Secchi, secchi, secchi. Chi almeno una volta vi abbia partecipato, per divertimento o come stagionale, sa che senza un secchio da riempire la raccolta dei grappoli s'intralcia. Un secchio vuoto, d’altra parte, può portare lontano, come racconta Kafka nella sua novella dedicata al cavaliere del secchio, der Kübelreiter. Tra i filari, uno di fronte all’altro, si dipanano non solo i tralci per scovare l’uva che gioca a nacondino tra le foglie, ma anche i fili di conversazioni inaspettate, gomitoli di pensieri, girotondi di battute, e in sottofondo il ticchettio continuo, o quasi, delle cesoie.
Marco, barba e sguardo da marinaio, lavorava per una fabbrica di mobili, ma come molti over 40 "è rimasto a casa" e lui pur di non rimanere a casa mentre la moglie lavora è qui e racconta della sue passioni: allena una squadra di basket e ama cucinare.
Santina vendemmia senza guanti, ha 80 anni e ancora non ci crede di essere di nuovo in piedi di fronte a un filare di uva merlot. L’anno scorso è morto suo marito, era convinta che non si sarebbe più ripresa da quel dolore immenso. Poi stamattina, di nascosto dai figli, si è fatta accompagnare tra le vigne. Il suo ritmo è costante come i ricordi di una vita. Fra le mani le cesoie del marito. Non si sente stanca, "perchè si stancano sol quelli che non hanno voglia di far niente".
Aldo è maestro d’arte e incisore, insegna nelle scuole e nelle biblioteche, crea guide interattive per bambini delle elementari. Fisico esile e dieta vegetariana, ha energia da vendere a giudicare dalla velocità con cui scarica i secchi gonfi di grappoli mozzati.
Francesca si ricordava una vendemmia meno faticosa a Rolle, quelle dove a mezzogiorno ti preparano una pasta, e poi nel pomeriggio pane, salame e un bicchiere di vino. Qui almeno otto ore, alle volte sotto l'occhio vigile di qualche padrone, colazione al sacco e due pause acqua di pochi minuti, compenso orario sei euro e cinquanta. La sua idea è semplice: musica dal cellulare, "così ti passa un po' di più". Oggi non c’è perché domani ha un esame all’universitá.
Oltre che dai secchi la giornata dei vendemmiatori è scandita dai pali dei filari: a coppie ci si prende cura dell’uva cresciuta fra tre pali consecutivi, e quando si deve superare un'altra coppia lungo lo stesso filare si sorpassa contando due pali. Ma non tutti i pali sono uguali. I più favoriti sono quelli che lavorano fra i pali della corsia centrale, filari due e tre, su quattro. Di lì passa il trattore per il carico. Quelli dei filari uno e quattro, invece, devono portare i secchi pieni lungo la corsia centrale. Per questo, lontano dai riflettori, qualche volta si concedono qualche secondo di pausa o qualche energetica scorpacciata d’uva al verderame. Gli italiani sono meno della metà nella squadra, per la maggior parte composta cinesi, macedoni, albanesi, rumeni. Quello che accomuna tutti per una ventina di giorni è la ricerca di secchi, secchi, secchi da riempire.
(appunti di una vendemmia nei dintorni di Conegliano)
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