domenica 20 dicembre 2009

Trackeds


Sulle pietre che calpesto in questa sera d’inverno seguo le tracce invisibili di altri passi. In fondo ad una calle buia la luce della Galleria A&A incornicia i profili delle persone che fuori chiacchierano e fumano. Si inaugura la mostra Trackeds. Alcuni indizi: tartine, un video in bianco e nero di città tracciate da scie digitali in giallo e blu, disegni alle pareti e i protagonisti che quasi non vorrebbero parlare. Un’inaugurazione semplice per un originale gruppo di artisti sloveni: Jurij Pavlica, Sendi Mango, Tom Kersevan. Si sono conosciuti nel 1996 quando frequentavano l’Accademia di Belle Arti a Venezia e hanno fondato il gruppo BridA. In un mondo sorvegliato da telecamere e monitorato dalle reti informatiche che registrano i nostri movimenti bancari, telefonici e email, il gruppo BridA crea delle installazioni video in cui la traccia si mostra per cancellare altre tracce. I movimenti delle persone e dei veicoli sono sostituiti, attraverso l’elaborazione di un software, in linee blu (per i veicoli) e gialle (per le persone) che ne evidenziano il movimento e scompaiono quando il soggetto sta fermo. Il viewfinder di BridA finora ha inquadrato la Piazza del Popolo di Como, su cui affacciano la Casa del Fascio di Terragni e il Duomo, lo spazio urbano intorno a quello che era il Checkpoint Charlie a Berlino, la strada che a Kassel passa tra l’ex Dogana e il Palazzo dei congressi. Dietro le linee blu e gialle si immaginano persone e cose che si muovono, destini che si incrociano, che si sfiorano. Una città intessuta di segni da interpretare, capire, seguire. L’uomo delle caverne ha iniziato a sopravvivere seguendo le orme dell’animale da catturare, poi si è evoluto ma vive sempre sulle tracce di qualcosa. La traccia è rimando ad altro, a qualcosa di non raggiungibile e spiegabile. Come scriveva Derrida citando Plotino “La forma è traccia dell’informe”.

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