sabato 30 gennaio 2010

I figli della ruota


A Napoli come in altre città italiane esisteva un luogo dove le madri poverissime abbandonavano i loro figli nella speranza di poterli poi un giorno ritrovare. Era la Reale Santa Casa dell'Annunziata, aperta nel 1300 e chiusa nel 1980. Su lato della strada un tamburo girevole offriva la possibilità di depositare in modo anonimo il neonato altrimenti destinato a morte certa. In genere le mamme legavano al collo del bambino un piccolo sacchetto contenente un santino, una medaglietta, una scarpetta, un rosario, un anello. Piccoli oggetti divisi a metà con la speranza di poterli usare un giorno come simbolo per un riconoscimento. Questi regali spezzati e le cartule, i fogli con il nome e, a volte, altre informazioni su neonato, sono oggi custoditi nei due chilometri di libri e registri dell'Archivio degli Esposti. È qui che ogni anno molte persone cercano le tracce della loro storia di familiare: "Il flusso è continuo - spiega Romualdo Capone direttore dell'Archivio. Ognuno cerca una risposta nella famosa "busta" dentro la quale a volte ci sono un nome e un cognome, ma a volte un semplice e inutile appunto: Carmela, sedici anni, Torre del Greco...L'idea che mi sono fatto , dopo tanti anni, è che alla fine per le persone non sia tanto importante ritrovare un parente quanto fare un percorso dentro di sé."

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