giovedì 29 ottobre 2015

Mercanti d’ogni cosa


“Questi mercanti d’un po’ di ogni cosa , furbacchioni matricolati, si sottintende, e poliglotti come i loro fratelli di banda, usano nel tentare la gente un certo procedimento drammatico che diverte assai, e che di rado fallisce allo scopo dell’attore. Le loro botteghe son quasi tutte stanzuccie oscure piene di casse e d’armadi, dove bisogna accendere il lume e c’è appena posto da rigirarsi.
Dopo avervi fatto vedere qualche vecchio stipetto intarsiato d’avorio e di madreperla, qualche porcellana  chinese, qualche vaso del Giappone, il mercante vi dice che ha qualcosa di speciale per voi, tira fuori un cassetto e vi rovescia sulla tavola un mucchio di ninnoli:

giovedì 8 ottobre 2015

Meravigliarsi


“Il thaumazein, la meraviglia di fronte a ciò che è così come è, consiste per Platone in un pathos, in qualcosa che viene subito e che, in quanto tale, si distingue nettamente dal doxazein, dal formarsi attivamente un’opinione su qualcosa. La meraviglia che l’uomo patisce, o che lo colpisce, non può tradursi in parole perché è troppo smisurata per le parole. Platone vi si dev’essere imbattuto per la prima volta in occasione di quegli stati traumatici di Socrate, di cui abbiamo frequenti resoconti, durante i quali il filosofo, come preso da un raptus, sarebbe improvvisamente piombato nella più completa immobilità, fissando nel vuoto senza vedere o sentire nulla. Per Platone e Aristotele divenne assiomatico che questa meraviglia muta  fosse l’origine della filosofia. Ed è precisamente questo riferimento  a un’esperienza concreta e unica a contraddistinguere la scuola socratica rispetto alle filosofie occidentali.

giovedì 1 ottobre 2015

Vendemmia

Secchi, secchi, secchi. Chi almeno una volta vi abbia partecipato, per divertimento o come stagionale, sa che senza un secchio da riempire la raccolta dei grappoli s'intralcia. Un secchio vuoto, d’altra parte, può portare lontano, come racconta Kafka nella sua novella dedicata al cavaliere del secchio, der Kübelreiter. Tra i filari, uno di fronte all’altro, si dipanano non solo i tralci per scovare l’uva che gioca a nacondino tra le foglie, ma anche i fili di conversazioni inaspettate, gomitoli di pensieri, girotondi di battute, e in sottofondo il ticchettio continuo, o quasi, delle cesoie. 

lunedì 28 settembre 2015

Scapecchi racconta Manuzio

Per i cinquecento anni dell’umanista e stampatore Aldo Manuzio, che a Venezia rivoluzionò con il suo genio il mondo del libro, Poste italiane ha emesso un francobollo commemorativo con l’anno di nascita sbagliato. 
“Premesso che non è attestato in nessun documento a noi conosciuto, secondo me non è il 1449”. Piero Scapecchi è una star, termine che a lui non piace, fra i bibliotecari italiani: nel mondo i grandi esperti di incunaboli e della vita di Aldo Manuzio non arrivano a dieci, lui è uno di loro. 

mercoledì 2 settembre 2015

Una start up a base di frutta fresca

Una start up a base di frutta fresca che a Venezia è diventata un’impresa modello: dà lavoro a circa 30 studenti universitari che con una piattaforma web gestiscono i turni in base alle date delle lezioni e agli esami. “L’idea di Frulala è nata nel 2006 - racconta Avichail Banin, 39 anni ed ex gestore del ristorante Gam Gam in Ghetto. Insieme al mio amico Oded Ben Ari, parlavamo spesso la sera di come immaginavamo il nostro fruit bar. Il progetto vero e proprio è stato presentato da Oded a Tel Aviv nell’ambito di un master in economia e management. Poi da giugno 2008 abbiamo aperto il bar vicino a campo Santi Apostoli e nel giugno del 2009 si è presentata l’occasione del chiosco lungo la Strada Nova”. 
Avichail e Oded hanno ricevuto già almeno cento richieste per aperture in franchising, ma loro tengono duro: “Abbiamo ancora delle piccole cose da mettere a posto, come il sito web, il lancio di alcune nuove zuppe e frullati, una strategia di web marketing...ci sta lavorando il gruppo italo-israeliano composto da brand strategic manager, copywriter, grafici, designer e un cuoco”. 

