(liberamente
da The Logic of Correspondence di Stohl Nori)
"Nel blog l'altro può firmare nel tuo testo, esiste uno spazio per chiunque decida di arrivare"
venerdì 29 giugno 2012
To preserve
We have
to preserve something, preserve is also guarding, watching over, in German Wahrheit, truth, is related to Wahren, to preserve, (Heidegger recalls
to its truth as truth-bewahren and to the truth as un-truth, Un-Wahrheit). The problematic of guarding
runs throughout our letters, our attempt to preserve. To preserve and to
reserve are etymologically the same, from the Latin reservare, to keep back, i.e. to guard in the French sense.
Guarding is a syntax of a vigilance in truth, we are couriers through a life
which changes sign at every moment. This vacillation is set forth more
obviously, more thematically in Das Unheimliche (Heimlichkeit is also the German
name of what we have in mind as the genealogy of the properly
familiar). Our walking-working in Das Unheimliche, in a map of unknown (unheimlichen) routes attempts to recording differances
of rhythm. A
differential, and not an “alternating” rhythm, namely a Zauderrythmus (English: “vacillating”)
Zaudern is to
hesitate, certainly, but it is above all to temporize, to defer, to delay. Some
couriers, some letters, rush forward in order to reach the final aim as quickly
as possible. But, division of labor, another group comes back (revient) to the start of the same path (dieses
Weg zurück) ) in
order to go over the route and “so prolong the journey” (So die Dauer des
Weges zu verlängern).
Between the two groups, on the same map, a network coordinates, more or less
well, more or less regularly, communications, transports, locals and expresses,
switch points, relays, and correpondences. The map is always problematic: the
repressed drive “ungebändigt
immer vorwärts dringt”,
undisciplined, refractory, untamed, never permitting itself to be bound or
banded by any master, it always pushes forward.
giovedì 28 giugno 2012
Banchetto 2
La prima cosa che si presentò alla vista di Sancio fu un vitello intero, infilzato in un olmo intero per spiedo; e nel fuoco su cui doveva arrostire ardeva una bella montagnola di legna, e sei pentole che stavano tutt’intorno al fuoco non erano state fatte davvero sullo stampo delle comuni pentole; perché erano sei mezze tinozze, e ciascuna poteva contenere tutta la carne d’una beccheria; contenevano e risucchiavano in sé interi montoni, senza parerlo, neanche fossero stati dei piccioncini; le lepri già scorticate e le galline che erano appese agli alberi in attesa d’esser sepolte nelle pentole non avevano numero; gli uccelletti e la cacciagione d’ogni genere erano infiniti, appesi agli alberi perché l’aria li mantenesse freschi . Sancio contò oltre sessanta otri di oltre venti fiaschi l’uno, e tutti pieni, come poi risultò di vini generosi; e c’erano cataste d’un pane bianchissimo come si vedono i mucchi di grano nell’aie; i formaggi, sovrapposti come mattoni a incastro, formavano una muraglia, e due caldaie d’olio più grandi di quelle di una tintoria servivano a friggere roba impastata che con due grandi pale toglievano di lì già fritta e la tuffavano in un’altra caldaia, vicina, dov’era già pronto il miele. I cuochi e le cuoche erano più di cinquanta, tutti puliti, svelti e contenti. Nel ventre aperto del vitello c’erano dodici teneri e piccoli porcellini di latte che, ricuciti di sopra, servivano a dargli sapore, a intenerirlo. Le spezie d’ogni sorta pareva che non fossero state comprate a libbre, ma a staia, ed erano tutte esposte all’aperto in una grande arca. Insomma tutta l’attrezzatura delle nozze era rustica ma così abbondante che avrebbe potuto dar da mangiare ad un esercito.
Don Chisciotte della Mancia, Miguel de Cervantes
Don Chisciotte della Mancia, Miguel de Cervantes
lunedì 18 giugno 2012
Verso la verità
Il nostro rapporto con la verità passa attraverso gli altri. O andiamo verso la verità con loro, o non è verso la verità che andiamo.
Merleau Ponty, Elogio della filosofia (1953)
domenica 3 giugno 2012
La partita
Si correva insieme lungo le fasce laterali, il pallone rimbalzava come una fragola nella macedonia, il Mauri era sempre al posto giusto nell'area di rigore, non lo muovevi neanche con un tir, e poi quella luce, all'improvviso, è per quello che hanno segnato, Erwitt e gli altri si sono guardati e han detto Non vale, quei due fari chi li aveva accesi, così, di colpo, puntati come due razzi sul portiere ...
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