L’autobus blu ondeggia tra le colline. Dopo San Gimignano e Monteriggioni sale i tornanti che portano a San Domenico. Oltre la siepe il duomo, inscatolato dai ponteggi del restauro, sormonta le case che stanno una sopra l’altra come canne d’organo. Sulla sinistra la torre del Mangia annuncia il Campo, la piazza più bella del mondo, un abbraccio di luce e argilla. L’Alma Domus e la casa natale di Santa Caterina, vicino Fontebranda, sorvegliano lo stretto arco che introduce a via della Galluzza. La via scende e sale come una U nella contrada dell'Oca, poi in cima a destra si raggiunge il battistero e la gradinata che porta alla piazza del duomo.
Entro nella chiesa e raggiungo la Libreria Piccolomini per rivedere gli affreschi del Pinturicchio con i volti di un tempo lontano ed Eolo che soffia sulle pagine del codice di Liberale da Verona. Il dio dei venti soffia con forza con un piede poggiato su una barca in mezzo al mare, ha i capelli gonfiati dal vento e un pezzo di stoffa, forse la vela strappata, che rotea in cerchio. Eolo è al centro della lettera O che inizia la parola Oram, spira con forza, impazienza e una certa spavalderia.
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