Cos’è la liberta? Fuggire dalla dalla vita di tutti i giorni oppure fare i conti con la quotidianità. Nelle terre estreme (ed. Corbaccio) è un bel libro di Jon Krakauer che racconta la vera storia di Chris McCandless, un giovane che dopo la laurea abbandona la sua casa e la famiglia per inseguire la libertà. Morirà di fame in un vecchio autobus abbandonato nelle foreste dell’Alaska. Dal libro è stato tratto anche il film Into the Wild, scritto e diretto da Sean Penn.
Krakauer attraverso un posa coinvolgente e ricca di dettagli ci porta nei luoghi e nella mente di Chris. Nelle amicizie che incontra lungo il suo cammino. Intensa quella con il vecchio signor Ronald Franz che vuole adottarlo, ma Chris non si ferma, prosegue il suo viaggio verso le terre estreme. In una cartolina a Franz scrive: ”Apprezzo sinceramente l’aiuto che mi hai dato e i momenti che abbiamo trascorso insieme. Potrebbe passare molto tempo prima di rivederci ma, ammesso che io superi l’affare Alaska tutto d’un pezzo, riceverai di sicuro mie notizie. Vorrei ripeterti di nuovo il consiglio che già ti diedi in passato, ovvero che secondo me dovresti apportare un radicale cambiamento al tuo stile di vita, cominciando con coraggio a fare cose che mai avresti pensato di fare o che mai hai osato. C’è tanta gente infelice che tuttavia non prende l’iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l’animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo.”
Per Krakauer lo spirito con il quale Chris si è avventurato nella foresta è lo stesso che porta gli alpinisti a sfidare la montagna, un bisogno spirituale di confrontarsi con sé stessi e con la natura. Una delle ultime cose che il ragazzo fa verso la fine dei suoi quattro mesi in Alaska è scattarsi una foto: “Chris sorride – scrive Krakauer, e il suo sguardo è inequivocabile: McCandless era in pace, beato come un monaco che va dal Signore.
Su un pannello all'interno dell'autobus, Chris aveva scritto di sé: “Da due anni cammina per il mondo. Niente telefono, niente piscina, niente animali, niente sigarette. Il massimo della libertà. Un estremista. Un viaggiatore esteta la cui dimora è la strada. (…) Per non essere mai più avvelenato dalla civiltà, egli fugge, e solo cammina per smarrirsi nelle terre estreme.”
"Nel blog l'altro può firmare nel tuo testo, esiste uno spazio per chiunque decida di arrivare"
domenica 30 novembre 2008
giovedì 27 novembre 2008
Non che io
Caro Amico,
non che io sia contento di quello che faccio: soprattutto, a volte mi sento mancare il cuore davanti all'enormità della massa che devo districare. Dico fra me che è impossibile che scriva solo delle fesserie, che il mio è un farfugliamento; sospiro un po' di talento, quel tanto che basterebbe a farmi lavorare nell'esultanza invece che in questa interminabile smania, ... e alla fine vado avanti.
Written by A.C.
non che io sia contento di quello che faccio: soprattutto, a volte mi sento mancare il cuore davanti all'enormità della massa che devo districare. Dico fra me che è impossibile che scriva solo delle fesserie, che il mio è un farfugliamento; sospiro un po' di talento, quel tanto che basterebbe a farmi lavorare nell'esultanza invece che in questa interminabile smania, ... e alla fine vado avanti.
Written by A.C.
mercoledì 26 novembre 2008
Il treno dei desideri
... battesimo del nostro essere binario, il treno dei desideri va all'incontrario, deraglia sul binario delle paure, sferraglia entrando nel vapore di porto marghera, uscendo come per incanto sul ponte della libertà... ticche tacche gocce di pioggia si posano sul cappotto come la panna sul cioccolato... il treno ci ha coccolato, le nostre facoltà filosofiche prima o poi vengono centrifugate, ma saremo mai pronti a salire sul treno del ritardo che sfida l'attesa delle coincidenze?
... non ancora! Intanto però rimane intatto il fascino della stazione nel vedere i treni passare come incantatori del nostro fanciullesco con-vivere?!
Written by Loris Tessari
... non ancora! Intanto però rimane intatto il fascino della stazione nel vedere i treni passare come incantatori del nostro fanciullesco con-vivere?!
Written by Loris Tessari
domenica 23 novembre 2008
La carte postale 2
Dall’altro lato della cartolina guardi la sigla S e p, Socrates et plato. Per una volta il primo sembra scrivere e addirittura con l’altra mano cancella. Ma che fa Platone con il dito teso dietro la sua schiena. Quando cerchi di girarla in tutti i sensi è l’immagine che torna a te come una lettera. Tu ti trovi, tu, sul suo tragitto.
