle avversità
Dahlia: la gratitudine
Elleboro:la pazzia
Erica: la modestia e la generosità
Fucsia: la grazia
Gardenia: la solidarietà
Garofano: amore passionale
Girasole: l'intelletto e la fede
Iris: la buona novella
Lavanda: la sfiducia
Lilium: innocenza, regalità
Mimosa: il pudore
Narciso: la vanità
Ninfea: l'amore non corrisposto
Orchidea: la sensualità e il lusso
Ortensia: la freddezza
Papavero: la gloria
Passiflora: il fiore mistico
Peonia: la timidezza
Pervinca: il dolce ricordo
Potentilla: l'amore materno
Primula: la speranza e la giovinezza
Rosa: amore e poesia
Strelitzia: la nobiltà
Tulipano: splendore degli occhi
Verbena: incantesimo
Viola: la riflessione
Zinnia: la semplicità

Il vento

Il vento caldo dell'estate mi sta portando via
(Alice)

venerdì 15 maggio 2009

Un'ora è un lago

Un'ora è un lago
Una giornata un mare
La notte un'eternità
Il risveglio l'orrore dell'Inferno
Alzarsi una battaglia per la chiarezza
Written by Joseph Roth

Il principio di possibilità

"Il principio di possibilità è invincibile. Nemmeno il principio di realtà lo sconfigge. La porta del possibile è sempre aperta , ma devi superarne la soglia e arrischiarti per chissà quali corridoi e insicurezze". C'è un'altra possibilità: passare tutta la vita davanti alla porta aspettando che qualcuno chiami. Silenzio.
(Il Venerdì, 15 maggio, dall'intervista a Massimo Cacciari di Gian Luca Favetto)

martedì 12 maggio 2009

Mixed toasts

Questa mattina a colazione Brigitte volteggiava tra i suoi mixed toasts e la lista delle ordinazioni, poi camminata veloce fino a Euston Road, autobus che passano uno dietro l'altro, mentre la British Library sorveglia questo traffico che avanza come un libro scompaginato; la scuola è in una laterale di Baker Street, tipico edificio georgiano in mattoni arancioni, l'insegnante della mattina è Peter, uno scozzese dall'aspetto francescano, i miei compagni di classe sono Anissa, Manuel, una signora di Granada di origine lituana, Chinatsu, Alumn e Lissette. Rachel, l'insegnante dell'ultima ora parla a mitraglia e ci chiede di creare un soggetto per una soap opera. Pranzo, si fa per dire, con rice and chicken, jacket potato with beans: una patata lessa con fagioli; after the lunch in biblioteca a controllare le mail, svolgere gli homeworks, alle cinque passeggiata in New Cavendish Street e scoperta della libreria Waterstone's di Gower Street, stile old English e tanti libri fra cui l'edizione second hand de La Carte Postale di Derrida...

lunedì 11 maggio 2009

Viaggio

Alla fine di ogni viaggio, delle cose viste, delle persone incontrate, rimane la sensazione che lasciano i sogni e che è ricordata nelle parole di Shakespeare scelte da Helene Hanff a conclusione de La Duchessa di Bloomsbury:
Il nostro gioco è finito
Gli attori...erano spiriti,
e scomparvero nell'aria leggera...
dilegueranno le torri
che salgono su alle nubi, gli splendidi
palazzi, i templi solenni...
e come la labile finzione, lentamente
ora svanita, non lasceranno orma.
Noi siamo di natura uguale ai sogni, e la
nostra breve vita è circondata dal sonno.

"...Our revels now are ended. These our actors,
As I fortold you, were all spirits, and
Are melted into air, into thin air;
And, like the baseless fabric of this vision,
The cloud-capp'd towers, the gorgeus palaces
The solemn temples, the great globes itself,
Yea, all which it inherit, shall dissolve,
And, like this insubstantial pageant faded,
Leave not a rack behind. We are such stuff
As dreams are are made on; and our little life
Is rounded with a sleep.
(Shakespeare, The Tempest, act IV, 148-157)