venerdì 28 marzo 2014

L'angelo indeciso




L’angelo indeciso guarda verso il basso, in fondo a sinistra, da qualche parte. Nella sinopia il volto guarda dal lato opposto, sempre in basso; i profili nero e giallo confondono, come occhi strabici, esitano sulla soglia di una storia che non sanno più raccontare. (Viene in mente l'Angelus Novus di Benjamin)
La dama salvata dal pozzo dal cavaliere non vede l’ora di tornare verso il castello sfocato sulla linea dell’orizzonte, in mezzo un vuoto, una lacuna marrone scuro ha annegato il paesaggio.
In un’altra stanza l’aquila nera inviata da Zeus rapisce Ganimede e sale oltre le nuvole.
Frammenti di architetture lontane, ricostruzioni ambigue, imprecise, parziali, eppure fra angeli e navi nella tempesta, il racconto prende forma, la sua materia è l’incompletezza. Il mosaico è sempre incompleto anche quando non manca nessuna tessera. L’incanto dell’affresco al Museo d’arte di Ravenna è una mostra rara: un susseguirsi di citazioni, brandelli di testi, immagini rubate alla cornice. Eppure ogni frammento, ogni affresco, strappato da un edificio in rovina e poi collocato sulla tela, lascia stupiti. L’esposizione, a cura di Claudio Spadoni e Luca Ciancabilla,  raccoglie 110 opere fra cui Correggio, Luca Signorelli, Moretto, Tiepolo, Romanino, Bernardino Luini, Melozzo da Forlì.
Proseguiamo sulle tracce di tempi più lontani. Le stelle sulla tomba di Galla Placidia, universo perfetto di linee oro  incastonate nel blu intenso della notte, vaganti metafore della notte mai blu e oro.
Oltre gli archi di un portico, dalle parti di San Francesco,  delle scritte su saperi diffusi e malesseri esistenziali, tentativi maldestri di scrivere nero su bianco di cose e persone che spesso non vogliono lasciarsi mettere a fuoco, preferiscono, restare forse defocalizzate, immaginate, tratteggiate, come negli affreschi rovinati, come il povero con la sua borsa di plastica che mi fa cenno di non fotografare.
Il secondo giorno trascorre fra la gentilezza di Urbino, città dai molti saperi; l’inganno di San Leo, scheggia inaccessibile da un lato, quieto borgo dall’altro;  la giocosità di Rimini con le Pescherie affollate di giovani e note scintillanti. E Piazza Ferrari dove si entra in un’antica domus romana, la  Casa del chirurgo, e confonderti fra mosaici del secondo secolo che si aprono su scheletri più recenti. “Il chirurgo Eutyches era colto, ricco e di origine orientale: trapanava crani e preparava unguenti.”
Oltre il vetro appannato del Grand Hotel una foto in bianco e nero di Federico Fellini con Giulietta Masina. Nel suo Libro dei sogni, in esposizione al museo della città, un disegno blu e oro: due seduti sulla battigia guardano le stelle, questa volta sono dei punti bianchi. "Siamo misteri che vivono un mistero."
Angeli indecisi se cambiare prospettiva, se guardare l’abisso dall’alto o dal basso, oppure restare attoniti come bufali di plastica davanti ad un altare, uno schermo, una band di vigliacchi che cantano canzoni di altri.
Seminiamo segni semi: alcuni cadranno sulla pietra, altri saranno mangiati dagli uccelli, ma qualcuno germoglierà.
Per la foto dell'Angelo pensante, dalla scena scena del Giudizio Universale, Pisa Camposanto Monumentale, attribuito a Buonamico Buffalmacco, si ringrazia  il MAR di Ravenna.

martedì 25 marzo 2014

10 tweet per l'editing


- Rileggete ad alta voce, e con una diversa impaginazione.
- Andate a caccia di refusi, virgole e punti.
- Fate leggere a un amico.
- Verificate tempi dei verbi e concordanze.
- Controllate le parole straniere.
- Evitate le forme passive.
- Togliete le ripetizioni.
- Non abbondate in citazioni.
- Sciogliete le parentesi.
- Sottraete le parole e i periodi inutili.

martedì 11 marzo 2014

Quando il cuore si ferma




In inglese ha un nome da spy story, sudden death, in italiano morte improvvisa: un corto circuito del cuore, la “luce” si spegne e, spesso, non c’è niente da fare. La causa non è un infarto, un’ostruzione delle arterie coronariche, ma malattie dai nomi più complicati e molto subdole, spesso di origine genetica, che agiscono sugli impulsi elettrici da cui dipendono le contrazioni e provocano l'arresto cardiaco. 

Nel libro “Quando il cuore si ferma – conversazione con Pietro Delise” di Mario Anton Orefice, disponibile anche in formato ebook si raccontano i casi famosi e drammatici di Antonio Puerta, il ventiduenne difensore del Siviglia, che il 25 agosto del 2007, in campo contro il Getafe, perde conoscenza e si accascia sull’erba; del centrocampista del Camerun Marc Vivien Foe; dell’imprenditore trevigiano della bicicletta Andrea Pinarello; del campione della pallavolo italiana Vigor Bovolenta; del centrocampista del Livorno Piermario Morosini.

sabato 8 marzo 2014

Leopardi non twitterebbe)


La scrittura prima di essere stata scrittura è stata traccia, segno: l’impronta di una mano nell’argilla, l’orma di un animale nel fango, il profilo scavato nella roccia con un sasso, i bastoncini lanciati dai sacerdoti nel bosco che si componevano in misteriosi disegni: una pratica divinatoria raccontata da Tacito in Germania; da questi bastoncini probabilmente nacquero le lettere dell’alfabeto runico.
Con il linguaggio dei social e degli sms si è tornati al segno ma anche agli acronimi, alle abbreviazioni, molto usate nell’antichità: SPQR, PX, @ che nel Cinquecento era l’icona con cui i mercanti veneziani rappresentavano l’unità di misura dell’anfora; in seguito divenne il carattere tipografico che nel mondo anglosassone significava at a price of . 
Alle faccine, emoticon: gli occidentali per formarli usano i segni di punteggiatura da sinistra a destra, i giapponesi invece dispongono lettere e segni frontalmente, per esempio grazie diventa due parentesi per il volto  e due m per le mani:  m(_)m, un inchino.
"Questo mondo, osserva Francesca Chiusaroli, ci costringe ad orientarci attraverso i simboli, delle piccole porte, delle icone che ci introducono nelle mappe della conoscenza on line. Pensiamo ai doodle di Google, alle scritte mescolate a simboli e acronimi come I (cuore) NY, alla F di Facebook, all’uccellino azzurro di Twitter.”