lunedì 24 agosto 2015

Sedici mesi di avventure

La borraccia per l’acqua è in alluminio, con ammaccature e un moschettone da arrampicata. Non riesce ancora a separarsene. Quella borraccia l’ha accompagnata in un lungo viaggio da Toronto a Santiago del Cile: sedici mesi di avventure, 15 stati in autobus, treno, macchina; uno zaino pieno di racconti e fotografie che diventeranno un libro. Alice Pontini, 26 anni, momentaneamente di Susegana, è tornata a casa venerdì mattina. Sul braccio destro un nuovo tatuaggio: la scritta yellow e una bilancia: “Per ricordarmi che ogni giorno ha qualcosa di giallo, il colore dell’allegria”. 

mercoledì 5 agosto 2015

“Se hai un sogno il mondo cambia”


Stagni per l’allevamento dei pesci in Togo,  un progetto di riciclaggio dei rifiuti a Luanda, una start up che valorizza i capelli afro, un sistema di pozzi d’acqua alimentati dall’energia solare a Kinshasa, un centro che distribuisce kit per partorire in sicurezza in Tanzania, una piattaforma dedicata all’agricoltura in Senegal. Non solo idee per fare impresa sociale, ma il risultato di una visione rivoluzionaria dell’Africa come laboratorio di creatività e cultura. Un modo nuovo di vedere e interpretare le cose, il cuore dell’African Summer School: una settimana di formazione unica come certi paesaggi che tolgono il fiato.
Ci arriviamo a piedi a Villa Buri, circondata da un parco lì da secoli, a qualche chilometro dai ponti di Verona, Evelyn, Francesca e io, una domenica pomeriggio di luglio, dopo essere scesi al capolinea del 90.  Nell’ordine incontriamo un bar chiuso da tempo, un signore a cavallo e un grande fiume.

martedì 4 agosto 2015

"La materia è madre"

Un ulivo millenario lungo il Sile, le sue radici disegnano un sole e il tronco cavo allude al passaggio dall’Inferno al Purgatorio. È la scultura alla quale Romano Abate, sta lavorando da tre anni e che rappresenterà il fulcro attorno al quale a novembre si svolgeranno al Museo di Santa Caterina di Treviso le celebrazioni dei 750 anni dalla nascita di Dante: mostre di pittura e una serie di concerti a cura di Pietro Fabris. 
Abate nasce a Cividale del Friuli nel 1941. Una vocazione precoce la sua, che lo raggiunge sul greto del Natisone, quando da bambino esplora con gli amici quel territorio abitato da leggende e da strane “facce” di legni che spuntano fra le pietre. Da grande frequenta lo Iuav di Scarpa e Zevi a Venezia, si diploma maestro d’arte all’istituto di Nove di Bassano del Grappa e si trasferisce in provincia di Treviso nel 1963.

giovedì 16 luglio 2015

Nelle mani di Facebook


Una parte della nostra vita è nelle mani di Facebook. Non che questa sia una gran scoperta, ma per chi è nato prima, molto prima, di Facebook, è strano fare i conti con un sistema umanoide che controlla i messaggi (45 miliardi al giorno), ricorda i compleanni, ripropone quello che si è scritto o fotografato anni fa, seleziona le notizie che più ci interessano. Un grande casellario sociale tarato sulle nostre passioni, uno spazio virtuale “intimo e personalizzato”, così lo definiscono i guru del social media marketing. Un cimitero in crescita: “in caso di decesso, amici e parenti possono rendere commemorativo il profilo e l’espressione ‘in ricordo’ è visualizzata accanto al nome”. Un territorio per filosofi: una parte della nostra anima, che è anche memoria, per caso ha cambiato indirizzo?

