Cercare la verità è cercare come le cose sono, ma come le cose sono in realtà è forse impossibile saperlo perché mancano sempre diversi elementi per descrivere come le cose sono. Cambiano i contesti, cambiano i fini, la verità s'intravede appena, come una fugace apparizione nella nebbia, sembra non riesca a mostrarsi se non in compagnia della menzogna. Anche il bene, come la bellezza, si stagliano spesso in paesaggi cupi. Di seguito alcuni esempi di menzogna sulle cui differenze e analogie si potrebbe ragionare a lungo. In una recente intervista di Piergiorgio Odifreddi al matematico francese Cedric Villani si legge:
P.O. So che lei considera i modelli matematici delle menzogne.
C.V. "I modelli sono ciò s cui lavoriamo e che capiamo, le cose a cui abbiamo accesso e che possiamo studiare. La realtà, invece, ci sfugge e non sappiamo cosa sia: le apparteniamo, ma non la conosciamo. La menzogna si nasconde nel riduzionismo matematico: è così potente, che finiamo per credere che coincida con la verità. Al punto che, a volte, ci dimentichiamo che il mondo è molto più complesso dei nostri meravigliosi modelli, o dei nostri meravigliosi teoremi."
P.O. Il fatto che la matematica funzioni non è già una prova indiretta che ha a che fare con la realtà?
C.V. "Questo è ciò che crediamo, infatti, ma spesso ci sbagliamo. Pensiamo, ad esempio, al calcolo di Fourier dell'età della Terra. La matematica era meravigliosa, il modello meraviglioso, la formula meravigliosa, ma il risultato era sbagliato. E lo era, perché la terra è molto più complicata di una palla, con la sua crosta e i moti convettivi al suo interno."
P.O. Ci sono altre menzogne della matematica?
C.V. "Certo. La seconda è quella insita nelle dimostrazioni, nel nostro sistema di comunicazione dei risultati: Dalle dimostrazioni non traspaiono il meccanismo e il percorso di pensiero che hanno permesso di arrivare ai teoremi. Si bara approssimando, deformando, illustrando. E più si comunica a gente intellettualmente lontana dal proprio campo di lavoro, più si bara per rendere le cose accettabili. Le menzogne peggiori si dicono sicuramente nelle conferenze divulgative." (considerazioni che potrebbero applicarsi anche a storici, archeologi, antropologi, medici...)
P.O. Quindi a mentire non non è solo la matematica, ma sono anche i matematici.
C.V. "Mente la matematica nei confronti dei matematici. Mentono i matematici nei confronti degli altri matematici, e degli altri in generale. Ma c'è anche una terza menzogna, del matematico nei confronti di se stesso. Accade quando ci si affeziona talmente a una teoria, o a un'idea, che non si riesce a lasciarla andare: passare a qualcos'altro, sembra un tradimento."
Oltre alla menzogna teoretica, se possiamo definirla così, c'è quella "a fin di male", per esempio le bugie dei dittatori di tutte le epoche. Diverse ancora le bugie "a fin di bene", vengono in mente Giorgio Perlasca che con i suoi finti salvacondotti salvò migliaia di ebrei, o Adolf Kaminsky la cui storia è riassunta nel post precedente e raccontata nel libro "Adolf Kaminsky, una vita da falsario". Eppure, in questo incrociarsi di manipolazioni, malintesi, alterazioni, ci sembra di scorgerla, la verità, di intuirla, senza però saperla dire, se non cadendo in un'approssimazione.
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