È
dell’altra sponda, diciamo, il più delle volte con un sorriso, per affermare
che quella persona è un omosessuale o ha dei modi di fare che potrebbero farlo
pensare. Noi, seduti sulla sponda giusta, ci sentiamo rassicurati: almeno quel
difetto lì non ce l’abbiamo, o crediamo di non averlo (quel difetto, infatti, è
solo una maggiore intensità della nostra componente maschile o femminile).
Sabato
a Venezia le due sponde si sono mischiate per il Gay Pride, e quando in
campo San Polo qualcuno ha chiesto agli etero di alzare la mano i
"normali" si sono accorti di essere un’allegra minoranza. Etero
più intelligenti, più sensibili, più aperti di altri?