Pronto?
non ancora . . .
riprovare più tardi . . .
senza pretese . . . ma con intensità.
rivedersi . . . come ritrovarsi,
riabituarsi . . . e . . .
nuovamente dimenticare.
pieni da svuotare,
ripieni di umanità residua,
tolta,
attraversata,
scandita
. . . e poi . . .
rigettata . . . in quell’ultimo respiro,
rantolo offuscato ma denso di liquidi rumori.
Pronto?
non ancora . . .
forse più tardi . . .
senza voler esserci . . . per forza.
stare . . . come pensare
ripercorrere ottusamente un ricordo inventato,
svelato . . .
non ancora formato . . .
immaginazione contenuta . . . a tratti . . violentata . . .
non ritrovare l’inizio . . . ed essere . . già . . alla fine.
ricominciare . . come se nulla . . fosse,
seguire con lo sguardo i propri passi,
ascoltarli
e poi lasciarli risuonare . . .
dentro.
Pronto?
non ancora . . .
basta che non sia troppo tardi . . .
senza più reti . . .
abbandonati brandelli vaganti di un sè
che . . . forse . . . sarà.
vite piegate . . inconsapevolmente vissute,
stratificazioni di emotività represse,
sbiadite,
diluite
ma incorniciate come ricordi importanti . . .
non più pericolosi . . .
dolciastri rigurgiti . . di pasti troppo recenti . . .
troppo abbondanti . . .
troppo . . . incalzanti.
Pronto?
non ancora . . .
anche se fosse tardi . . .
senza dover guardare troppo oltre
da vedere le proprie spalle,
proiezione garantita, rassicurante,
volontà de-formante,
farsi continuo di
apparenze rigenerate
desiderate
attese
vissute e rivissute fino alla nausea.
Pronto?
non ancora . . .
Written by Aldo Aliprandi
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