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domenica 1 gennaio 2012
La scoperta di Von Kempelen
Nel 1769 il Barone Wolfgang Von Kempelen inventò "il Turco”, un automa capace di giocare a scacchi. Prima dell’inizio della partita Von Kempelen raccontava le qualità della sua straordinaria invenzione e apriva alcuni sportelli affinché il pubblico si rendesse conto dei complicati ingranaggi che la componevano.
Nel 1783 “il Turco” meravigliò l'imperatore Giuseppe II a Vienna e sconfisse Benjamin Franklin a Parigi, e poi Federico il Grande di Prussia, e anche Napoleone in sole 24 mosse! Quando Von Kempelen morì, "il Turco” venne acquistato da certo Johann Maelzel e la sua fama attraversò i cinque continenti fino a che, nel 1826, durante una tournèe in America, due ragazzini videro una donna uscire dalla macchina: all’interno c’era posto per un giocatore in carne e ossa che comandava le braccia del manichino dopo aver appreso le mosse dell'avversario di turno grazie a dei magneti che le riproducevano su una piccola scacchiera. Per vedere utilizzava una candela il cui fumo usciva dal turbante e si mischiava a quello dei candelabri messi vicino al fenomenale “automa”.
Maelzel morì nel 1834, la macchina finì in un museo cinese a Philadelphia e fu distrutta da un incendio vent’anni dopo. Resta qualche domanda tra le ceneri: le partite giocate fino al 1826 con il Turco sono vere o false? E in che senso si può dire che lo siano? E se dietro Google ci fosse un colto bibliotecario, per esempio uno alla Borges?
P.S. Nell'era digitale i "turchi" si chiamano bot e sono gli account fasulli controllati da un software: "I ricercatori dell'Università federale brasiliana di Minas Gerais hanno infiltrato su Twitter 120 bot: nei trenta giorni dell'esperimento, il 69 per cento di questi l'ha fatta franca e ha continuato ad essere considerato come un normale account 'umano'. Non solo: quei 120 hanno ottenuto quasi duemila follower e circa 30 bot ne hanno avuti oltre 100 ciascuno, cioè più o meno il doppio della media di un account twitter." 1
C'è differenza fra chi pensava di giocare con un automa, e invece giocava con un uomo, e chi crede di twittare con un umano e invece twitta con un software? Oppure, entrambi, in fondo, giocano solo con le proprie fantasie.
1 Da un articolo di Alessandro Longo su Il Venerdì di Repubblica del 20 giugno 2014
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