"Il primo uomo che, avendo recinto un terreno, ebbe l'idea di proclamare questo è mio, e trovò altri così ingenui da credergli, costui è stato il vero fondatore della società civile. Quanti delitti, quante guerre, quanti assassinii, quante miserie, quanti orrori avrebbe risparmiato al genere umano colui che, strappando i pali, o colmando il fosso, avesse gridato ai suoi simili: "Guardatevi dall'ascoltare questo impostore; se dimenticherete che i frutti della terra sono di tutti e che la terra non è di nessuno, sarete perduti!"
Jean Jacques Rousseau, Discorso sull'origine e i fondamenti dell'ineguaglianza tra gli uomini, 1755
"Nel blog l'altro può firmare nel tuo testo, esiste uno spazio per chiunque decida di arrivare"
domenica 25 maggio 2014
lunedì 5 maggio 2014
Senza testa
Variazione su un racconto di Julio Cortazar (in corsivo nel testo)
giovedì 1 maggio 2014
Due donne
"Il giovane Eracle è in aporia, in dubbio circa il 'cammino di vita' che deve percorrere. Ed ecco che gli si presentano due donne alte di statura, una piena di dignità, nobile di forme, vestita di bianco - è l'Arethè, la virtù, l'altra, che i suoi amici chiamano Eudaimonìa, felicità, ma i nemici Kakìa, bassezza - molle e opima; per sembrare più bella è ricorsa a belletti e altri mezzi, guarda vanamente la propria ombra, ed ha abiti trasparenti che dovrebbero turbare i sensi. Entrambe rivolgono a Eracle un lungo discorso, promettendogli di condurlo alla felicità, ed Eracle decide infine di seguire la virtù."
"Questa storia è stata inventata dal sofista Prodico, contemporaneo di Socrate, e riferita dal discepolo di Socrate Senofonte nel secondo libro dei Memorabili. Non è particolarmente poetica, ma il suo contenuto morale ne ha fatto una delle storie preferite dall'antichità, conferendole così, come mostreremo, una grande importanza per la tradizione etica occidentale."
Bruno Snell, La cultura greca e le origini del pensiero europeo
"Questa storia è stata inventata dal sofista Prodico, contemporaneo di Socrate, e riferita dal discepolo di Socrate Senofonte nel secondo libro dei Memorabili. Non è particolarmente poetica, ma il suo contenuto morale ne ha fatto una delle storie preferite dall'antichità, conferendole così, come mostreremo, una grande importanza per la tradizione etica occidentale."
Bruno Snell, La cultura greca e le origini del pensiero europeo
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