domenica 19 aprile 2009

Una scrittura femminile azzurro pallido

"Soltanto adesso il viso di Vera incominciò a squarciare la vuota e chiara superficie, ma fu come se venisse da una remota lontananza. Sembrava che una persona inesperta manovrasse a casaccio la rotella di un binocolo nel tentativo di mettere bene a fuoco un oggetto lontano. Più o meno era così. Nella lente ancora torbida comparvero per i primi i capelli pettinati con la riga in mezzo, capelli neri come la notte che le scendevano dritti sulle spalle..."
Alcune righe dello straordinario romanzo scritto da Franz Werfel nel 1941 a Buenos Aires. Nella vita di Leonida e Amelie compare una lettera con una "scrittura femminile azzurro pallido". Pagina dopo pagina ci si immerge nei pensieri e nei sentimenti sconosciuti della coppia. Il romanzo è anche un silenzioso congedo dalla civiltà mitteleuropea.

"Le soir"

"Un conto è chiedersi, in fondo un po' futilmente, se ci siano davvero altri soggetti fuori della nostra coscienza, un altro, ben diverso, è sapere chi siano veramente. Per esempio e per concludere, poco tempo dopo la sua morte, emerse che de Man, quando viveva in Belgio all'epoca dell'occupazione tedesca, aveva pubblicato degli articoli antisemiti sul quotidiano collaborazionista "Le soir". De Man non aveva mai fatto parola a Derrida di quei trascorsi. Era un bugiardo? Supponeva che Derrida lo sapesse già? Si vergognava troppo? Mentiva anche a se stesso? Ecco qualcosa che non potremo mai sapere, mentre possiamo legittimamente attenderci che, col tempo, la fisica elabori una Teoria del Tutto."
(Da "Introduzione a Derrida" di Maurizio Ferraris)

venerdì 17 aprile 2009

Countdown

Conto alla rovescia per il viaggio nella City, 
il prossimo strillo del famoso quotidiano londinese sarà: 
nasce in terre anglosassoni il mister Jekyll della scrittura italiana: di giorno scrive in perfetto inglese, di notte favoleggia arie musicali italiane mentre gozzoviglia tra soup e pub, ma 
è lui o non è lui?
 Parla tedesco abbastanza bene, ha un fare sornione, è romantico come un autentico parigino, è furioso come uno spagnolo in momenti portoghesi. La organizzata polizia britannica setaccia da cima a fondo l'hinterland londinese, ma di lui non ci sono tracce. 
Dove si sarà nascosto doctor Hyde? 
Voci ben informate l'hanno visto al British Museum con amici a bere una tazza di the, estasiati da ciò che li circondava. Il presagio diventa realtà, nella notte nebbiosa della ordinata Londra si ode canticchiare la famosa canzone di Lennon ... "è qui!".
Antongiulio Cerruti

mercoledì 15 aprile 2009

L'autobus blu

L’autobus blu ondeggia tra le colline. Dopo San Gimignano e Monteriggioni sale i tornanti che portano a San Domenico. Oltre la siepe il duomo, inscatolato dai ponteggi del restauro, sormonta le case che stanno una sopra l’altra come canne d’organo. Sulla sinistra la torre del Mangia annuncia il Campo, la piazza più bella del mondo, un abbraccio di luce e argilla. L’Alma Domus e la casa natale di Santa Caterina, vicino Fontebranda, sorvegliano lo stretto arco che introduce a via della Galluzza. La via scende e sale come una U nella contrada dell'Oca, poi in cima a destra si raggiunge il battistero e la gradinata che porta alla piazza del duomo.
Entro nella chiesa e raggiungo la Libreria Piccolomini per rivedere gli affreschi del Pinturicchio con i volti di un tempo lontano ed Eolo che soffia sulle pagine del codice di Liberale da Verona. Il dio dei venti soffia con forza con un piede poggiato su una barca in mezzo al mare, ha i capelli gonfiati dal vento e un pezzo di stoffa, forse la vela strappata, che rotea in cerchio. Eolo è al centro della lettera O che inizia la parola Oram, spira con forza, impazienza e una certa spavalderia.