esiste un giardino in pietra nella città dell’acqua: libri tenuti aperti da santi e vescovi, mascheroni di filosofi greci, vere da pozzo ornate da creature infernali, tavoli intarsiati con tessere di onice, alabastro e pietra nera, caminetti in pietra d’Istria e una splendida Venere in marmo bianco di Carrara. È l’antico laboratorio di marmi artistici Dall’Era Comelato, a cui Peggy Guggenheim ordinò il trono in pietra da collocare tra gli alberi secolari della sua casa museo. Da quattro generazioni seminano pietre colorate dalle quali nascono i pavimenti chiamati terrazzo alla veneziana. In Fondamenta della Misericordia la famiglia Asin tramanda una lavorazione già conosciuta nel mondo greco e latino: per prima cosa si stende un fondo cocciopesto e calce spenta, poi con l’aiuto di sagome di legno e la tecnica del mosaico si realizzano le decorazioni e le figure, infine levigatura, stuccatura, lucidatura e cera d’api. Un’arte umile che costringe a lavorare spesso con la schiena piegata o in ginocchio e che forse proprio per questo dura nei secoli.
Il suo santo protettore si chiama Aldo Manuzio (1515), umanista, editore e stampatore. Il suo sogno è fondare una scuola del libro a Venezia. Paolo Olbi, stampatore e rilegatore, ha un piccolo negozio laboratorio ai piedi del ponte di Ca’ Foscari: in vetrina stampe artistiche, libri, quaderni da disegno, agende, diari con copertine in marmo trasparente, vetro decorato, palissandro, angoli d’argento sbalzato. In Calle del Fumo si resta a bocca aperta di fronte a un’oasi popolata di farfalle, api, coleotteri, uccellini, pesci tropicali, fiori. Piccoli, fragili, preziosi arcobaleni di luce, sono gli oggetti in vetro realizzati dal maestro del vetro a lume Vittorio Costantini. Poco distante dalla bottega di Vittorio, il tipografo Gianni Basso insieme al figlio Stefano stampa con l’antica tecnica dei caratteri mobili, disegna ricercati ex libris e dedica una vetrina alla storia della tipografia; di fronte il corniciaio Francesco di Pumpo e in fondo alla calle la fucina del ferro battuto De Rossi con le sue fiabesche lanterne in ferro battuto e vetro di Murano.
Affaccia sul Rio di Santa Caterina il laboratorio di serigrafia
artistica Fallani, dove la produzione grafica si affianca dagli anni Settanta a
intensi workshop e attività culturali. Non distante, dalle parti di calle della
Pietà, un ingresso anonimo e due finestre con le grate attraverso cui
s’intravedono fioche luci: lo scrigno di Mario Berta Battiloro custodisce
l’arte medievale di battere l’oro e ridurlo a una foglia sottilissima, e
propone anche un’inedita maschera cosmetica in oro 24kt. A San Trovaso si trova
lo squero più famoso di Venezia, il cantiere dove si creano, costruiscono e
riparano le gondole. Maestri di forcole (scalmi) e remi sono in altre botteghe
Saverio Pastor, Paolo Brandolisio e “il forcolaio matto” Piero Dri. Vengono in
mente anche gli specchi veneziani Barbini, la Barovier & Toso, la più
antica vetreria di Murano, l’incisore d’arte su vetro Matteo Seguso, il
tappezziere Gianni Vianello, le vetrate artistico a piombo di Marco Franzato,
il maestro vetraio Pino Signoretto, la fornace di Angelo Orsoni che produce
mosaici di vetro a foglia oro e smalti, la Tessitura Bevilacqua con i suoi
venticinque telai manuali, i doratori Massimiliano Scarpa e Stefano Zanin, il tajapiera (scalpellino) Giovanni
Giusto. Non è un elenco completo, né vuole esserlo. È solo un omaggio, un
invito a conoscere quei pochi che a Venezia sono ancora capaci di pensare con
le mani e di sorprendere con i loro gesti sapienti e le loro creazioni.
Foto: Paolo Gamelli
Foto: Paolo Gamelli
Finalmente un bell'articolo sugli artigiani di Venezia (e non). L'omaggio è ben gradito e speriamo che l'invito, a conoscere questi pochi veri artigiani rimasti, venga accolto, oltre che dai turisti, anche dai Veneziani e dai veneti! Grazie.
RispondiEliminaVittorio Costantini, lavorazione del vetro "a lume"
Grazie per aver incluso la nostra Ditta nell'articolo. L'artigianato è e sarà sempre una tradizione da non perdere, il valore della manualità si interseca con il valore dell'arte. Complimenti a tutte le Imprese artigiane che dedicano la loro "vita" a un lavoro che va al dì là di una professione.
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