domenica 18 dicembre 2011

Il sorriso della Mezzaluna


“Un fedele prega: Mio Dio fa’ diventare il Ramadan come i mondiali di calcio: una volta ogni quattro anni in un paese diverso.” La battuta è citata insieme a molte altre ne Il sorriso della Mezzaluna (ed. Carocci) scritto da Barbara De Poli insieme a Paolo Branca e Patrizia Zanelli. Barbara De Poli vive tra Venezia e Rabat studiando “i musulmani nel terzo millennio”, per citare il titolo di un altro suo saggio. Insegna Storia e istituzioni del Vicino e Medio Oriente a Ca’ Foscari e Storia del Medio Oriente e Storia dell’Africa alla Scuola di Governance di Rabat. Il sorriso della Mezzaluna indaga con rigore scientifico l’ umorismo arabo proponendo un panorama inedito di barzellette e vignette che seguono filoni analoghi a quelli dell’umorismo occidentale. Sul rapporto fra i due sessi:
“”Un uomo torna di fretta dalla moglie dopo una notte trascorsa con l’amante e la moglie gli chiede: Dov’eri Superman? A giocare con gli amici. E hai vinto, Superman? Sì. Ti sei divertito Superman? Sì, ma perché continui a chiamarmi Superman? Perché ti sei messo le mutande sopra i pantaloni.”
“Un bambino chiede al padre “Papà anche gli asini si sposano? No, caro, tutti gli asini si sposano.”
Sulla religione si ironizza con garbo: “Un maestro chiede ad un alunno: Chi è il Profeta che parlava con gli animali? Risposta: Nostro signore Tarzan, la pace sia con lui.”
”Un imam comincia così la sua predica: Ho due notizie da darvi, una buona e una cattiva... La buona è che finalmente so quanto costerà la nuova moschea ...La cattiva è che i soldi li prenderò dalle vostre tasche.”
L’ironia, come in Occidente, ama prendere di mira alcuni gruppi etnici piuttosto di altri: “Come fai a capire se chi cucina il pesce è un berbero? Se per ammazzarlo gli tiene la testa sott’acqua.”
“Un iracheno apre una concessionaria di auto e sull’insegna scrive: specializzati in auto-bomba.”
Si ride e si prende in giro quindi anche all’ombra della Mezzaluna ma con una differenza fondamentale rispetto all’Europa: “Le barzellette hanno libera circolazione nella trasmissione orale – spiega De Poli – la situazione si complica quando satira e ironia ambiscono a una diffusione mediatica su carta stampata o via etere, e soprattutto se hanno come oggetto politica o religione. Nell’autunno del 2006 un settimanale di Casablanca subì una chiusura di due mesi per aver pubblicato un dossier di copertina dedicato alle barzellette, e gli autori del servizio furono condannati a tre anni di carcere con la condizionale e a 8000 euro di multa. Emblematico a questo proposito anche il caso del periodico Demain (Dumàn) fondato da Ali Lmrabet. A causa delle vignette molto critiche sullo stato della democrazia in Marocco, Lmrabet fu condannato a quattro anni di reclusione e la pubblicazione del giornale sospesa.”
Il sorriso della Mezzaluna quindi non sarà tradotto in arabo. “No, perché i musulmani sanno ridere, i loro governi un po’ meno. Il problema è politico, non religioso.”
Ha in programma altri libri sull’argomento?
“In queste pagine ci siamo concentrati principalmente sul Marocco e sull’Egitto, si potrebbero allargare gli studi ad altri paesi e a determinati momenti storici. Alessandra Laurito, una mia allieva, sta preparando una tesi sulla satira dei manifestanti di piazza Tahrir. Un lavoro analogo potrebbe essere iniziato in Libia, Tunisia, Siria.”
(Vignetta: le truppe dello zio Sam provano le nuove munizioni preparandosi all'occupazione dell'Iraq - Dumàn, n. 16, 26 febbraio 2003)

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