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sabato 13 marzo 2010
Il malinteso
“Il mondo va avanti unicamente in base al Malinteso. Attraverso l’universale Malinteso tutti si trovano d’accordo. Poiché, se per disgrazia ci si capisse, non si potrebbe mai essere d’accordo”, scriveva Baudelaire in Mon Coeur mis à nu. Sul tema ha scritto pagine straordinarie Vladimir Jankélévitch in La menzogna e il malinteso e nel suo Il non so che e il quasi niente (pubblicato da Marietti ma introvabile in libreria). Jankélévitch individua quattro tipi di malintesi: il doppio malinteso; l’inganno; il malinteso beninteso; il malinteso doppiamente beninteso. Nel doppio malinteso le due persone si fraintendono a vicenda: un turista chiede un’informazione in un inglese non perfetto e l’interlocutore indica una strada sbagliata perché ha compreso altro; oppure persone stanno insieme e ognuna di loro ha un’immagine dell’altro che non corrisponde a quella reale. Nell’inganno uno dei due, colui che inganna, assume una condotta attiva e trae vantaggio dall’incomprensione dell’altro: si pensi a tutti i casi di truffa. Per quanto riguarda il malinteso beninteso, invece, è la persona oggetto del malinteso che decide di non uscire allo scoperto e di avvantaggiarsi della situazione: nel buio una bella donna confonde uno sconosciuto per il suo amante; difficilmente questi rivelerà il fraintendimento. Infine, nel malinteso doppiamente beininteso, entrambi i soggetti sanno di mentire ma decidono tacitamente di non cambiare lo stato delle cose: è, tra gli altri, il caso dei complimenti reciproci e di circostanza in ambito lavorativo. Nessuno dei due ha in realtà un'opinione così alta dell’altro, ma poiché devono collaborare facilitano i loro rapporti attraverso una gentilezza che è solo di facciata.
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