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"Il difficile era il soggetto. Lo cercavano pranzando, e bevevano caffè, liquore indispensabile al cervello, poi due o tre bicchierini. Più tardi, dopo aver dormito, scendevano a passeggiare nel frutteto; e non trovando neppure qui l'ispirazione, battevano la campagna a fianco a fianco e rientravano sfiniti. Oppure, si rinchiudevano a doppia mandata, Bouvard sgombrava il tavolo, si metteva davanti un foglio di carta, intingeva la penna e rimaneva con gli occhi al soffitto, mentre Pécuchet, in poltrona, le gambe distese, meditava a capo chino. Talora avvertivano un brivido, la ventata di un'idea; al momento di afferrarla, si dileguava. Ma esistono metodi per scoprire soggetti. Si prende un titolo, a caso, e ne scaturisce un fatto; si sviluppa un proverbio, si combinano insieme alcune avventure. Nessuno di questi artifici riuscì. Scartabellarono invano raccolte di aneddoti, parecchi volumi di cause celebri, una pletora di storie. E vagheggiavano di essere rappresentati all'Odéon, pensavano a agli spettacoli. rimpiangevano Parigi.
"Ero nato per fare lo scrittore, e non per seppellirmi in campagna!", diceva Bouvard.
"Anch'io" rispondeva Pécuchet.
Fu illuminato da un'ispirazione: se incontravano tante difficoltà, dipendeva dalla mancanza di regole. Le studiarono ne La Pratique du Théatre di d'Aubignac, e in qualche opera meno antiquata. Vi si discutono problemi importanti: se la commedia possa venire scritta in versi. se la tragedia non ecceda i limiti ispirandosi alla storia moderna, se i protagonisti debbano essere virtuosi, che genere di furfanti comporti, fino a che punto siano permessi gli orrori. Che i particolari concorrano a un unico effetto, che l'interesse sia crescente, che la fine sia in armonia con l'inizio!
Inventate intrecci che avvincano la mia attenzione dice Boileau. Ma come fare a inventarli? Che in tutti i vostri dialoghi l'ardor delle passioni vada dritto al cuore, lo riscaldi e lo emozioni. Come scaldare il cuore? Insomma le regole non bastano. Ci vuole, in più, il genio."
Da Bouvard e Pécuchet di Gustave Flaubert
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"Erica aveva pubblicato quattro libri, ma erano tutte biografie su altrettante importanti scrittrici. Non era ancora riuscita a chiamare a raccolta il coraggio necessario per creare una storia tutta sua , eppure sapeva che dentro di lei c'erano dei libri che aspettavano di essere scritti. Forse questo spunto avrebbe potuto fornirle l'estro e l'ispirazione di cui aveva bisogno.Il fatto che conoscesse Alex dall'infanzia avrebbe solo rappresentato un vantaggio.La sua coscienza si rivoltò a quell'idea, ma la scrittrice che albergava in lei esultò."
Da La principessa di ghiaccio di Camilla Läckberg
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"Perché tanti scrittori tutti insieme? Perché tanti autori di romanzi che nella propria vita (ma anche no) si sono dedicati a tutt'altro che alle lettere? Perché, mi sembra, il romanzo da molto tempo ha esaurito il suo ciclo vitale, come la sua stessa inflazione attesta. Non c'è più come arte. Ne è rimasto il fantasma del prestigio sociale. Ma quando tutti avranno scritto la propria memoria o (più affascinante) il proprio romanzo, quando tutti saranno stati promossi, toccati da quel prestigio, che ne sarà del prestigio?"
Franco Cordelli, Corriere della Sera del 30-8-2010
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Si può essere scrittori in molti modi. Vargas Llosa ha recensito Suite francese di Irène Némirovsky che racconta la vita nella Francia rurale e contadina occupata dalle truppe tedesche. Il manoscritto fu scoperto dalle figlie nella valigia che portavano sempre con sé dopo che la madre fu deportata perché ebrea. Per diverso tempo non ebbero il coraggio di leggere quei taccuini che erano scritti in caratteri minuti per non consumare inutilmente la carta e senza una correzione.
Diversi scrittori dopo aver pubblicato con Mondadori (delle cui vicissitudini giudiziarie erano consapevoli) quest'estate si sono posti il problema se fosse etico scrivere per quella casa editrice. Ma l'etica prima di essere invocata -probabilmente ad usum delphini - va definita. Si potrebbe inoltre porre la seguente domanda: è etico che le opere d'arte abbiano un prezzo, siano equivalenti alle merci?
Asne Seierstad, autrice del romanzo Il libraio di Kabul è stata condannata per violazione della privacy. Shah Muhammad Rais, il libraio che aveva ospitato la giornalista norvegese, l'ha denunciata per aver diffuso notizie false e confidenze intime "inventate" o "rubate" durante i mesi in cui è stata ospite della sua famiglia.
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"Tutto quello che occorre all'autore, in ciò che andrà scrivendo, è il gusto di rappresentare le cose; più questo sarà perfetto, e migliore risulterà ciò che ha scritto.
Miguel de Cervantes, Don Chisciotte della Mancia
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