“Chiunque leggerà
questi appunti senza avermi conosciuto, senza aver letto e capito le cose che
ho scritto altrove, resterà cieco e sordo di fronte ad essi, anche se sarà
convinto di averli compresi facilmente”, scrisse Derrida nel 1976 nei suoi
diari. La facile comprensione era per Derrida un’illusione. Il linguaggio per
lui dice sempre qualcosa di più di quello che vogliamo fargli dire; ha una
tendenza a sabotarsi da solo, alle volte ad autoaggredirsi; chiarezza,
trasparenza e comprensione restano un’utopia. Derrida scrisse continuamente di
Sè, in quelle che Benoit Peteers chiama biografie che non sono biografie. La
prima metà di La carte postale. De Socrate à Freud et au-delà, (1980) è una raccolta di lettere destinate a
un’amante senza nome. il suo saggio del del 1991 Circumfession, scritto come
uno stream of consciousness mentre sua madre era malata, si muove tra
riflessioni sulla circoncisione, la morte, Sant’Agostino e ricordi
dell’infanzia. La sua reale ambizione, suggerisce Peeters, forse era quella di
essere un poeta o un romanziere; verso la fine della sua vita
sembrava più preoccupato di lasciare una traccia nella storia della
lingua francese che un’eredità filosofica. Nel disseminare i suoi scritti
d’indizi ed evidenti confessioni, egli dà vita a un gioco sfuggente di aperture
e occultamenti, suscita curiosità ma non si mostra limpidamente. Tuttora i suoi scritti sono una guida
complessa alle cose che lo interessavano: il desiderio di trovare un
rassicurante “centro” a cui legare i nostri pensieri; la tormentata relazione
occidentale con l’ “altro coloniale”; i travagli dell’identità ebraica; il
senso di eventi traumatici come l’Olocausto; il potere del segreto.
"Nel blog l'altro può firmare nel tuo testo, esiste uno spazio per chiunque decida di arrivare"
giovedì 31 gennaio 2013
sabato 19 gennaio 2013
Nella rete
"Da
alcuni anni c’è una metafora che ha un certo successo, il concetto espresso con
rete e sistema a rete che ha investito l’intero mondo vitale (Lebenswelt), sia
che si tratti di criminalità o sport, di borsa o botanica. Ogni ambito è
collegato sia al proprio interno che con gli altri. Si può addirittura dire che
mai prima d’ora è esistito un concetto e uno strumento di conoscenza così
universale. Lo si usa quotidianamente e sul piano di una ricerca ininterrotta.
Un tassello essenziale del conoscere, senza il quale non sarebbe più possibile
descrivere le nostre esperienze. Sembra impossibile che si possa parlare
dell’attività del nostro cervello o delle azioni di un gruppo terroristico
senza nominare il termine rete.
giovedì 10 gennaio 2013
La migliore offerta di Tornatore
Comincia
con una torta alla crema bisbetica e alle mandorle acide, comincia con un
telescopio a rifrazione appartenuto a Galilei e con un ritratto di donna che s’intitola
La sete,
comincia con uno strano esperto d’arte, Virgil, sui settant’anni che indossa
sempre i guanti e con una giovane ereditiera, Claire, che vive
nascosta nella sua villa. Lei chiama lui per mettere all'asta il suo
patrimonio e durante le visite per la catalogazione dei mobili e dei dipinti si
svilupperà la loro misteriosa conoscenza. È l’ultimo film di Giuseppe
Tornatore: La migliore offerta. La migliore offerta è quella che ha reso interessante e
ricca la vita di Virgil, le sue aste d’oggetti d’arte sono le più seguite dai
collezionisti che non immaginano quanto l’integerrimo e strano Virgil sia
disonesto: grazie a expertise fasulle e alla complicità di un vecchio
amico, infatti, acquista a prezzi ridicoli ritratti di volti femminili che
conserva gelosamente nel suo caveau.
mercoledì 2 gennaio 2013
La musica del corpo
È camminare che ti porta le parole, che ti permette di sentire il ritmo delle parole mentre le scrivi nella tua mente. Un piede avanti, poi l'altro piede, il doppio battito di tamburo del tuo cuore. Scrivere incomincia nel corpo, è la musica del corpo, e anche se le parole hanno significato, possono a volte avere significato, è nella musica delle parole che i significati hanno inizio. Siedi alla tua scrivania per scrivere le parole ma nella mente stai ancora camminando, sempre camminando, e quello che senti è il ritmo del tuo cuore, il battito del tuo cuore.
Paul Auster, Diario d'inverno
Paul Auster, Diario d'inverno
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