martedì 14 luglio 2015

Laboratorio nomade di scrittura

Comincerei con un gioco. Scegliete un testo, da un giornale, da un blog, da un libro. Diciamo cinque righe. Poi concentratevi sulle parole e cominciate a togliere un aggettivo, a cambiare un sostantivo, a modificare la punteggiatura. Sperimentate. Riscrivete iniziando dall’ultima frase, riassumete le cinque righe con quattro parole, poi con tre, due, una. E ricominciate. Riscrivete con stili diversi: poetico, ironico, giornalistico...e poi confrontate le diverse versioni con l’originale.
Scoprirete la cosa più importante: scrivere è scegliere delle parole invece di altre, è interrogarsi sulla loro capacità di rinviare a esperienze, immagini, associazioni.
Guerra o dissidio? Roma o la Capitale? Trolley o valigia? Poesia o componimento in versi? Odissea o viaggio travagliato? Vento o venti?  Incipit, inizio, partenza, start up, principio, avvio... Da dove cominciare?
A) Da un buon libro: Bouvard e Pecuchet di Flaubert, Il Maestro e Margherita di Bulgakov, Lord Jim di Conrad, Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati, Il giunco mormorante di Nina Berberova.
B) Da un laboratorio di scrittura con esercitazioni pratiche e supervisione dei testi. Programma: Catturare l'attenzione, Una parola non vale l'altra, Parole magiche, Esercizi di stile, La leggerezza, Governare la molteplicità, Le informazioni e la loro gerarchia, L'importanza del titolo e dell'incipit, La sintesi delle informazioni, La conclusione, L'architettura del testo, Virgola, Punto, Due punti, Puntini, puntini ..., Declinare i contenuti, Il comunicato stampa, La campagna pubblicitaria, Il sito Internet, Mailing, Mail, Blog, Social media, Le figure retoriche, La metafora, La metonimia, L'attenuazione, L'ironia.
 C) Da alcuni consigli: Il difficile è il messaggio, cercatelo. Scrivere è unire delle parole, non parole. Un verbo ha più forza di un sostantivo. Il segreto è nei dettagli. Non perdere il filo del discorso: l’intreccio affascina, il garbuglio no. Frasi subordinate con molto giudizio. Scegliere un’immagine coerente.Metafora o metonimia: sale e pepe della scrittura. Le parole necessarie non hanno aggettivi né, naturalmente, avverbi. I neologismi efficaci sono strarari. Foreign words grab your attention. Ogni sinonimo ha altri sinonimi. Semplice è diverso da banale. La punteggiatura costruisce il ritmo. Leggero, barocco, complesso, questioni di stile. Rime, ripetizioni, allitterazioni in minime porzioni. I numeri garantiscono l’effetto “wow”, anche i nomi famosi. Strano piace e l’ironia conquista. Curate il carattere, il corpo e l’interlinea. Rileggete ad alta voce e anche oirartnoc la.
Il laboratorio nomade di scrittura può essere tenuto in  qualsiasi luogo e a qualsiasi ora. Per informazioni: marioantonorefice@gmail.com

martedì 30 giugno 2015

Grandi e inutili


Grandi e inutili del giornalista di Repubblica Antonio Fraschilla (ed. Einaudi, p. 158) trabocca di un desolato stupore per lo scempio di città e paesaggi, per la classe politica di un Paese nel quale “la logica delle infrastrutture non è stata un volano per la competizione, come avvenuto in altri paesi europei, dalla Spagna alla Polonia, dalla Francia alla Germania, ma è stata un volano per fare piccoli e grandi affari”. Il saggio può essere letto anche come un trattato di anatomia della stupidità, un’analisi della questione meridionale, un atlante dell’assurdo, un catalogo di incubi urbanistici. Olimpiadi di Torino 2006: buttati fra i 200 e i 300 milioni di euro per impianti abbandonati. G8 alla Maddalena: 600 milioni per strutture mai usate e la bonifica del tratto di mare antistante l’arcipelago non completata. Il premio all’incompiuta artistica va al teatro di Sciacca, progetto di Giuseppe Samonà, lavori iniziati nel 1978; l’edificio, dotato di poltroncine climatizzate e della centralina di regia e mixaggio, non è mai entrato in funzione. A Baia di Campi (Gargano) nel 1999 si rilascia il certificato di collaudo per un hotel di 342 posti letto che oggi cade a pezzi: costo 80 miliardi di lire.

mercoledì 17 giugno 2015

Umberto Eco e i social-imbecilli


Umberto Eco, l’apocalittico, come molti altri, pensa che i social media diano diritto di parola a milioni d'imbecilli. Forse, la sua, come di molti altri, è solo una grande paura della tecnologia elettrica che sta cambiando il nostro modo di pensare, di agire, di vivere, proprio come accadde con l'invenzione della stampa cinquecento anni fa o giù di lì. Il Professore, che giorni fa si trovava all'Università di Torino, per una laurea honoris causa in Comunicazione e cultura dei media, ha detto:
"I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli. La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità."

