Quezon City, Filippine, 16 luglio 2012, uno
zombiedrago, con piccoli girasoli luminosi piantati nel corpo si aggira nella
notte, entra nei negozi, diverte-spaventa la gente e, poi, quando i girasoli si
spengono, muore. Lo incontri al padiglione centrale dei Giardini, sei a Common
Ground, la mostra internazionale di architettura che chiude il 25 novembre. Il
film di cui ti parlavo è di Khavn De la Cruz, wikipedia dice che è il padre del
filmaking digitale filippino. Khavn (http://khavn.com/)
ha risposto all’appello di Olafur Eliasson (http://www.olafureliasson.net/index.html)
artista danese che ha lanciato il progetto Little Sun (http://films.littlesun.com/), una
lampada con la silhouette del girasole alimentata da un pannello solare che le
dà un’autonomia di 5/6 ore.
Il progetto, ambizioso, è quello di portare una luce pulita e sicura a un miliardo e 400 milioni di persone che non hanno l’energia elettrice e usano torce, candele, olio, respirando fumi tossici. Little sun ha prezzi diversi: 20 euro se lo compri perché ti piace, 10 o cinque se lo compri perché ne hai bisogno.
Il progetto, ambizioso, è quello di portare una luce pulita e sicura a un miliardo e 400 milioni di persone che non hanno l’energia elettrice e usano torce, candele, olio, respirando fumi tossici. Little sun ha prezzi diversi: 20 euro se lo compri perché ti piace, 10 o cinque se lo compri perché ne hai bisogno.
Sala buia, cilindri neri, ognuno con un motto
riguardante l’architettura, e in cima a ogni cilindro una pressa manuale, di
quelle che non avete mai visto, che timbrano a rilievo il motto che più vi ha
colpito, mentre in sottofondo si propagano suoni diversi. Architettura e poste
s’incrociano nel padiglione della Romania dedicato a Ion Mincu (http://www.playmincu.ro), padre
dell’architettura rumena del Novecento. Il timbro come sigillo pubblico del
fare architettonico, il francobollo come “tweet” di valori estetici, come
quadro dedicato alle opere architettoniche più importanti, gli accompagnamenti
sonori a suggerire la dematerializzazione degli oggetti e dei segni, il
virtuale. E poi le citazioni, tante, da Meier a Chaplin, da Le Corbusier a Gropius:
“Le citazioni - scrivono i curatori Ivanescu e Calen - possono fungere da norme, denunciare
una mancanza di personalità, avere contenuti scientifici, divertire; con i
social media sono diventate una moda, buone o cattive, sono un modo facile di
dedicarsi alla cultura”. Ora l’elenco potrebbe continuare con il padiglione
della Polonia e i suoi muri vibranti di suoni, quello della Polonia con il
grande tavolo bianco, molto common ground, l’Austria con gli spettri digitali e gli
specchi di Wolfgang Tschapeller, le città-legno del Canada, la casa comune di
Toyo Ito costruita con i cedri abbattuti dallo tsunami che colpì il Giappone, i
124 progetti ideati da semplici cittadini presentati dagli Stati Uniti, tra i
quali la dérive app di Eduardo Cachucho, un’application per perdersi e sfuggire alla monotonia urbana, il divertente padiglione del Brasile con
peepshow, amache e chitarre sotto l’insegna: Riposatevi.
(Alcune foto: http://www.flickr.com/photos/51834914@N08/)
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