giovedì 29 ottobre 2015

Mercanti d’ogni cosa


“Questi mercanti d’un po’ di ogni cosa , furbacchioni matricolati, si sottintende, e poliglotti come i loro fratelli di banda, usano nel tentare la gente un certo procedimento drammatico che diverte assai, e che di rado fallisce allo scopo dell’attore. Le loro botteghe son quasi tutte stanzuccie oscure piene di casse e d’armadi, dove bisogna accendere il lume e c’è appena posto da rigirarsi.
Dopo avervi fatto vedere qualche vecchio stipetto intarsiato d’avorio e di madreperla, qualche porcellana  chinese, qualche vaso del Giappone, il mercante vi dice che ha qualcosa di speciale per voi, tira fuori un cassetto e vi rovescia sulla tavola un mucchio di ninnoli:

giovedì 8 ottobre 2015

Meravigliarsi


“Il thaumazein, la meraviglia di fronte a ciò che è così come è, consiste per Platone in un pathos, in qualcosa che viene subito e che, in quanto tale, si distingue nettamente dal doxazein, dal formarsi attivamente un’opinione su qualcosa. La meraviglia che l’uomo patisce, o che lo colpisce, non può tradursi in parole perché è troppo smisurata per le parole. Platone vi si dev’essere imbattuto per la prima volta in occasione di quegli stati traumatici di Socrate, di cui abbiamo frequenti resoconti, durante i quali il filosofo, come preso da un raptus, sarebbe improvvisamente piombato nella più completa immobilità, fissando nel vuoto senza vedere o sentire nulla. Per Platone e Aristotele divenne assiomatico che questa meraviglia muta  fosse l’origine della filosofia. Ed è precisamente questo riferimento  a un’esperienza concreta e unica a contraddistinguere la scuola socratica rispetto alle filosofie occidentali.

giovedì 1 ottobre 2015

Vendemmia

Secchi, secchi, secchi. Chi almeno una volta vi abbia partecipato, per divertimento o come stagionale, sa che senza un secchio da riempire la raccolta dei grappoli s'intralcia. Un secchio vuoto, d’altra parte, può portare lontano, come racconta Kafka nella sua novella dedicata al cavaliere del secchio, der Kübelreiter. Tra i filari, uno di fronte all’altro, si dipanano non solo i tralci per scovare l’uva che gioca a nacondino tra le foglie, ma anche i fili di conversazioni inaspettate, gomitoli di pensieri, girotondi di battute, e in sottofondo il ticchettio continuo, o quasi, delle cesoie.