lunedì 28 settembre 2015

Scapecchi racconta Manuzio

Per i cinquecento anni dell’umanista e stampatore Aldo Manuzio, che a Venezia rivoluzionò con il suo genio il mondo del libro, Poste italiane ha emesso un francobollo commemorativo con l’anno di nascita sbagliato. 
“Premesso che non è attestato in nessun documento a noi conosciuto, secondo me non è il 1449”. Piero Scapecchi è una star, termine che a lui non piace, fra i bibliotecari italiani: nel mondo i grandi esperti di incunaboli e della vita di Aldo Manuzio non arrivano a dieci, lui è uno di loro. 


“In una lettera a Marco Musuro, nella quale ricorda il periodo romano di studi con l’umanista Domizio Calderini, Aldo si definisce puer e non iuvenis  - spiega Scapecchi. Questo significa che doveva avere nove o dieci anni, quindi dovrebbe essere nato fra il 1453 e il 1454. Della morte invece siamo certi, è avvenuta a Venezia il 6 febbraio 1515, ma sulla sepoltura ci sono tesi diverse: quella più plausibile è che sia seppellito nella chiesa di San Francesco a Carpi.” 
Nel chiostro delle Oblate, a Firenze, in un rovente pomeriggio di luglio, s’infervora su un tema che per alcuni intellettuali è quasi tabù: “Chi parla di Aldo solo come di un grande umanista, dimentica l’imprenditore che produceva libri per guadagnare e che, a differenza di molti altri tipografi che all’epoca fallirono, riuscì a far quadrare i conti. La sua edizione di Aristotele per l’Università di Padova fu un successo, e anche l’adozione del formato in ottavo per i testi latini e greci, il tascabile per capirci, avvenne in circostanze precise: quando nel 1499 muore Pierfrancesco Barbarigo, perde un finanziatore importante; in quel periodo anche il sistema bancario entra in crisi; Aldo cerca nuovi sbocchi e “inventa” il tascabile. Il formato in ottavo tipico dei breviari religiosi è già noto, l’innovazione aldina consiste nell’adottarlo per le opere degli autori latini e greci prive di commento. E non si deve pensare che fossero libri economici: per fare una comparazione grossolana non costavano meno di tremila euro.” 
Piero Scapecchi insegue le tracce negli scaffali delle biblioteche e nelle buste degli archivi. Nell’archivio della fondazione Querini Stampalia di Venezia ha trovato una lettera inedita di Aldo degli anni ottanta, all’inizio della sua attività di pedagogo, nella quale scrive: “Mi sono messo in questo mondo come un marinaio in mezzo al mare”. Il carattere è la cancelleresca romana, quello che chiamiamo corsivo o italic, che caratterizzò le sue edizioni. Nell’archivio di Stato di Treviso, mentre era impegnato nella catalogazione dei libri dei Servi di Maria, si è imbattuto negli Annali di Arcangelo Giani che indica un certo frate Eliseo da Treviso, e non il frate Francesco Colonna, come l’autore dell’Hypnerotomachia Poliphili, il libro simbolo del Rinascimento, stampato da Manuzio nel 1499. “La mia idea è che questo libro sia un libro a più mani nato nel circolo umanistico di Aldo. Credo che alla sua stesura non sia estraneo il finanziatore dell’opera, Leonardo Grassi, un familiare di Barbaro: esiste a Venezia un ritratto dell’ambiente del Giorgione che lo identifica come filosofo”. L’intervista si avvia alla sua conclusione, nel chiostro sono arrivati altri turisti alla ricerca di un illusorio refrigerio. “Per chi volesse approfondire, suggerirei la voce Aldo Manuzio del Dizionario biografico degli italiani curata da Mario Infelise, Aldo Manuzio e il dialogo veneziano di Manlio Torquato Dazzi, i saggi di Ester Pastorello, Martin Lowry, Carlo Dionisotti, Vittore Branca.” E lei a che libro sta lavorando? “A un libro su Aldo. Marino Zorzi, un grande amico, da un po’ di tempo mi sollecita a concludere l’impresa.” 

Piero Scapecchi è nato ad Arezzo nel 1947. Dopo la laurea in filosofia con un tesi sul medio platonismo, insegna per alcuni anni in un liceo sardo, poi partecipa a vari concorsi e diventa bibliotecario della Biblioteca Marucelliana e, in seguito, della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze che conserva 24.000 manoscritti, 1.000.000 di lettere e circa 4000 incunaboli. Per entrambe cura i cataloghi degli incunaboli, che sono i libri realizzati fra la metà del XV secolo e il 1500 con la stampa a caratteri mobili. Incunabolista di fama mondiale, ha pubblicato fra gli altri: Un' opera manoscritta di Aldo Manuzio nella biblioteca della Fondazione Querini Stampalia (1993); Subiaco 1465 oppure [Bondeno 1463]? : Analisi del frammento Parsons-Scheide (2001); L' Hypnerotomachia Poliphili nell'Officina di Aldo (2004), Incunabolo (2004); Gli incunaboli della Biblioteca del seminario vescovile di Padova (2008); L' avventura dei «Canti orfici». Un libro tra storia e mito (2014). 

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