lunedì 18 maggio 2015

Palabra en el mundo


Un sitar e un raga della pace sono l’introduzione migliore a una giornata di parole, di poesie, di storie. Chi lo suona è Paolo Avanzo nella tranquilla cornice dell’auditorium Santa Margherita di Venezia, che si trova di fronte alla sede dell’associazione Italia Cuba che in questa domenica di maggio ha organizzato  il IX festival internazionale di poesia Palabra en el mundo, direzione artistica Anna Lombardo. Salgono sul palco i poeti e, fra loro, un poeta speciale che si chiama Antonio Guerrero Rodriguez. Il 12 settembre del 1998 l’FBI  lo arresta insieme a quattro compagni con l’accusa di attentare alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti: la condanna sarà l'ergastolo. Il 17 dicembre del 2014, in seguito all’apertura delle relazioni diplomatiche promossa da Obama, lui e i suoi amici sono tornati a essere uomini liberi. “I poeti sono un po’ sognatori - ha detto Guerreo - per fare versi bisogna essere un po’ pazzi. Un giorno la mia vita cambiò e mi ritrovai in prigione. La poesia è stata per me un grido di libertà, un modo per collegarmi al mondo. Noi cinque non ci siamo mai sentiti soli, dovevamo resistere per difendere la verità: un principio giusto dal fondo di una grotta puo fare  più di un esercito.” In una sua poesia scrive : “Faremo vedere che siamo una strada che attraversa le ombre, che siamo un massiccio e una stella con tratti e concetti definiti”.
“Cuba è piccola ma alle volte riesce a rendere possibile l’impossibile, come quando in un solo anno, nel 1961, riuscì a sconfiggere l’anafalbetismo”, aggiunge il presidente nazionale dell’Associazione nazionale di amicizia Italia Cuba Sergio Marinoni. Sua moglie,  Maria Angelica Casula, è in prima linea nell’associazione Medicuba Europa, un network di associazioni europee che raccolgono fondi per comprare i farmaci antitutomorali fondamentali per le chemioterapie infantili e che il sistema sanitario cubano non può acquistare a causa dell’embargo USA. “Chiunque può inviare un versamento, anche di pochi euro, mettendosi in contatto con noi attraverso il sito di Medicuba Europa o le pagine Facebook dell’associazione di amicizia Italia Cuba".
Prende la parola la poesia, ed è il vietnamita Nguyen Chi Trung con i suoi gorgheggi, l'abito bianco, gli occhialini tondi e la raccolta Venti a restare nella memoria: "Venti che passate accanto come cariche, a volte tonanti, a volte  dove il tempo più non esiste , che vi ritirate con malinconia nel luogo antico dove il tempo è stato".
Nella pausa di mezzogiorno si mangia dell’ottimo baccalà mantecato e si scopre che a San Donà di Piave, in provincia di Venezia, battono dei cuori "cubani": quello di Luigino Bardellotto, fra le anime dell’associazione veneziana presieduta da Giuliana Grando e curatore dell’importante mostra sulla grafica cubana Mira Cuba, e quella di Giovanni Giusto, musicista e fondatore del Teatro dei Pazzi, che ha dedicato la canzone El italiano del Granma e uno spettacolo (anteprima il 20 giugno a Rovarè - Tv) a un amico del Che che guarda caso abitava anche lui a San Donà di Piave: Gino Donè Paro, l’unico europeo a partecipare alla rivoluzione a fianco di Che Guevara e Fidel Castro.
“Se la terra fosse rotonda, nessun paese, potrebbe dirsi, il centro della terra...”  ricorda il francese Francis Combes e poi altri versi e poeti indagano, raccontano,  denunciano l’insensatezza delle prevaricazioni, delle solitudini, dei confini, delle guerre. E ancora musica, una musica che è poesia, quella di Sorah Rionda e Charly Bortolotto, colori delle Asturie negli angoli dell’Habana Vieja.

Nessun commento:

Posta un commento