venerdì 14 giugno 2013

Manildo, sindaco smart


Un sindaco smart. Giovanni Manildo primo sindaco "rosso" di una città che dal dopoguerra si è prima affidata alla balena bianca e poi al celodurismo leghista, comincia con una conferenza stampa in un orario insolito: alle 16.30. Entra con una Lacoste marrone e un sorriso alla Hugh Grant, poi annuncia subito un ritiro spirituale sulle colline del Montello "per fare squadra", domenica 22 giugno. Non in una abbazia come Letta, ma in un agriturismo con tanto di biciclettata e partita a calcio. Leggera anche la giunta che sarà annunciata in questi giorni con un assessore in meno: tre donne e tre uomini. Domani,invece, sotto la Loggia dei Cavalieri in centro a Treviso incontrerà Giorgio Orsoni, sindaco di Venezia, e Ivo Rossi, sindaco di Padova, per discutere della PaTreVe, una grande area metropolitana che mescola e interconnette luoghi e persone.
Vuole portare nuovi colori e nuove idee: di Reggio Emilia copierebbe le iniziative in tema di partecipazione e sostenibilità, di Vicenza l’ordinanza che permette agli artisti di strada di esibirsi in veri e propri eventi negli spazi cittadini, di Genova la capacità di diventare una smart city per i giovani. Intanto ha già annunciato il registro delle unioni civili: "Una questione di civiltà giuridica per le coppie eterosessuali ed omosessuali. Riparte in scooter, beige, in tinta con la maglietta. A motore acceso ancora una domanda: A Treviso è successo quello che non è avvenuto a livello nazionale. Cos’è mancato al PD?
"Forse è mancato il coraggio di cambiare, di essere portatori del cambiamento. A Treviso questa convinzione non è mai venuta meno e siamo riusciti a trasmetterla alle persone". Sindaco, e Renzi? "Lo ammiro molto, ha dato una visione di futuro alla sua città, è questo che un sindaco deve fare."
Anche un Governo.

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