domenica 30 ottobre 2011

Big Bang, pianeta Renzi verso Palazzo Chigi







Una sinistra così non s’era mai vista, giovane, piena d’idee, dinamica, aperta al dialogo. È la sinistra della Leopolda, sono quelli che hanno voglia di un big bang, di una rinascita, di un nuovo modo di far politica, sono quelli che hanno voglia ancora di sognare, che non smettono di crederci e che da tempo non ascoltano più i brontosauri, facce che da vent’anni ripetono le stesse cose, facce che quando si tratta di abolire i privilegi votano compatte contro e tra loro si strizzano sempre l’occhio perché in fondo sono” colleghi”. Alle dieci di sabato mattina non c’è, come ti saresti aspettato, una folla da stadio all’ingresso, ma ci sono gli autisti dell’Atac di Firenze, perché Renzi gli ha chiesto di lavorare un po' di più per lo stesso stipendio, e gli operatori della cooperativa sociale La Civetta che protestano perché ha tagliato del trenta per cento i fondi del sociale.
Dentro, invece, c’è lui, la vera novità politica di questi ultimi vent’anni. La comunicazione è studiata nei minimi dettagli: palco spazioso, sullo sfondo la riproduzione di una libreria, a destra una scrivania con un microfono anni ciqnuanta, tipo quelli di Elvis Presley, portatile Apple color argento in bella vista, iPhone, iPad. In consolle Renzi conferma di aver talento non solo politico: dirige l’incontro con energia, il ritmo è incalzante, speech di cinque minuti, brevi video, spezzoni comici, altri impegnati come quello di Obama in memoria delle vittime di Tucson o il discorso d’addio di Zapatero, lettura di commenti Fb e tweet, arrivano quelli del direttore del Corriere Ferrucccio De Bortoli e di Dario Franceschini che dice Come si fa ad avere paura di Renzi? Il flusso renziano scorre in videostreaming, la colonna sonora dell’evento è la canzone di Jovanotti Il più grande spettacolo dopo il Big Bang, e sulle magliette lo slogan: I dinosauri non si sono estinti da soli. Una macchina della comunicazione perfetta elaborata personalmente dall’inesauribile Renzi in team con l’agenzia Catoni Associati.
Anche gli interventi sono un blend di contributi diversi: politici, imprenditori, artisti, responsabili di progetti sociali e associazioni antimafia. Davide Faraone, sindaco di Palermo, parla delle enormi difficoltà che derivano dalle “imposte” della criminalità organizzata; Maurizio Artale, associazione Padre Nostro di Palermo, sostiene la beatificazione di Don Pino Puglisi; Guido Ghisolfi, a capo di un’industria leader nella produzione di polimeri e poliesteri, vuole una scuola migliore; Filippo Civati interviene senza pathos, della serie “sto a vedere quel che fai e poi deciderò”; divertente e pungente Pif di Mtv: Il vero santo di questo paese è Pio La Torre. Non candidiamo chi ha avuto rapporti con i mafiosi, come successo anche nel Pd. Per Sergio Chiamparino, l’ex sindaco di Torino tenuto in panchina da Bersani, le priorità sono: l’equità sociale, le primarie a porte aperte, una legge elettorale che non privilegi il solito “cerchio magico”. Appoggia il Big Bang ed è a disposizione per un nuovo cammino insieme, ma nello stesso tempio si chiede come troveranno peso in concreto le idee e gli ideali della Leopolda. Il suo intervento è salutato da un interminabile applauso e dall’abbraccio di Renzi. Si prosegue con entusiasmo e ritmo, intanto su Youtube è cliccatissimo l' intervento di Alessandro Baricco di venerdì: Non abbiamo saputo pronunciare la parola meritocrazia, noi non abbiamo mai fatto la prima mossa perché avevamo paura di perdere, voi non abbiate mai questa paura. Ancora ideali, idee, energia. Graziano Del Rio presidente Anci: La vita ha senso solo se noi siamo capaci di un’azione, di innescare qualcosa di nuovo come questo Big Bang. Riccardo Bonacina: Ci sono 3 milioni di italiani che si dedicano al volontariato, 15 milioni che aderiscono al cinque per mille: più che privatizzare bisogna socializzare. Dietro il microfono cromato Renzi è multitasking: risponde alle mail, parla