Il supporto spesso della carta, un libro pesante e leggero, è lo spettro di questa scena, l’analisi tra Socrate e Platone, secondo il programma di qualun altro. Come un indovino, un “fortune telling book” vecchio e speculare su ciò che deve arrivare, su quello che può voler dire: arrivare, dovere arrivare, lasciare o far arrivare, destinare, indirizzare, inviare, trasmettere, ereditare, se essa significa ancora tra qui e là, il vicino e il lontano, da un fort, l’uno e l’ltro. Tu collochi il soggetto del libro tra le poste e il movimento analitico, il principio di piacere e la storia delle telecomunicazioni, la cartolina e la lettre volée, in definitiva il transfert da Socrate a Freud ed oltre. Questa satira della letteratura epistolare dovrebbe essere infarcita : di indirizzi, di codici postali, di messaggi criptati, di lettere anonime, il tutto descritto in numerosi modi, generi e toni. E si potrebbe approfittare anche di date, firme titoli, riferimenti, e della stessa lingua.
(liberamente da La carte postale di Jacques Derrida)
Il supporto spesso della carta, un libro pesante e leggero, è lo spettro di questa scena, l’analisi tra Socrate e Platone, secondo il programma di qualun altro. Come un indovino, un “fortune telling book” vecchio e speculare su ciò che deve arrivare, su quello che può voler dire: arrivare, dovere arrivare, lasciare o far arrivare, destinare, indirizzare, inviare, trasmettere, ereditare, se essa significa ancora tra qui e là, il vicino e il lontano, da un fort, l’uno e l’ltro. Tu collochi il soggetto del libro tra le poste e il movimento analitico, il principio di piacere e la storia delle telecomunicazioni, la cartolina e la lettre volée, in definitiva il transfert da Socrate a Freud ed oltre. Questa satira della letteratura epistolare dovrebbe essere infarcita : di indirizzi, di codici postali, di messaggi criptati, di lettere anonime, il tutto descritto in numerosi modi, generi e toni. E si potrebbe approfittare anche di date, firme titoli, riferimenti, e della stessa lingua.
(liberamente da La carte postale di Jacques Derrida)
sabato 22 novembre 2008
La carte postale
17 novembre 1979
Tu potresti leggere una lettera un po’ retrò, l’ultima della storia. Ma tu non l’hai ancora ricevuta. Sì, per uno uno sbaglio o un errore d’indirizzo, essa si presta a cadere nelle mani di tutti: una cartolina, una lettera aperta il cui segreto pare indecifrabile, tu puoi tenerla o farla passare per un messaggio da Socrate a Freud. Cosa ti vuole dire una cartolina? A quali condizioni è possibile? La sua destinazione ti attraversa, tu non sai più chi sei. Nell’istante stesso in cui l'indirizzo interpella te, unicamente te, invece di unirti essa ti divide, si allontana da te, delle volte t’ignora. E tu ami e tu non ami, essa fa di te ciò che vuole, essa ti prende, ti lascia, ti dà.
(liberamente da La carte postale di Jacques Derrida)
Tu potresti leggere una lettera un po’ retrò, l’ultima della storia. Ma tu non l’hai ancora ricevuta. Sì, per uno uno sbaglio o un errore d’indirizzo, essa si presta a cadere nelle mani di tutti: una cartolina, una lettera aperta il cui segreto pare indecifrabile, tu puoi tenerla o farla passare per un messaggio da Socrate a Freud. Cosa ti vuole dire una cartolina? A quali condizioni è possibile? La sua destinazione ti attraversa, tu non sai più chi sei. Nell’istante stesso in cui l'indirizzo interpella te, unicamente te, invece di unirti essa ti divide, si allontana da te, delle volte t’ignora. E tu ami e tu non ami, essa fa di te ciò che vuole, essa ti prende, ti lascia, ti dà.
(liberamente da La carte postale di Jacques Derrida)
giovedì 20 novembre 2008
Obama 2
Barack Obama ha 47 anni, l'età media di chi ci governa e di chi ci governava è 70 anni. Non c'è bisogno di aggiungere null'altro. A chi voglia conoscere l'avvincente storia di Obama consiglio il suo libro "I sogni di mio padre" (ed. Nutrimenti), scritto a trent'anni quando frequentava la facoltà di legge e fu eletto presidente della Harward Law Review. Era il primo afroamericano a ricoprire quella carica.
