sabato 16 luglio 2011

Sirene

Esterno, notte. Piove con forza. Due amici, una birra, un mojito, e quei cento metri, nel buio, a due passi da loro. In cima alla collina una chiesa illuminata. Parlano di sirene.
- Nell'Odissea Omero non le descrive mai fisicamente, ma dice che dalle loro labbra esce una voce soave che abbellisce, arricchisce la mente. È Circe che mette in guardia Ulisse dalle "argute labbra" delle sirene il cui canto impedisce a chi lo ascolta di tornare a casa, dalla sposa fedele e dai figli. Rapiti dai loro canti i naviganti si schiantano contro un'alta scogliera. Per questo Circe suggerisce ad Ulisse di turarsi le orecchie con la cera in modo che non vi possa penetrar la loro voce. Per Ovidio sono esseri metà donna e metà uccello, nelle Metamorfosi hanno "penne e zampe d'uccelli", "visi di fanciulle", "arti dorati da penne".
- E Orfeo che dalla nave degli argonauti canta più dolcemente di loro, le sirene precipitano in mare e si trasformano in rocce perché la loro punizione è la morte se non riescono a incantare i viaggiatori. Lo racconta Apollonio Rodio nelle Argonautiche.
- Anche la Sfinge precipitò dall'alto quando il suo enigma venne indovinato.
- Ma qual è secondo te l'origine della parola sirena?
- L'origine non è chiara, il greco seiren forse deriva dal verbo eiro che vuol anche dire annunziare, raccontare, narrare
- E c'è un momento in cui da semiuccelli si trasformano in semipesci?
- Probabilmente nel Medioevo con il diffondersi dei bestiari e del Liber Monstrorum nel quale l'autore le rappresenta come "fanciulle marine che perdono i naviganti con le loro grazie e con la dolcezza del loro canto, hanno natura mista di vergine e di pesce."
- Questa mescolanza di caratteristiche umane e animali che si ritrova in molte immagini della pittura e in diversi miti del mondo greco, Minotauro, Centauro, Arpie, ma anche di altre culture, quella egizia, quella indiana, e anche nelle rafffigurazioni di angeli e diavoli, esseri alati i primi, alati e con teste, code e artigli animaleschi i secondi. Che significa, cosa mostrano i mostri?
- Domanda impegnativa, continua a piovere, forse è meglio che ce ne andiamo. Mi vengono in mente diverse parole: sogno, paura, inconscio, differenza, composizione, insufficienza, vertigine, trasgressione, oscurità, disordine, natura, mistero, incontro, magia, fantastico, perturbante, inferno, collegamento, altrove, mistero, unione.
- Forse non c'entra nulla, ma la tua parola unione mi fa pensare al mito dell'androgino nel Simposio di Platone, "l'androgino era il terzo genere umano "composto dal maschile e dal femminile così nel nome come nell'aspetto reale". E senti come descrive l'uomo: "La figura di ogni uomo era tutta rotonda, con dorso e fianchi in cerchio, quattro mani e lo stesso numero di gambe, e due volti, in tutto eguali, su un collo cilindrico; e con una sola testa per entrambi i visi rivolti in senso contrario, e quattro orecchie, e due genitali, e tutto il resto come si potrebbe figurare in conseguenza. E camminava pure eretta come ora, in quel dei due sensi preferisse; e quando voleva prender la rincorsa, come i saltimbanchi volteggiano in cerchio facendo girare in aria le gambe, così essi, appoggiandosi sulle otto membra che avevano, avanzavano rapidamente ruotando". Platone dice che avevano questo aspetto circolare perché il maschile aveva avuto origine dal sole, il femminile dalla terra e l'androgino dalla luna che partecipa di entrambi.
- Caro amico i racconti e quelli che raccontano son come le sirene, vogliono farsi ascoltare e portarci dove voglion loro, e se non ci riescono la loro voce si spegne. Possiamo ascoltarli o, come Ulisse, turarci le orecchie con la cera. Andiamo che ha smesso di piovere.

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