coll’ufficio stampa, segue quello che dicono gli ospiti, presenta il trailer del film Nessuno mi può giudicare. In uno scherzoso dialogo una escort più esperta consiglia a quella meno pratica come comportarsi con i clienti: Se sono di destra tu ridi, hanno bisogno di sentirsi divertenti. Se sono di sinistra tu annuisci perché hanno bisogno di sentirsi intelligenti. È arrivato anche il patron di Technogym: I nostri giovani non sognano più, poi però scivola verso la self promotion vagheggiando un’Italia primo distretto mondiale del wellness. Intorno a l’una il ragionamento filosofico del prodiano Arturo Parisi che riconosce a Renzi il merito di aver saputo pronunciare il pronome “io”, assumendosi in prima persona la responsabilità della sua proposta: È meglio rischiare di sbagliare da soli per avere ragione tutti. Il flusso renziano s’interrompe per il pranzo, e così ci si trova a tavola fra gente simpatica e affamata di confronto. Francesco Minari è un giovane dell’agenzia Catoni Associati, quella che ha organizzato l’evento, e ci racconta della straordinaria esperienza di poter lavorare con il vulcano Renzi. Daniele Chini è un imprenditore edile preparatissimo sulle vicende politiche e con una visione chiara di come si potrebbe cambiare la legislazione del suo settore. Elena lavora nel sociale con passione e competenza ma vive in prima persona il precariato e le difficoltà create dalla scarsità dei finanziamenti. La conversazione è vivace: dalla possibile candidatura di Renzi all’assenza del popolo degli indignados (i centomila pacifici che sfilarono a Roma), dalla mancata nomina nel Pd di un segretario donna alla strategia della tensione. Il tempo passa veloce, si ricomincia con il sindaco di Gubbio e si va avanti fino a sera.
Oggi, tra i tanti che hanno preso la parola, Martina Mondadori, sul ruolo centrale della cultura, lo scrittore Antonio Scurati, su conservazione del passato e innovazione, l'ad di Telecom Italia Media Antonio Campo Dall’Orto, su nativi digitali, e Giorgio Gori di Magnolia, già direttore di Canale 5 e Italia 1: Mi piacerebbe cambiare la Rai, vorrei che non fosse più governata dai partiti ma da un comitato strategico nominato dal Presidente della Repubblica; serve un canone più alto e una netta separazione fra i canali del servizio pubblico e quelli commerciali. Poi arriva Matteo che parla a braccio per un’ora di filato. Il linguaggio è nuovo, soprattutto il tono è nuovo, non quell’aria mesta e supponente di troppa sinistra, ma un giovanotto intelligente, capace, sfrontato, un Pieraccioni della politica che se la gioca, che ha avuto il coraggio di fare la prima mossa e di pensare in grande. Il problema non sono le primarie, Matteo Renzi a mio parere si sta candidando a futuro premier di questo paese. Ha capito che la gente non vota più un simbolo ma un personaggio, e nel suo caso uno con diverse marce in più, ha capito che gli elettori premiano chi ha idee, progetti, sogni. Non gli sfugge, come non sfuggì a Obama e come ha dimostrato in parte la recente primavera araba, che i social network svolgono un ruolo strategico nella formazione del consenso. E, last but not least, può contare su forti gruppi di sostegno di imprenditori e di giornalisti della carta stampata e televisiva che lo considerano a ragione la faccia nuova della politica italiana. Matteo non dimenticarti però degli operatori sociali della Civetta e di tutte le altre cooperative sociali fiorentine e non. Molti di loro sono senza lavoro e di molti dei loro assistiti non è più possibile prendersi cura. Fai un Big Bang anche nel Sociale.

8 commenti:

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  4. prima di tutto il mio nome:
    Luisa.

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  8. Ciao Luisa, che bei commenti, li ho salvati in un documento, c'er un problema nel collegamento fb, puoi gentilmente scrivermi per mail: maostudiodiscrittura@teletu.it
    Un caro saluto
    Mario

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