"Alzai lo sguardo verso la piccola finestra al secondo piano della chiesa, immaginando il vecchio pastore all'interno che abbozzava il sermone della settimana. Da dove trae la sua fede?, mi aveva chiesto. All'improvviso mi resi conto di non avere una risposta. Forse, però, avevo fede in me stesso. Ma la fede in sé stessi non è mai abbastanza."
"Di tanto in tanto mio padre mi dava un consiglio, di solito era un aforisma che non afferravo totalmente: "Come l'acqua prende la forma del suo recipiente, tu prenderai la strada che più ti si addice."
"Danzarono insieme fino a sembrare uno spirito solo. Alla fine della rappresentazione lo spirito intonò un unico e semplicissimo verso: Ho trovato la divinità in me / e l'ho amata/ l'ho amata con ardore."
"Mi turbavano e al tempo stesso mi confortavano, quegli alberi che sembrava potessero da un momento all'altro liberare dalla terra le proprie radici e andarsene, se non fosse stato per la consapevolezza che su questa terra nessun posto è così diverso dall'altro, e che ogni istante porta con sé tutto ciò che è già stato."
"Se solo potessimo ricordare quel primo passo in comune, quella prima parola in comune, quel tempo prima di Babele."
Barack Obama Dreams from My Father: A Story of Race and Inheritance
"Alzai lo sguardo verso la piccola finestra al secondo piano della chiesa, immaginando il vecchio pastore all'interno che abbozzava il sermone della settimana. Da dove trae la sua fede?, mi aveva chiesto. All'improvviso mi resi conto di non avere una risposta. Forse, però, avevo fede in me stesso. Ma la fede in sé stessi non è mai abbastanza."
"Di tanto in tanto mio padre mi dava un consiglio, di solito era un aforisma che non afferravo totalmente: "Come l'acqua prende la forma del suo recipiente, tu prenderai la strada che più ti si addice."
"Danzarono insieme fino a sembrare uno spirito solo. Alla fine della rappresentazione lo spirito intonò un unico e semplicissimo verso: Ho trovato la divinità in me / e l'ho amata/ l'ho amata con ardore."
"Mi turbavano e al tempo stesso mi confortavano, quegli alberi che sembrava potessero da un momento all'altro liberare dalla terra le proprie radici e andarsene, se non fosse stato per la consapevolezza che su questa terra nessun posto è così diverso dall'altro, e che ogni istante porta con sé tutto ciò che è già stato."
"Se solo potessimo ricordare quel primo passo in comune, quella prima parola in comune, quel tempo prima di Babele."
Barack Obama Dreams from My Father: A Story of Race and Inheritance
mercoledì 19 novembre 2008
martedì 18 novembre 2008
Pronto? non ancora . . .
Pronto?
non ancora . . .
riprovare più tardi . . .
senza pretese . . . ma con intensità.
rivedersi . . . come ritrovarsi,
riabituarsi . . . e . . .
nuovamente dimenticare.
pieni da svuotare,
ripieni di umanità residua,
tolta,
attraversata,
scandita
. . . e poi . . .
rigettata . . . in quell’ultimo respiro,
rantolo offuscato ma denso di liquidi rumori.
Pronto?
non ancora . . .
forse più tardi . . .
senza voler esserci . . . per forza.
stare . . . come pensare
ripercorrere ottusamente un ricordo inventato,
svelato . . .
non ancora formato . . .
immaginazione contenuta . . . a tratti . . violentata . . .
non ritrovare l’inizio . . . ed essere . . già . . alla fine.
ricominciare . . come se nulla . . fosse,
seguire con lo sguardo i propri passi,
ascoltarli
e poi lasciarli risuonare . . .
dentro.
Pronto?
non ancora . . .
basta che non sia troppo tardi . . .
senza più reti . . .
abbandonati brandelli vaganti di un sè
che . . . forse . . . sarà.
vite piegate . . inconsapevolmente vissute,
stratificazioni di emotività represse,
sbiadite,
diluite
ma incorniciate come ricordi importanti . . .
non più pericolosi . . .
dolciastri rigurgiti . . di pasti troppo recenti . . .
troppo abbondanti . . .
troppo . . . incalzanti.
Pronto?
non ancora . . .
anche se fosse tardi . . .
senza dover guardare troppo oltre
da vedere le proprie spalle,
proiezione garantita, rassicurante,
volontà de-formante,
farsi continuo di
apparenze rigenerate
desiderate
attese
vissute e rivissute fino alla nausea.
Pronto?
non ancora . . .
