La conversazione con Gilberto scorre senza accelerare, pause
misurate, pronuncia impeccabile degli autori stranieri. Intorno il vociare
indistinto dei visitatori, la luce del sole riempie le stanze del castello.
Racconta della giornata mondiale mondiale lentezza, della rivista satirica
Corvo Rosso, di cui indossa la maglietta su cui campeggia la scritta Se leggere
non è il tuo forte, fanne il tuo debole, ma soprattutto racconta di libri, di
viaggi, di incontri, della piccola casa editrice Edizioni del Foglio
Clanestino, con sede a Sesto San Giovanni, a pochi chilometri da Milano.
Peter Russel l’ha incontrato diverse volte a Pian di Sco, in
provincia di Arezzo. Finita la strada, si scendeva in un viottolo e si
raggiungeva il suo mondo diroccato, un vecchio mulino biblioteca chiamato La
turbina, anche se la ruota era ferma da decenni.
Fra gli scaffali vecchi volumi dell’Ottocento russo e la corrispondenza con Pound, Quasimodo, Montale. Raccontava il vecchio poeta che era stato visiting professor a Teheran e poi era fuggito dal regime degli ayatollah, e che l’incendio della sua biblioteca era colpa dei ghiri che avevano mosso le carte e provocato le scintille. Qualche anno dopo un’alluvione diede il colpo di grazia al suo prezioso e già dimezzato archivio. This is not my hour è una raccolta di sonetti, una critica alla modernità.
Fra gli scaffali vecchi volumi dell’Ottocento russo e la corrispondenza con Pound, Quasimodo, Montale. Raccontava il vecchio poeta che era stato visiting professor a Teheran e poi era fuggito dal regime degli ayatollah, e che l’incendio della sua biblioteca era colpa dei ghiri che avevano mosso le carte e provocato le scintille. Qualche anno dopo un’alluvione diede il colpo di grazia al suo prezioso e già dimezzato archivio. This is not my hour è una raccolta di sonetti, una critica alla modernità.
Ha avuto una bambina a ottant’anni da una sua studentessa in
Giappone, Irving Stettner. Prima aveva girato gli Stati Uniti regalando i suoi
acquarelli in cambio di ospitalità. In Hurrah
scrive: Oh io amo queste strade al mattino presto
Quando si sente
appena uno scalpiccio di piedi
Proprio una calma del tutto silenziosa un
pallido rosa
Su nel cielo.
La traduttrice non lo trovava mai, vagabondava fra gli sperduti
villaggi andini: ci sono voluti
mesi per sottoporgli le bozze de L’inquilino del ventesimo piano. Ignacio Hormigo de
la Puerta, di origini basche e
vincitore del Passaparola spagnolo, ha un nome che è già personaggio; nei suoi
racconti brevi il protagonista scende a piedi dal ventesimo piano perché quella
lenta discesa gli dà un senso d’infinito.
In un altro condominio si compongono Le camere attigue di Rossella Maiore
Tamponi, un ascolto attento di quello che accade dietro le porte blindate,
tracce di violenza, ambiti domestici che diventano luoghi di tortura.
Renato Fondi, invece, era un amico, uno di quelli che sta sempre
un passo indietro; laureato in fisica lavorava con il computer e aveva fondato
un caffè letterario nel quale amava presentare le storie e i libri degli altri.
Dopo la sua morte, la moglie consegnò a Gilberto 160 racconti
dicendogli: “Renato voleva parlarne con lei”. Gilberto ne ha scelti cinquantadue, uno per ogni settimana,
storie ironiche che accompagnano il lettore verso un finale inaspettato. Renato
era anche un catalogatore attento di fiori di montagna e si dilettava di
pittura.
In questi giorni è alla Fiera del Libro di Francoforte l’antologia
Poeti e aforisti in Finlandia tradotti da Antonio Parente e Laura Casati: Il
vento – scrive Loikala - si muove nell’oscurità tra gli alberi in questa terra
dove, nel freddo, nel silenzio e nella solitudine, nascono sentimenti che
penetrano nell’animo.
I visitatori
continuano a muoversi, la luce è meno forte di prima, qualcuno già pensa a
domani, ma c’è ancora tempo per sfogliare qualche libro.
Come diceva Celan - ricorda Gilberto - una poesia e una stretta di
mano sono molto simili, il libro è un modo di andare verso gli altri.
(da una conversazione con Gilberto Gavioli, Edizioni del Foglio
Clandestino, 5 ottobre 2014, Libri in Cantina, Susegana, la vignetta è di Furio Sandrini)
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