mercoledì 30 settembre 2009

Vetrine

Quando guardo queste vetrine, in cui non si offrono oggetti di uso quotidiano, ma cosiddetti articoli da regalo, di lusso e scherzosi, provo un vero orrore per l’estraneità di questo mondo; tra cento oggetti ce ne sono venti, trenta, di cui non indovino che vagamente il significato, l’uso e la destinazione, e non ce n’è uno solo che desidererei possedere. Ci sono degli oggetti che mi fanno congetturare a lungo: questo si mette sul cappello? O in tasca? O in un boccale di birra? O è una specie di giuoco di carte? Ci sono immagini e iscrizioni, motti ed epigrafi che provengono da mondi ideali a me del tutto sconosciuti e inimmaginabili, e ci sono, al contrario, certi modi di impiego di simboli a me venerabili che non riesco a capire né ad approvare, La figura intagliata di Buddha o di una divinità cinese, ad esempio, sul manico di un moderno ombrello per signora, per me è e rimane un enigma, una cosa strana e imbarazzante, anzi persino un po’ sinistra; non che si possa considerare un voluto e cosciente sacrilegio; ma quali pensieri, bisogni e sentimenti spingano il fabbricante alla produzione, il compratore all’acquisto di questi oggetti assurdi, ecco quel che avrei tanto desiderio di sapere e che non riesco a sapere in nessun modo.
(da La cura di Hermann Hesse)

martedì 29 settembre 2009

Dove sta il problema?

Dove sta il problema? Sin dagli anni Settanta, Derrida aveva fatto giocare la duplicità del phàrmakon (come veleno e come medicina) nella duplicità dell'inglese gift (dono e veleno): si può dare la vita ma si può anche donare la morte; l'hospes è sia chi concede l'ospitalità, sia chi la riceve, e la parola latina è imparentata con il nemico (hostis), il guest inglese e il Gast tedesco, cioè di nuovo l'ospite sono etimologicamente connessi con il ghost, il fantasma che rode e tormenta, oppure che chiede giustizia; l'amico costituisce una coppia essenziale con il nemico (secondo la polarità studiata da Carl Schmitt e ripresa da Derrida), e - d'accordo con il gioco di Nietzsche nello Zarathustra - i Freunde (gli amici) sono sempre in procinto di trasformarsi in Feinde (nemici), allo stesso modo che, etologicamente, il sorriso deriva dall'atteggiamento animale del mostrare i denti prima dell'attacco.
(Da: Introduzione a Derrida di Maurizio Ferraris)

sabato 26 settembre 2009

La filosofia dell'onda

Con il mio surf aspettavo l’onda, aspettare l’onda è come aspettare una risposta, e prendere l’onda giusta è una bella cosa anche nella vita. Poi mi alzavo scivolando veloce, quando l’onda moriva cadevo in acqua, allora tornavo indietro. Andare contro le onde è simile a una battaglia: sorprese e un continuo fragore nell'aria di acqua e sale.

mercoledì 23 settembre 2009

Yehoshua


Sfondo giallo, capelli bianchi, Abraham Yehoshua a Pordenonelegge. “Nel 1982, quando è scoppiata la prima guerra contro il Libano, ho sentito la necessità di tornare indietro nella storia, non per sfuggire il presente ma per capirlo, come si fa in psicanalisi. Volevo capire a ragione profonda per cui qualcuno al governo era impazzito.
Mi sono chiesto “what could be done”, cosa si sarebbe potuto fare di diverso, cosi è nato il romanzo Il Signor Mani. In tutti i momenti importati della storia ci sono delle scelte cruciali e la possibilità di percorrere un’altra strada: cosa sarebbe successo se inglesi e francesi avessero bloccato Hitler nel 1936?”
“Sul rapporto tra storia e romanzo, penso che lo scrittore non deve lasciarsi condizionare troppo dagli storici, la sua prima preoccupazione deve essere quella di creare dei personaggi, io di solito mi aiuto pensando ad Antigone, Medea, Edipo, ai protagonisti della tragedia greca.
Nel romanzo Viaggio alla fine del millennio immagino una nave di ebrei che nel XV secolo parte da Tangeri e approda a Parigi risalendo la Senna. Diversi storici hanno detto che all’epoca nessuna nave avrebbe seguito quel percorso, ma continuando a cercare ho incontrato una storica musulmana che, entrata nella mia immaginazione, mi ha detto che teoricamente era possibile.”
“Noi ebrei apparteniamo al Mediterraneo, gli arabi ci accusano di avere il cuore a New York, ma secondo me l’America ha fatto anche delle cose sbagliate in giro per il mondo. Noi siamo tutti legati dal Mediterraneo: Ebrei, Marocchini, Siciliani, Turchi, Greci, apparteniamo allo stesso mare, in ognuno di questi paesi ci sono le medesime rovine greche e romane, questa è la vera culla della nostra identità.”

