domenica 3 ottobre 2010

Vite possibili

“Se le persone scarsamente sensibili e intelligenti tendono a far del male agli altri, le persone troppo sensibili e intelligenti tendono a fare del male a se stesse: chi è troppo sensibile e intelligente conosce i rischi che comporta la complessità di ciò che la vita sceglie per noi o ci consente di scegliere, è consapevole della pluralità di cui siamo fatti non solo con una natura doppia, ma tripla, quadrupla, con le mille ipotesi dell’esistenza. Questo è il problema di coloro che sentono troppo e capiscono troppo: che potremmo essere tante cose, ma la vita è una sola e ci obbliga essere solo una cosa, quella che gli altri pensano che noi siamo.” Queste parole di Antonio Tabucchi scritte nella prefazione di Fragments di Marilyn Monroe fanno venire in mente altre righe di Robert Musil ne L’uomo senza qualità: “Poteva soltanto dire che si sentiva assai più lontano che in gioventù da quello che aveva voluto essere, ammesso che lo avesse mai saputo. Con meravigliosa acutezza egli vedeva in sé- ad eccezione del saper guadagnare denaro, che non gli occorreva – tutte le capacità e qualità che il suo tempo apprezzava di più, ma aveva perduto la possibilità di applicarle; e poiché in fin dei conti, se ormai anche i giocatori di calcio e i cavalli hanno genio, soltanto l’uso che se ne fa può ancora salvarne il carattere particolare, decise di prendersi un anno di vacanza dalla vita per cercare un uso appropriato delle sue capacità”.

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