Written by Aldo Aliprandi
non ancora . . .
riprovare più tardi . . .
senza pretese . . . ma con intensità.
rivedersi . . . come ritrovarsi,
riabituarsi . . . e . . .
nuovamente dimenticare.
pieni da svuotare,
ripieni di umanità residua,
tolta,
attraversata,
scandita
. . . e poi . . .
rigettata . . . in quell’ultimo respiro,
rantolo offuscato ma denso di liquidi rumori.
Pronto?
non ancora . . .
forse più tardi . . .
senza voler esserci . . . per forza.
stare . . . come pensare
ripercorrere ottusamente un ricordo inventato,
svelato . . .
non ancora formato . . .
immaginazione contenuta . . . a tratti . . violentata . . .
non ritrovare l’inizio . . . ed essere . . già . . alla fine.
ricominciare . . come se nulla . . fosse,
seguire con lo sguardo i propri passi,
ascoltarli
e poi lasciarli risuonare . . .
dentro.
Pronto?
non ancora . . .
basta che non sia troppo tardi . . .
senza più reti . . .
abbandonati brandelli vaganti di un sè
che . . . forse . . . sarà.
vite piegate . . inconsapevolmente vissute,
stratificazioni di emotività represse,
sbiadite,
diluite
ma incorniciate come ricordi importanti . . .
non più pericolosi . . .
dolciastri rigurgiti . . di pasti troppo recenti . . .
troppo abbondanti . . .
troppo . . . incalzanti.
Pronto?
non ancora . . .
anche se fosse tardi . . .
senza dover guardare troppo oltre
da vedere le proprie spalle,
proiezione garantita, rassicurante,
volontà de-formante,
farsi continuo di
apparenze rigenerate
desiderate
attese
vissute e rivissute fino alla nausea.
Pronto?
non ancora . . .
Written by Aldo Aliprandi
lunedì 17 novembre 2008
Treno
Collana di destini, veloci paesaggi, indecise partenze, titoli di libri , dialoghi cellulari, audizioni auricolari, stampa piegata, occhi cullati dalle rotaie. Pronto? Non ancora.
giovedì 13 novembre 2008
Denaro
Molti uomini si trasformano per i soldi sia nel lavoro che nella vita privata. È una circostanza che non finisce mai di stupirmi come le giustificazioni che inventano per sentirsi nel giusto. Ma non sono dei giusti, sono solo delle persone meschine ed avide.
martedì 11 novembre 2008
Il gioco dell'angelo
Uno scrittore non dimentica mai la prima volta che accetta qualche moneta o un elogio in cambio di una storia.
Non dimentica mai la prima volta che avverte nel sangue il dolce veleno della vanità e crede che, se riuscirà a nascondere a tutti la sua mancanza di talento, il sogno della letteratura potrà dargli un tetto sulla testa, un piatto caldo alla fine della giornata e soprattutto quanto più desidera il suo nome stampato su un miserabile pezzo di carta che vivrà sicuramente più a lungo di lui.
Uno scrittore è condannato a ricordare quell’istante, perché a quel punto è già perduto e la sua anima ha ormai un prezzo.
(Carlo Ruiz Zafon)
Non dimentica mai la prima volta che avverte nel sangue il dolce veleno della vanità e crede che, se riuscirà a nascondere a tutti la sua mancanza di talento, il sogno della letteratura potrà dargli un tetto sulla testa, un piatto caldo alla fine della giornata e soprattutto quanto più desidera il suo nome stampato su un miserabile pezzo di carta che vivrà sicuramente più a lungo di lui.
Uno scrittore è condannato a ricordare quell’istante, perché a quel punto è già perduto e la sua anima ha ormai un prezzo.
(Carlo Ruiz Zafon)
domenica 9 novembre 2008
Minuti
In un giorno ci sono 1440 minuti, potresti impiegarne almeno uno per scrivere qualcosa. Se non ti viene in mente nulla, visita: oneminutewriter
venerdì 7 novembre 2008
Obama
Il mondo va nella direzione indicata dalle elezioni americane. Meno male. Speriamo che anche per la salvaguardia dell'ambiente accada qualcosa di altrettanto straordinario.
martedì 4 novembre 2008
lunedì 3 novembre 2008
Pericle
"Amiamo il bello ma con compostezza, e ci dedichiamo al sapere, ma senza debolezza; adoperiamo la ricchezza più per la possibilità di agire che essa ci offre, che per sciocco vanto di discorsi; e la povertà non è vergognosa ad ammettersi per nessuno, mentre lo è assai di più il non darsi da fare per liberarsene ..." (Pericle)
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