martedì 22 settembre 2009

Musica

Nella musica non si fa della fine di una composizione il fine della composizione. Se così fosse, i compositori più bravi sarebbero quelli che scrivono solo finali, e i direttori d'orchestra più bravi sarebbero quelli che fanno suonare l'orchestra più velocemente. Ma la nostra educazione non ci insegna questo. Il nostro sistema ci da un'impressione totalmente diversa. Ci sono voti ovunque, e quello che si fa è che ti mettono da bambino nel corridoio di questo magnifico sistema, e ti chiamano: vieni piccolo vieni qua pst pst pst, e inizi, vai all'asilo e quando finisci quello vai alla prima classe e alla seconda, e così via poi alle medie, le superiori, l'università.. e finita quella, esci e ti unisci al mondo. Trovi un lavoro in qualche racket, magari vendi assicurazioni. E devi raggiungere la tua quota, e ogni volta c'è quella cosa che sta per arrivare, arriva arriva, quella cosa magnifica, il successo per il quale stai lavorando.Poi ti svegli un giorno, hai 40 anni e dici: eccomi, sono arrivato! Pero non ti senti molto diverso da come ti sei sempre sentito, e sei deluso perchè ti sembra tutto una bufala, ed era una bufala terribile! Ti sei perso tutto! Pensavi alla vita come a un viaggio, con un punto di partenza e un punto di arrivo. E lo scopo di tutto era arrivare. Il successo o magari il cielo dopo che muori, ma ti sei perso tutto, perchè non hai capito che la vita è una cosa musicale, e tu dovevi cantare o ballare finchè c'era musica...
(Written by LucaS)

lunedì 21 settembre 2009

Nel teatro verde

Nel teatro verde, all'interno del parco circondato dal mare , il tempo s'è sospeso tra il frinir delle cicale, il rumore di qualche motoscafo, il ronzio di un'ape, lo zampettio di una lucertola sul muro e il caldo sole di settembre.

Le donne di Siria

Amavo le sue danze barbare, il suo canto un po' rauco e insieme dolce, il suo odore d'incenso, il suo vivere trasognato. La seguivo dovunque. Mi confondevo alla vile ciurmaglia dei soldati, dei saltimbanchi e dei pubblicani da cui era circondata. Un giorno disparve, e non la rividi più. La cercai lungamente nei vicoli malfamati e nelle taverne. Era più difficile fare a meno di lei che del vino greco. Qualche mese dopo che l'avevo perduta, seppi, per caso, che si era unita a un piccolo gruppo di uomini e di donne che seguivano un giovane taumaturgo della Galilea. Si faceva chiamare Gesù il Nazareno, e fu crocefisso non ricordo per quale delitto. Ponzio, ti ricordi di quest'uomo?
(Da Il procuratore della Giudea di Anatole France, traduzione di Leonardo Sciascia, ed. Sellerio).

lunedì 14 settembre 2009

Uomini e fiumi

Gli uomini sono come i fiumi: l'acqua è in tutti uguale ed è dovunque la stessa, ma ogni fiume è ora stretto, ora rapido, ora ampio, ora quieto, ora pulito, ora freddo, ora torbido, ora caldo. Così gli uomini. Ogni uomo ha in sé i germi di tutte le caratteristiche umane e talvolta ne manifesta alcune, talvolta altre, e spesso non è affatto simile a se stesso, pur continuando a rimanere sempre e solo se stesso.
(Da Resurrezione di Lev Tolstòj)

