domenica 1 aprile 2012

Eating heavenly


Mangiare divinamente, Eating heavenly, è un desiderio che abbiamo tutti, certo non facile da realizzare, è anche  materia di studio riservata a chef pluristellati, quelli da guida Michelin, argomento per  vademecum firmati  Slow Food o Associazione Italiana Sommelier. Il titolo si presta a indicare diverse strade, tra le più inaspettate quella che riguarda riti e i simboli collegati al cibo in ambito siro-mesopotamico (III millennio avanti Cristo). Eating heavenly, progetto di ricerca che coinvolge gli atenei di Venezia, Udine, Torino, Napoli, che in un recente convegno hanno presentato i loro contributi, tracce di qualcosa che ci è familiare anche se pare lontano.
Massimo Maiocchi della Venice International University nel suo paper Il dolce sapore della morte: simbologia delle offerte rituali nella Mesopotamia protodinastica, ha preso le mosse da alcuni  testi presargonici risalenti alla dinastia di Lagash (2500 avanti Cristo), 1600 testi dell’archivio della Casa della donna, fra cui gli elenchi di  assegnazione di beni alimentari per un funerale; ai lamentatori funebri venivano inviati: formaggio, datteri, miele, burro chiarificato, uva passa, melograni, collane di fichi. Il corpo del cadavere, che si immaginava dovesse compiere un lungo viaggio doveva essere trattato con attenzione, in un testo si raccomanda: ”Non aspergerlo con olio buono preso da una giara, poiché (gli spiriti maligni) lo circonderanno  a causa della sua fragranza.” Anche alla statua dedicata al defunto venivano offerti alimenti dolci. Un connubio che nei secoli non è venuto meno, se si pensa che ancora oggi in molte regioni italiane si preparano dei dolci per il giorno dei morti: le favette in veneto,  le os de mort in Lombardia, il torrone dei morti a Napoli, la frutta di Martorana, i pupi di zucchero siciliani, le dita di apostolo, la colva pugliese, i fanfullicchi leccesi. Secondo Maiocchi, tra gli alimenti dolci, il miele occupa un posto di primo piano: citato in testi magici, erotici, elenchi di offerte funebri, secondo lo studioso ha una funzione liminale, è un alimento simbolo del passaggio tra vita e morte, un cibo che funge da soglia perché non è né liquido né solido (i defunti non mangiano pane né bevono). È prodotto dalle api che, come gli uccelli, sono animali volanti  in contatto con dio, e dotati di qualità straordinarie: “L’ape riesce dove l’aquila non riesce”.
Un altro alimento che aveva un particolare valore rituale era la birra, un po’ diversa dalla Heineken del supermercato, che viene citata anche nel poema Lugalbanda nella grotta della montagna. Lugalbanda, terzo re di Uruk e padre dell’eroe sumero Gilgamesh che passando attraverso le montagne di Aratta  sviene all’improvviso. Incapaci di rianimarlo i suoi compagni lo abbandonano in una caverna: “Essi prepararono per lui un riparo come un nido d’uccello. Datteri, fichi, e formaggi – alimenti dolci che un malato mangia volentieri – essi posero in cesti per datteri. Essi costruirono per lui una “casa” (...) Davanti alla tavola disposero birra da bere, mischiata con  miele, e cibo...con burro chiarificato. I suoi fratelli e compagni, come se stessero scaricando una chiatta dopo la mietitura, disposero nella grotta della montagna, accanto alla sua testa, provvigioni versate in contenitori di cuoio e in otri di pelle. Essi (...) acqua dagli otri per l’acqua. Birra scura, birra kurunnu “chiara” di orzo, vino da bere che è piacevole al gusto – essi sparsero tutto ciò accanto alla sua testa nella grotta della montagna (...). Essi prepararono per lui incenso e resine, (...) e le appesero nella grotta della montagna presso la sua testa.”
In Banchetti e gestione delle risorse alimentari in alcuni archivi paleo-babilonesi, Simonetta Ponchia si è soffermata, tra l’altro, sul valore simbolico del banchetto, occasione per celebrare  il sovrano, per creare vincoli e alleanze, consuetudine che conosce la sua apoteosi nel Rinascimento, memorabile il Banquet du Faisan ccon 48 portate che si tenne a Lille  il 17 febbraio del 1454 con lo scopo di preparare una crociata per liberare Costantinopoli dai turchi.
Con Magici alimenti o alimenti del magico? Sabina Crippa ha invece trasportato la platea nella molteplicità della Naturalis historia di Plinio il Vecchio, in particolare tra le pagine del trentesimo volume che contiene una raccolta di bizzarre  ricette come il falcone annegato nel latte o il pane di Giove (cervello di topo , cenere di donnola, milza d’asino).
Si è poi soffermata sulla grafofagia, rito per comunicare  con gli dei che prevede di mangiare, bere o leccare lettere sacre; il rituale era praticato anche con un frammento di mummia posto sotto la lingua o con statuette di farina. “Il pasto virtuale con la divinità, lascia che io possa essere bocca a bocca  in una conversazione con gli dei.”
Nel papiro magico di Parigi, composto da 3200 versi, tra le prescrizioni per entrare in contatto con Helios, è descritta  la preparazione dello scarabeo: triturare miele e fiori di loto e gettare lo scarabeo  nell’olio di rosa, e, al verso 789, si raccomanda:  cogli la Kentritis, miele e mirra, e scrivi il nome sulla foglia che leccherai e poi getterai nell’olio di rosa. La Kentritis, secondo fonti diverse, cresce nella terra nera, l’attuale Maghreb, somiglia alla Verbena, è legata al culto di Mitra e, racconta Plinio, se si intinge nel suo succo un’ala di ibis le penne cadono al suolo. Va colta prima dell’alba, con il metallo o con mano nuda o velata.
Impossibile, comunque, riassumere in poche righe la ricchezza del convegno, si può solo suggerirla citando gli altri temi affrontati: Cerimonialità alimentare ad Ebla (Lucio Milano, Maria Vittoria Tonietti), Il banchetto nei testi mitologici ittiti (Annamaria Polvani), Il banchetto nell’Anatolia ittita (Stefano de Martino), Il banchetto nei testi letterari della Mesopotamia (Stefania Ermidoro), La cucina del dio e del re  nell’alimentazione dell’impero assiro (Salvatore Gaspa , Una mela al giorno ... il ruolo del cibo nei testi medici di epoca neo-assira (Mario Fales), I topi sono un cibo divino! (Simonetta Graziani), Galateo e offerte alimentari nella Babilonia di età seleucide (Paola Corò), Il banchetto di Mitridate. Cerimoniali alla corte dei sovrani Arsacidi (Carlo Lippolis), L’istituto di mrzb nel vicino Oriente antico (Alfredo Criscuolo), Pasti e banchetti comunitari nell’Arabia antica (Riccardo Contini), I luoghi del banchetto nell’Arabia antica (Romolo Loreto).

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