domenica 25 maggio 2014

"Questo è mio"

"Il primo uomo che, avendo recinto un terreno, ebbe l'idea di proclamare questo è mio, e trovò altri così ingenui da credergli, costui è stato il vero fondatore della società civile. Quanti delitti, quante guerre, quanti assassinii, quante miserie, quanti orrori avrebbe risparmiato al genere umano colui che, strappando i pali, o colmando il fosso, avesse gridato ai suoi simili: "Guardatevi dall'ascoltare questo impostore; se dimenticherete che i frutti della terra sono di tutti e che la terra non è di nessuno, sarete perduti!"
Jean Jacques Rousseau,  Discorso sull'origine e i fondamenti dell'ineguaglianza tra gli uomini, 1755

lunedì 5 maggio 2014

Senza testa

 A un signore tagliarono la testa, ma siccome fu poi dichiarato uno sciopero e non fu possibbile sotterrarlo, questo signore si ritrovò a vivere senza testa e a doversi arrangiare. Subito notò che quattro dei cinque sensi se n’erano andati con la testa, eccetto l’udito per chissà quale strana ragione. Dotato di buona volontà il signore si esibì sul Ponte di Rialto a Venezia come artista di strada. Da qualche parte uno zingaro suonava il mandolino e lui cominciò a ballicchiare e a far finta di leggere il giornale. In pochi giorni raccolse un mucchio di soldi e capì che c’era riuscito senza pensarci troppo.
Variazione su un racconto di Julio Cortazar (in corsivo nel testo)

giovedì 1 maggio 2014

Due donne

"Il giovane Eracle è in aporia, in dubbio circa il 'cammino di vita' che deve percorrere. Ed ecco che gli si presentano due donne alte di statura, una piena di dignità, nobile di forme, vestita di bianco - è l'Arethè, la virtù, l'altra, che i suoi amici chiamano Eudaimonìa, felicità, ma i nemici Kakìa, bassezza - molle e opima; per sembrare più bella è ricorsa a belletti e altri mezzi, guarda vanamente la propria ombra, ed ha abiti trasparenti che dovrebbero turbare i sensi. Entrambe rivolgono a Eracle un lungo discorso, promettendogli di condurlo alla felicità, ed Eracle decide infine di seguire la virtù."
"Questa storia è stata inventata dal sofista Prodico, contemporaneo di Socrate, e riferita dal discepolo di Socrate Senofonte nel secondo libro dei Memorabili. Non è particolarmente poetica, ma il suo contenuto morale ne ha fatto una delle storie preferite dall'antichità, conferendole così, come mostreremo, una grande importanza per la tradizione etica occidentale."
Bruno Snell, La cultura greca e le origini del pensiero europeo