domenica 23 novembre 2008

La carte postale 2

Dall’altro lato della cartolina guardi la sigla S e p, Socrates et plato. Per una volta il primo sembra scrivere e addirittura con l’altra mano cancella. Ma che fa Platone con il dito teso dietro la sua schiena. Quando cerchi di girarla in tutti i sensi è l’immagine che torna a te come una lettera. Tu ti trovi, tu, sul suo tragitto.
Il supporto spesso della carta, un libro pesante e leggero, è lo spettro di questa scena, l’analisi tra Socrate e Platone, secondo il programma di qualun altro. Come un indovino, un “fortune telling book” vecchio e speculare su ciò che deve arrivare, su quello che può voler dire: arrivare, dovere arrivare, lasciare o far arrivare, destinare, indirizzare, inviare, trasmettere, ereditare, se essa significa ancora tra qui e là, il vicino e il lontano, da un fort, l’uno e l’ltro. Tu collochi il soggetto del libro tra le poste e il movimento analitico, il principio di piacere e la storia delle telecomunicazioni, la cartolina e la lettre volée, in definitiva il transfert da Socrate a Freud ed oltre. Questa satira della letteratura epistolare dovrebbe essere infarcita : di indirizzi, di codici postali, di messaggi criptati, di lettere anonime, il tutto descritto in numerosi modi, generi e toni. E si potrebbe approfittare anche di date, firme titoli, riferimenti, e della stessa lingua.
(liberamente da La carte postale di Jacques Derrida)

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