mercoledì 10 giugno 2015

10 regole per scrivere una mail perfetta


1) Il campo più importante è quello dell’oggetto. Corrisponde al titolo di un articolo, se non è interessante, preciso, sintetico, nessuno vi leggerà. Evitate le parole singole, quelle  generiche e le domande. Da bocciare titoli come: Relazione dell’incontro, Domani appuntamento,  Preventivi. Saranno efficaci invece titoli come:
Relazione o verbale riunione del 19/ 5/2015 h15;
Richiesta appuntamento con responsabile ufficio marketing; Preventivi stampa guida di Venezia.
Non usare mai la funzione replay su una mail a cui abbiamo già risposto, ha un oggetto non pertinente e genera solo confusione.
2) No a toni troppo confidenziali. Gli emoticon (le faccine) sono ammessi solo se servono a migliorare l’efficacia della comunicazione: in generale saranno graditi se accompagnano l’invito a un party aziendale o a un appuntamento riguardante il tempo libero.

lunedì 1 giugno 2015

Artigiani a Venezia

"L’arte migliore è quella in cui la mano, la testa e il cuore di un uomo procedono in accordo”, scriveva John Ruskin. Le mani degli artigiani veneziani lavorano giorno e notte in spazi nascosti fra le calli, a volte senza nemmeno un’insegna. Creano quello che prima non c’era, un terrazzo alla veneziana, una foglia d’oro, una lampada, un insetto di vetro, un ex libris, una serigrafia, una maschera. La Fonderia Valese se ne sta acquattata dietro Madonna dell’Orto, come per modestia. Una calle stretta di mattoni arancioni, una scritta sul legno verde. Nel laboratorio Carlo Semenzato, allievo di Mario Valese, è sempre all’opera. Lungo gli scaffali, statue grandi e piccole, cavalli, leoni alati, lanterne, cavallucci marini. Dalle parti di Santa Fosca,

domenica 24 maggio 2015

Le calli di Venezia

"Le calli anche le più larghe di Venezia sono ancor esse così strette, che pur senza ombra di volontà da parte mia, anzi con una vergogna da non si dire, le mie mani penzoloni vengono a contatto con le mani delle passanti. Provo a tenerle ferme, ma non giova. Provo a lasciarle libere  nel loro movimento a bilanciere, ma siamo alle solite. E ogni volta è una scossa, un brivido, un diavoleto che mi corre giù per il filo della schiena. Mani fresche e mani calde, mani sudate e mani diacce, mani grasse e mani magre, mani di burro e mani di avorio, mani morbide e mani dure, mani magiche e mani morte come scaloppe crude, mani che danno la scossa come il cordone della lampada a spina quando la tela isolante è logora e il filo conduttore a nudo, e mani il cui attoccamento non fa più effetto di un ferro da stiro freddo. Quali strane reazioni anche i mezzi anche più tenui dell'amore esercitano su me? C'è in questi contatti un che d'illecito. Ho l'impressione di rubare. Provo a mettermi le mani dietro la schiena, come Napoleone, ma non basta. Allora, piano piano, m'infilo i guanti."
Alberto Savinio, Ascolto il tuo cuore città

lunedì 18 maggio 2015

Palabra en el mundo


Un sitar e un raga della pace sono l’introduzione migliore a una giornata di parole, di poesie, di storie. Chi lo suona è Paolo Avanzo nella tranquilla cornice dell’auditorium Santa Margherita di Venezia, che si trova di fronte alla sede dell’associazione Italia Cuba che in questa domenica di maggio ha organizzato  il IX festival internazionale di poesia Palabra en el mundo, direzione artistica Anna Lombardo. Salgono sul palco i poeti e, fra loro, un poeta speciale che si chiama Antonio Guerrero Rodriguez. Il 12 settembre del 1998 l’FBI  lo arresta insieme a quattro compagni con l’accusa di attentare alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti: la condanna sarà l'ergastolo. Il 17 dicembre del 2014, in seguito all’apertura delle relazioni diplomatiche promossa da Obama, lui e i suoi amici sono tornati a essere uomini liberi. “I poeti sono un po’ sognatori - ha detto Guerreo - per fare versi bisogna essere un po’ pazzi. Un giorno la mia vita cambiò e mi ritrovai in prigione. La poesia è stata per me un grido di libertà, un modo per collegarmi al mondo. Noi cinque non ci siamo mai sentiti soli, dovevamo resistere per difendere la verità: un principio giusto dal fondo di una grotta puo fare  più di un esercito.” In una sua poesia scrive : “Faremo vedere che siamo una strada che attraversa le ombre, che siamo un massiccio e una stella con tratti e concetti definiti”.

