venerdì 12 settembre 2008

La nuova Londra

“Ecco perché, Signore, voi non trovate nessun uomo con un briciolo di intelletto che desideri lasciare Londra. No, Signore, quando un uomo è stanco di Londra, è stanco della vita, perché a Londra si trova tutto ciò che la vita può offrire” (Samuel Johnson, letterato e poeta, 1709-1784). Marco Niada, corrispondente del Sole 24 Ore dalla capitale britannica, sceglie questa dichiarazione d’amore per cominciare il suo libro "La nuova Londra- capitale del XXI secolo". Il ritratto, affollato da una miriade di cifre e dati, è pieno di entusiasmo per una città che alcuni definiscono “la New York d’Europa”. Su sette milioni e mezzo di abitanti due sono stranieri. Londra è riuscita a trasformare il multiculturalismo in una risorsa; l’eredità storica delle colonie si è evoluta in una rete di relazioni che le consentono di primeggiare, oltre che nella finanza, nella cosiddetta knowledge economy: sono due milioni e mezzo le persone impiegate nei settori della consulenza, della comunicazione e della cultura. La città attrae ogni giorno migliaia di turisti e di aspiranti residenti, fra cui moltissimi italiani: un milione e quattro nel 2006. La comunità dei britaliani a Londra è composta da 100.000 persone: manager, ricercatori, artisti, cuochi. Il libro si conclude con le vicende della band The Zimmers, formata da novantenni e diventata famosa. Un esempio per dire che a Londra il detto “finché c’è vita c’è speranza” è più vero che altrove.

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