mercoledì 8 febbraio 2012

Una prefazione

Mi sono sempre piaciuti i negozi pieni di tante cose, quelli che in vetrina hanno il cavallo d’ottone consumato, le poesie di Baudelaire, una collana di perle, gli scacchi in palissandro, l’Eberhard con il vetro segnato, il necessaire con il pennello in osso, i bicchierini di Murano con l’orlo dorato, le cartoline degli anni Trenta, la zanna d’elefante, la foto di un derviscio rotante, il portasigarette in argento, una broche floreale. Questo libro assomiglia a uno di quei negozi, o a uno di quei siti come Youtube o Amazon, si entra per curiosare qui e là.
Come quando accolti nella casa di un vecchio amico che non vedevamo da tempo, e in attesa che sia pronta la cena, ci soffermiamo nel salotto davanti alla libreria e scorriamo i titoli mentre parliamo d’altro, poi ad un certo punto attratti volume dicendo Ah bello ce l’ho anch’io, oppure Non l’ho mai letto, mi sembra interessante.
È anche un buffet, quelli con le tartine di tanti colori che non sai quale scegliere, e allora mordicchi a caso sperando d’indovinare.
T’immagino mentre sfogli queste pagine alla ricerca di un’idea, di una parola, di uno spunto, per leggere e per scrivere a tua volta qualcosa, o per distrarti mentre sei in coda ad un semaforo o in posta, o, infine, per trovare una bella frase e dedicarla alla persona che ami.
Certo avrei potuto, forse, realizzare un negozio specializzato, attenermi ad una trama e preparare dei semplici tramezzini, ma davvero non ci ho pensato e ora non c’è tempo per qualcosa di diverso.

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