martedì 7 dicembre 2010

Dal Tempio di Delfi ai test genetici


Un lungo viaggio che inizia alle porte del tempio di Delfi e si conclude alla soglie di una scelta: sottoporsi o non sottoporsi ai test genetici? In La Consulenza (Gen) etica – Nuovi miti. Nuovi oracoli. Libertà della persona (ed. Franco Angeli pp.208) Paolo Sommaggio ci conduce lungo un percorso che mantiene al suo centro la persona senza prendere posizione pro o contro i progressi della genetica.
L’autore traccia un modello di consulenza che ha come primo obiettivo quello di far sì che la decisione sia presa in piena autonomia ma in coerenza con i principi che regolano le nostre esistenze, senza subire l’auctoritas del medico, la suggestione dei mezzi d’informazione o gli errori derivanti dall’ignoranza in materia. Un aiuto che potrebbe validamente estendersi anche ad altre importanti decisioni dell’individuo in campo medico. L’autore prende le mosse dalla scritta gnothi sautòn incisa sul tempio di Delfi e dalla constatazione di Daniel Kevles: “Per la prima volta nella storia, a cominciare dai tempi più remoti, una creatura vivente comprende le proprie origini e può cominciare a disegnare il proprio futuro.” In base a quale visione della vita, secondo quali principi? È proprio su questo che, per evitare sofferenze e conflitti interiori, bisogna far chiarezza dentro di sé prima di chiedere risposte ai test genetici. Ma in che modo e che tipo di formazione dovrà avere il consulente?
Le discipline prese in considerazione nel saggio sono la psicologia rogersiana, punto di riferimento per l’Oms e per le istituzioni sanitarie americane, e il counseling filosofico elaborato da Gerd Aschenbach. “Il consulente – scrive Sommaggio – si travestirà da contradditore, da Socrate: indosserà la maschera che più consente di non proporre “in positivo” alcuna opinione personale, alcun principio, alcuna azione. La sua funzione infatti consisterà unicamente nel contrasto, benevolo del ragionamento del suo antagonista. Tale dialogo consentirà di “testare” (ed eventualmente di modificare) la tenuta della connessione logica del racconto del consultante. La risposta alla domanda ‘perché sei qui?’ permetterà di incominciare a comprendere le ragioni che hanno mosso verso il test genetico; esercitando la funzione maieutica il consulente favorirà la parresia, cioè la comprensione della verità su se stessi e sulla differenza tra sé e la propria immagine di sé.” Il consulente cerca di avvicinare il consultato a una persona che, come scrive Foucault, “fa uso della sua libertà, e sceglie il parlar franco invece della persuasione, la verità invece della falsità e del silenzio, il rischio di morire invece della vita e della sicurezza, la critica invece dell’adulazione, e il dovere morale invece del proprio tornaconto o dell’apatia morale”. Il traguardo della libertà personale e il ruolo del consulente sono illuminati da Sommaggio nel capitolo Sciogliere l’enigma che attraversa l’etimologia e il mito collegati alla parola persona. La parola greca pròsopon indica una maschera che non occulta ma rivela la persona; secondo una felice intuizione di Attilio Zadro “il volto del pensiero”. Nel mondo latino il termine persona e il verbo per-sonare mostrano come vi fosse un’identificazione con il volto che emette suoni, quindi con il linguaggio. Per Boezio la persona è “sostanza individuale di natura razionale”, definzione in cui pensiero greco e significato latino si incontrano. Ma è l’etimo etrusco phersu che rivela la sintesi per comprendere significato di persona e della stessa consulenza genetica. Phersu è Perseo il cui mito fornisce un modello per non restare pietrificati nella realtà, per non diventare cose ma essere persone. Un paradigma valido non solo per il consulente ma per ognuno di noi.

(Paolo Sommaggio ha 38 anni, vive a Padova, città in cui si è laureato e ha completato il dottorato di ricerca, insegna Filosofia del diritto, Metodologia della Scienza giuridica e Deontologia e Retorica Forense presso l’Università degli Studi di Trento. Avvocato e docente presso diverse Scuole forensi, è autore di numerose pubblicazioni di argomento giuridico e bioetico, tra le quali Il dono preteso. Il problema del trapianto di organi: legislazione e principi)

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