mercoledì 13 maggio 2015

Dal manoscritto alla rete


Un’arca di Noè dei libri antichi, una nave carica di manoscritti, codici, incunaboli,  riviste, ricordi, cartoline, tweet, progetti per il terzo millennio; un bastimento che ogni giorno dalla laguna di Venezia raggiunge studiosi, collezionisti, appassionati in Italia e nel mondo; un equipaggio che organizza corsi dedicati alla conoscenza del libro antico e moderno.
La casa editrice Novacharta diretta da Vittoria de Buzzaccarini, con sedi a Padova e all’isola della Giudecca, sarebbe piaciuta a Borges perché assomiglia a una biblioteca infinita. “A luglio uscirà il cinquantesimo numero di Alumina, la nostra rivista dedicata agli antichi codici miniati.

mercoledì 15 aprile 2015

Rac-Contare


I numeri hanno il loro fascino: sono precisi, sintetici, veri (almeno sembrano), rassicuranti(premiata ditta  Polo dal 1774 ), appassionano (100 metri in 9’’58).
Non è possibile raccontare una storia senza numeri, né trovare un libro in biblioteca.
E anche  Le Mille e una notte sarebbero un’altra cosa senza quel Mille.
Raccontare è contare, fare una lista, un elenco, una statistica, una mappa, ma di cosa? Di milioni di attimi, di milioni di numeri. È contare su qualcuno informato dei fatti e su qualcuno che ascolti.
Il medico John Snow nel 1854, con l’aiuto di un sacerdote, costruì una mappa dei casi di colera verificatisi a Londra e notò che il maggior numero di decessi era avvenuto intorno alla pompa d’acqua di Broad Street nel quartiere di Soho. Da ciò dedusse che era infetta, la fece chiudere e i casi di colera diminuirono. La mappa di Snow si trova in rete e rappresenta il modello di quello che si chiama data driven journalism, ovvero il giornalismo basato sui dati, sui numeri, sulle percentuali, sulle statistiche. Ne ha parlato ieri a Venezia Mirko Lorenz dell’European Journalism Center nell’ambito dell’incontro Raccontare storie con i dati organizzato dall’Ordine dei giornalisti del Veneto.

mercoledì 8 aprile 2015

Sepulveda: Raccontare è sempre resistere


La voce ti porta a Santiago del Cile, o in un giardino dalle parti di Lucca, nel deserto di Atacama, alla stazione di Ginevra dove un vecchio amico libraio racconta di quella volta che vinse la borsa di studio per frequentare l’università a Mosca e poi finì in Uzbekistan. Siamo rimasti in silenzio ad ascoltarlo il vecchio amico di Pepe Mujica, l’autore della Gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, il marito di Carmen che insieme a Marzia è uscita con il sorriso dalla villa dei torturatori.
La voce di Luis Sepulveda ti cattura nelle pause, punge nei cambi di tono, rotola sui verbi italianizzati, ha il colore rosso della sua camicia.
"Ho avuto la fortuna di crescere in un quartiere proletario a Santiago del Cile.

martedì 31 marzo 2015

Mira Cuba!


Cono! Donde le buscaste? Estas cosas son cosas muy raras! (Cavoli! Ma dove li hai trovati? Sono pezzi molto rari!). Quando gli chiesero dove aveva trovato quei manifesti, che anche per loro era difficilissimo trovare, Luigino Bardellotto, cinquant’anni appena compiuti, una vita fra Veneto e Friuli, capì di essere diventato per metà cubano.
“La prima volta ci sono andato nel 1998. In quel periodo leggevo molto Hemingway, che a pochi chilometri dall’Avana negli anni Quaranta comprò la Finca Vigia, la casa in cui scrisse Per chi suona la campana e Il vecchio e il mare. È un posto straordinario con quella torretta che guarda il mare ... Quella volta girai dappertutto e mi accorsi che mancava tutto, in particolare le medicine. Fu così che iniziai a collaborare con l’ospedale pediatrico di Remedios portando valigie di farmaci dall’Italia.