Un testo

Un testo è un testo solo se nasconde al primo sguardo, al primo venuto, la legge della sua composizione e la regola del suo gioco.
(da La Farmacia di Platone di Jacques Derrida)

sabato 12 settembre 2009

Roulette russa

Ogni giorno in Italia muoiono 14 persone vittime di incidenti stradali. Mettersi alla guida di un'auto è una roulette russa.

mercoledì 9 settembre 2009

Qualunque cosa succeda

Alzi la mano chi sentendo il nome Ambrosoli non pensa al miele. "Qualunque cosa succeda" (ed.Sironi) è il libro dedicato dal figlio Umberto Ambrosoli al padre Giorgio liquidatore della Banca Privata di Sindona e ucciso a Milano da un killer l'11 luglio 1979. In un articolo Marco Vitale scrive:"L'assassinio di Ambrosoli è il culmine di un certo modo di fare politica, di un certo modo di fare economia. I magistrati inseguono esecutori e mandanti del delitto, ma dietro ci sono i responsabili , i responsabili politici". Il titolo è tratto da una lettera scritta da Ambrosoli alla moglie quattro anni prima di essere ucciso: "Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai che cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. Dovrai allevare tu i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto..."
Una vicenda che ne fa venire in mente altre, Dalla Chiesa, Falcone, Borsellino, D'Antona, Biagi. Brividi e la sensazione che le cose non siano cambiate: c'è una parte della società che ogni mattina si alza e lavora onestamente e un'altra parte che agisce illegalmente e all'ombra di facciate perbene.

domenica 6 settembre 2009

Gatti e vulcani

Kircher si era immaginato un'orchestra di gatti (bastava tirargli le code) e una macchina per pulire i vulcani. Si faceva calare in una grande cesta in mezzo ai fumi del Vesuvio, sostenuto da un esercito di piccoli gesuiti. Athanasius Kircher fu un gesuita tedesco del XVII secolo vissuto a Roma, un erudito universale considerato anche il padre dell'egittologia.
(La citazione sui gatti e sui vulcani è tratta da: Non sperate di liberarvi dei libri di Jean-Claude Carrière e Umberto Eco).

sabato 5 settembre 2009

La cura Schopenhauer

Un romanzo di Irvin Yalom (ed. Neri Pozza) che mescola psicanalisi e filosofia. Julius Hertzfeld (in tedesco Herz significa cuore e Feld campo) guida un gruppo di psicoterapia a San Francisco quando gli viene diagnosticato un tumore alla pelle. Non gli resta che un anno di vita. Nel suo studio riguardando le cartelle dei pazienti si imbatte nel fascicolo di Philip Slate (to slate in inglese=criticare): tre anni di duro lavoro coronati da un insuccesso. È passato molto tempo e Julius è curioso di sapere come sta oggi Philip. Lo chiama e scopre che è diventato un terapeuta anche lui e che è guarito grazie alla filosofia di Arthur Schopenhauer. I due si incontrano e prendono un accordo: Philip si sottoporrà a sei mesi di terapia di gruppo al termine dei quali Julius garantirà per la sua iscrizione ad un prestigioso albo di terapeuti.
Le pagine del romanzo sono infarcite di citazioni e aforismi di Schopenhauer, ma anche Shakespeare, Kant, Nietzsche, Heidegger. Scena finale: la seduta di un gruppo di terapia condotto da Philip. Appesantito dai resoconti degli incontri il libro è reso interessane dalla ricostruzione della vita di Schopenhauer di cui si è invogliati a leggere l’opera.
“Prima di tutto: nessuno è felice, ma per tutta la vita aspira a una presunta felicità, che di rado raggiunge e, se la raggiunge, è solo per esserne deluso: ma la regola è che alla fine ognuno giunga al porto avendo fatto naufragio, e senza più alberi. Ma allora è indifferente che egli sia stato felice o infelice, in una vita fatta solo di presente privo di durata e che ora ha una fine.”
“Con un po’ di cortesia e amorevolezza si possono rendere compiacenti e gentili persino gli uomini caparbi e ostili. La cortesia è quindi per l’uomo ciò che il calore è per al cera.”
"Questo fu la vita? Orsù? Da capo!" (Nietzsche)