Accade che a volte le tesi di laurea abbiano
la stessa fantasia e leggerezza dei romanzi che scriverai dopo. Accade anche
che dopo Follia docente, Commesse di Treviso, la prima avventura dell’ispettore
Stucki, Pinguini arrosto, Buffalo Bill a Venezia, Finché c’è
prosecco c’è speranza, L’amore è idrosolubile, definito dalla critica un giallo
celestiale, ti capiti di scrivere la storia di un altro ma che diventa tua, e
di scriverla così bene che diventa un caso letterario e vende 250.000 copie, e
la casa editrice Marcos y Marcos esaurisce la carta per far fronte alle
richieste, e che arrivi a fare 134 presentazioni in 6 mesi in giro per l’Italia
e all’estero. È capitato a Fulvio Ervas, autore di Se ti abbraccio non avere
paura
e ospite ieri alla Filanda Bortolomiol di Valdobbiadene con i brillanti Alunni del Sile. Una serata trascorsa
tra musica, racconti, letture, domande e risposte.
Ha mai pensato che tutta questa pubblicità
potesse essere negativa per Andrea? No, gli abbiamo dato più mondo sono
convinto che più mondo gli faccia bene, la mia esperienza di insegnante con
ragazzi autistici va in questa direzione. Questo libro l’ha cambiata? Dedico
meno tempo alla mia famiglia e alla scuola e questo qualche problema può
crearlo, ma non vedo l’ora di tornare a scrivere: ho due nuove storie
dell’ispettore Stucki da raccontare. Appena succede avrò più tempo anche per il
mio orto. Il suo cognome sembra portoghese, in portoghese ervas vuol dire erbe.
No è ungherese, siamo arrivati qui 140 anni fa, anche se ormai ce ne siamo un
po’ dimenticati. In Italia siamo circa quattrocento. Davvero la sua tesi di
laurea s’intitolava La salvaguardia della mucca burlina? Sì, è andata così:
quando mi dovevo laureare in scienze agrarie a Padova chiesi una tesi veloce al
professor Bittante. Ho proprio quel che fa per te, disse, e mi spiegò che lo
studio riguardava la mucca burlina (una specie che si trova solo sul Monte
Grappa ndr). Stai attento, però, aggiunse, questa mucca ha un tasso di false
gravidanze altissimo, è un dato che va verificato in ogni intervista. Raggiunsi
con la mia Cinquecento le stradine del Grappa ma quando chiesi quel dato al
primo allevatore mi guardò come per dire: per forza che la nostra agricoltura è
in crisi guarda che incompetenti ci sono all’Università. Era uno scherzo:
burlino fu il professore.
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