"I libri di Altenberg si presentavano come la somma di tanti foglietti, per lo più vergati rapidamente al caffè, che dovevano contenere altrettanti «estratti di vita». Il dono più evidente che mostravano era l’immediatezza, la capacità di evocazione istantanea. Ma era solo una certa vita, certi luoghi, certe scene, certi personaggi che facevano vibrare quella prosa: un lungolago abbandonato o il giardino di un caffè concerto, una bambina stupenda e annoiata accanto ai genitori, un pianoforte che suona dietro una finestra aperta, una soubrette dalla inesplicabile grazia, una conversazione fatta di inezie che sottintendono cose terribili. Altenberg sedeva per ore al café Central di Vienna."(dal risvolto di copertina Favole della vita, Peter Altenberg, ed. Adelphi).
In un altro caffè, il caffè San Marco di Trieste, nasce i libro intervista a Claudio Magris Se non siamo innocenti di Marco Alloni. Nell'incipit della recensione Dario Fertilio scrive: "Certo il dialogo avrebbe potuto svolgersi anche altrove: davanti al mercato vecchio di Cracovia o al cimitero ebraico a Praga, in una pasticceria di Budapest o tra le isolette della laguna di Grado. I marmi del café Loos a Vienna, un molo assolato di Fiume, il mare delle dalmate isole Incoronate da contemplarsi sdraiati, orizzontali alle onde, avrebbero potuto funzionare altrettanto bene da sfondo. Ma certo il Caffé San Marco più di ogni altro luogo è casa sua, un po' come se gli stucchi riverberassero qualcosa de Il mito asburgico o di Danubio."
L'uomo, che aveva quell'età che non si dimostra mai, attorno ai cinquanta per capirci, lesse questi appunti sullo schermo del suo telefonino, seduto al tavolino di un caffè.
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