domenica 14 febbraio 2016

Muranero


“Quando metti un puntino di nero sul fondo neutro non rimane fisso ma si muove sulla superficie della perla creando arabeschi, onde, riflessi. Il segreto è riscaldare subito al massimo e poi togliere ossigeno. Quando mi sono accorto che succedeva l’ho raccontato ai miei maestri di Murano, perché credo che il miglior modo di proteggere un segreto sia condividerlo.”
Niang Moulaye, nativo di Dakar, è figlio d’arte. Cervello, cuore e mani nella sua famiglia sono sempre andati d’accordo: il papà orafo, la mamma stilista e tessitrice. Quando non soffia piccoli mondi in vetro, suona la batteria in varie band afrojazzbeat.  L’altra metà del cielo si chiama Emanuela Chimenton e da vent’anni crea gioielli abbinando e scegliendo le creazioni di Moulaye.
Il loro laboratorio-negozio si trova a Venezia, in Salizada del Pignater, dietro un angolo di Campo della  Bragora. L’insegna sopra la vetrina è una bella sintesi: Muranero; è anche il nome del sito e della pagina Facebook.
“Nel Quattrocento, in Senegal e nelle regioni subsahariane, una  murrina di sei colori prodotta a Murano era usata come moneta di scambio, e le regine dell’epoca ordinavano ai maestri vetrai le perle da abbinare ai loro vestiti. Era qualcosa che avevo dimenticato, poi in Calle del Fumo vidi gli straordinari insetti in vetro del maestro Vittorio Costantini e mi sono detto: Farò le perle.”
Moulaye ed Emanuela tengono anche laboratori e workshop per turisti, curiosi, studenti, aspiranti artigiani e artisti. Hanno creato  una scuola del vetro a Dakar, all’interno del grande orfanotrofio L’empire des Enfants. “C’è un unico problema - raccontano - che le bombole dell’ossigeno costano 90 euro invece che 30 come da noi e questo fa salire troppo il prezzo del prodotto finito. Per questo motivo il laboratorio Muranero a Dakar  è fermo. L’impasse delle bombole può essere superato, stiamo cercando i finanziamenti per due macchine che producano ossigeno e rendano autonomi i giovani artigiani.”
Il 3 febbraio scorso sono stati ospiti di Giancarlo Magalli nella trasmissione “I fatti vostri” e fra i tanti filmati in rete, merita un clic il documentario “Le perle di ritorno, odissea di un vetraio africano”.
Entrano una signora francese e un gruppo di turisti, ammirano le piccole galassie in vetro Muranero e, fra un gioiello e l’altro, le vivaci cravatte di Kikko, i cappelli multiformi di Sabrina, i busti in cartapesta dell’iraniano Amid ricoperti con una pasta di argilla e canapa. Da Muranero s’incontrano molti colori...non solo quelli del vetro. 

Nessun commento:

Posta un commento