lunedì 8 aprile 2013

Il Rejuvenator


Otto Overbeck fu un chimico inglese che nel 1924 brevettò il Rejuvenator, un apparecchio elettrico che garantiva eterna giovinezza. Consisteva in una scatolina  ricoperta di finta pelle, con all’interno una batteria che permetteva di erogare corrente a basso voltaggio, dai 4 ai 12,5 volt; collegati alla batteria quattro applicatori-elettrodi di forma diversa, tubolari, a pettine e a piastra. Quello a pettine andava sistemato sulla testa, gli altri sulla schiena o in altre parti del corpo. Poi veniva fatta passare la corrente che dava un leggero formicolio. Overbeck sosteneva che l’elettricità avrebbe restituito il vigore giovanile, eliminata la stanchezza dell’età, il mal di schiena, il mal di testa e perfino risolti la calvizie e i capelli bianchi. Fu un successo mondiale, in appena tre anni Overbeck si arricchì e, per contrastare le critiche degli ambienti medici, pubblicò un trattato di circa 250 pagine dal titolo Una nuova teoria elettronica della vita, nel quale sostenne che noi
siamo elettrici nella sostanza e nell’azione. L’equilibrio elettrico è la salute, lo squilibrio porta a malattia. Solo le malformazioni, i traumi e le infezioni di germi non sono provocate da squilibri elettrici”. Overbeck inoltre convinse i clienti che le uniche batterie di ricambio efficaci erano quelle fornite da lui. La vendita del Rejuvenator fu una strabiliante operazione di marketing che terminò con la morte del suo inventore nel 1937. Il filone elettricità-benessere prosegue oggi con “miracolose  apparecchiature” che garantiscono il ringiovanimento della pelle, maggior tono muscolare, effetti antistress... Ma torniamo a quegli anni: al metodo inventato da Overbeck si affiancarono le bizzarre trovate del fisiologo austriaco Eugen Steinach che prometteva nuova giovinezza attraverso il trapianto dei testicoli, e del chirurgo franco-russo Serge Voronoff che insegnò a tutto il mondo il suo metodo antiage: impiantava tessuto estratto  da testicoli di scimmia in uomini anziani promettendo loro nuovo vigore. Bazzecole in confronto all’ibernazione post mortem praticata da una società americana per 120.000 dollari in attesa dell’elisir di lunga vita. I nipotini di Overbeck sono sempre in movimento, come  verità e menzogna.
Prendendo spunto da un interessante articolo di Elena Meli apparso ieri sul Corriere della Sera ed ispirato dalle ricerche del professor James Stark dell’Università di Leeds

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