venerdì 27 marzo 2015

Parole da evitare

Dopodiché
Accaventiquattro
Come lei mi insegna
Wowismo
Pazzesco
Lol
Quant’altro

Ti lovvo
Geniale
Location
Apericena
Basito
Laicato
Non so se mi spiego
Mi consenta
Verosimilmente
Grazie davvero

Giocoforza
Vivaddio
Grande (usato a pioggia per ciò che non lo è)



martedì 24 marzo 2015

Il Libro del Sarto


Un fashion magazine del Rinascimento, un catalogo di moda, un “atelier portatile”. Il libro del Sarto è un codex dei  primi anni Quaranta del Cinquecento conservato nella biblioteca della Fondazione Querini Stampalia di Venezia. Fu lo storico dell’arte austriaco Fritz Saxl, agli inizi del Novecento, a sottolinearne l’importanza.
Il voluminoso quaderno di fogli acquerellati raccoglie, tra gli altri, i costumi preparati dal sarto Ioanne Iacomo per una famiglia nobile in occasione dell’entrata a Milano di Filippo II nel 1548. Nelle sue pagine s’incontra una suggestiva sfilata di personaggi che indossano costumi da giostra o da parata, alla turca o all’ungaresca, costumi a righe verticali con ampie maniche, braghe rigonfie e rimborsanti al ginocchio, scarpe a punta schiacciata, berretti piatti e piumati d’influenza germanica, o a soufflé all’italiana, comode toghe, sopravvesti, turbanti, splendide zimarre in damascho, nobildonne ricoperte di rasi o velluti color morello, porpora, verde, decorati da tagli verticali, impreziositi da bottoni dorati e candidi sbuffi, o operati a motivi geometrici bianco-neri, rosso-neri con rosetta o

venerdì 13 marzo 2015

Una biblioteca per il mondo

"(...) Prometto agli studiosi che in pochi anni tutto quanto è stato scritto dai valenti autori in quattro lingue, latina, greca, ebraica e caldaica, anche in ogni genere di discipline, lo potranno avere tra le mani intero ed emendato per l’opera di questo solo uomo (Aldo Manuzio ndr), e nessuno desidererà più altre opere letterarie. Non appena ciò accadrà, allora sarà manifesto quanti eccellenti codici sono ancora nascosti, o tenuti in disparte per negligenza, o soppressi per l’ambizione di alcuni che hanno a cuore soltanto una cosa: apparire i soli sapienti. Allora sarà chiaro da quanti incredibili errori siano corrotte le opere, anche queste che ora sembrano abbastanza corrette. Se a chiunque sarà gradito, come in un assaggio, farsi un’idea di tutto ciò, confronti con gli esemplari già pubblicati le epistole di Plinio, che tra poco verranno alla luce dall’officina di Aldo, e ciò che avrà scoperto lì, se lo aspetti anche negli altri autori. È un’impresa erculea, per Ercole! E degna di un animo regale, restituire al mondo una cosa talmente sacra crollata dalle fondamenta, cercare quello che si nasconde, tirare fuori quello che è messo in disparte, richiamare ciò che è scomparso, ricostituire ciò che è mutilo, correggere ciò che in così tanti modi è stato corrotto, soprattutto per colpa di questi volgari stampatori, per i quali è più importante il guadagno di una sola moneta d’oro piuttosto che l’intera letteratura. (...)
Anche se la sua biblioteca  è chiusa dalle anguste pareti della casa, Aldo ha intenzione di costituire una biblioteca la quale non abbia altro confine  che il mondo stesso."
Erasmo da Rotterdam, Adagia 

martedì 3 marzo 2015

De nive sexangula

Alla fine del 1610,  poco prima di essere costretto a lasciare Praga, Keplero dedica a Wacker von Wackenfels, suo protettore, la descrizione di un fiocco di neve.  Nella prefazione del De nive sexangula Keplero  scrive: "Vogliate dunque ricevere in tutta serenità questa approssimazione del Nulla e, se Voi l’apprezzate, trattenete il fiato, per paura di ritrovarVi con  Nulla (in tedesco la parola Nichts, che in dialetto si pronuncia Nix, richiama il latino nix, neve ndr).
A dire il vero, si fa dissertare Socrate sul salto di una pulce. Ecco allora perché esaminare il motivo per cui le nevi, alla loro prima caduta, prima di  aggrovigliarsi  in fiocchi più grossi, sono sempre esagonali, e hanno, ogni volta,  sei raggi vellutati come piccole piume." 
Foto di Mufson Beckett


martedì 24 febbraio 2015

Sulle tracce di Aldo - I


La prima immagine di una tipografia è del 18 febbraio 1499, s’incontra a metà dell’incunabolo (1) della Grant danse macabre des hommes et des femmes, edita a Lione dallo stampatore tedesco Martin Husz. La Danse macabre era un best seller dell’epoca, conteneva diversi racconti sul tema della brevità della vita e quindi sulla necessità di darle un senso etico, religioso.
Nel disegno il compositore ha davanti a sé il foglio del manoscritto che sarà riprodotto: i codici provenienti dai conventi venivano smontati per rendere possibile questa operazione e poi raramente rimontati. Con la mano sinistra tiene la cassetta dei caratteri e con la destra li allinea nella forma. In realtà, essendo la collocazione dei caratteri speculare, essi venivano montati alla rovescia e da destra verso sinistra, a esclusione dell’arabo e dell’ebraico per i quali si procedeva da sinistra a destra; quindi sarebbe stato più logico che egli tenesse la cassetta con la destra e li disponesse con la sinistra.

sabato 7 febbraio 2015

Storie utili

A un rabbi (...) fu chiesto di raccontare una storia. "Una storia" disse egli "va raccontata in modo che sia essa stessa un aiuto". E raccontò:
"Mio nonno era storpio. Una volta gli chiesero di raccontare una storia del suo maestro. Allora raccontò come il santo Baalshem solesse saltellare e danzare mentre pregava. Mio nonno si alzò e raccontò, e il racconto lo trascinò tanto che ebbe bisogno di mostrare saltellando e danzando , come faceva il maestro. Da quel momento guarì. Così vanno raccontate le storie."
Martin Buber, I racconti dei Hassidim
Immagine: Pina Bausch, Wuppertal

venerdì 30 gennaio 2015

Si salva la vita con Google


Si salva la vita con Google, al pronto soccorso non si accorgono che rischiava l'infarto. Cinquantadue anni, appassionato di vela, ingegnere e imprenditore, sposato con un figlio, Fabio Brisolin è un nome conosciuto a Conegliano:  suo padre fu a lungo primario del reparto di otorinolaringoiatria. Oggi è vivo non grazie al pronto soccorso  della sua città ma perché ha avuto un’immensa fortuna e perché si è autodiagnosticato un’angina pectoris con Google.
A metà febbraio dello scorso anno Fabio si sta allenando in palestra sul tapis roulant quando sente un dolorino, un fastidio al centro del torace. Si ferma e gli passa. Da qualche giorno  ha anche una tracheite, il suo otorino prescrive del cortisone. Il disturbo si ripresenta ma lo specialista lo rassicura: "Può essere un effetto collaterale del farmaco".
Trascorrono le settimane. A intervalli e in momenti diversi il sintomo persiste, dura una quindicina di minuti: senso di oppressione al petto, sudorazione alle mani, pallore. A mezzogiorno del  7 maggio ne parla con il suo medico di base: la diagnosi è riflusso gastroesofageo (in assenza di bruciori di stomaco), la prescrizione Lansoprazolo. "Ma siamo sicuri, dice Fabio, perchè fra pochi giorni dovrei partecipare a due regate piuttosto impegnative e non vorrei..."


giovedì 15 gennaio 2015

Discorso


Discorso
Non devi mai lasciare quel vuoto nel discorso
Sei bravo, lo sai fare, ci puoi girare intorno
Lo puoi dimenticare, ma poi arriva un giorno
Che quel vuoto ti torna e non c’è più ricorso.

lunedì 5 gennaio 2015

Quello che non ti aspetti è:

- chiamare l’ultimo dell’anno un albergo del centro di Torino e trovare una camera libera;
- che la camera abbia le pareti arancioni e verdi strisciate di nero, muri screpolati, il climatizzatore che non funziona, il lavandino otturato, il bagno cieco e il box doccia che non si chiude;
- che l’addetta alla reception, giovane e pagata pochissimo, mamma sarda e papà pugliese, sia così gentile e innamorata del proprio lavoro da continuare a scusarsi, prestarti la sua stufetta e regalarti delle caramelle;
- che in un ristorante di lusso i più felici non siano i clienti seduti ai tavoli, ma i giovani cuochi e cuoche di diverse nazionalità che con entusiasmo preparano i raffinati piatti del menu;
- che in piazza nessun petardo  sia scoppiato a due metri da te;