mercoledì 23 giugno 2010

Storytelling


Raccontare una storia, invece che dare un comando, raccontare una storia invece di creare un obbligo, raccontare una storia invece di proporre un dogma. L’antica arte di persuadere è oggi usata dalle aziende trasmettere competenze, ottenere fedeltà, migliorare la produttività. Cortile vecchio del Bo a Padova, 18 giugno, incontro sul Corporate Storytelling. Nello stesso cortile, ma in un’altra sala il seminario Leggere Ranganathan, matematico e bibliotecario indiano (1982 – 1972), inventore della classificazione a faccette e delle cinque leggi della biblioteconomia moderna: i libri sono fatti per essere usati, a ogni lettore il suo libro, ad ogni libro il suo lettore, non far perdere tempo al lettore, la biblioteca è un organismo che cresce. Due pubblici diversi ma entrambi qui per sentire raccontare una storia. Etienne Wenger, studioso di processi educativi e conoscitivi, elenca alcune tipologie di storie molto efficaci: warstories, birth stories, challenge, case clinics, personal stories. Le storie raccontate nei gruppi di lavoro servono a creare processi di identificazione, stimolare l’immaginazione, farsi ricordare, trasmettere conoscenze legate all’esperienza, affermare identità, collegare ambiti diversi, creare fiducia. Ma le relazioni e i risultati di un gruppo di lavoro, esattamente come accade nella vita di una coppia, devono attingere sempre a nuove energie, progetti e valori comuni. "Raccontare quello che non si vede è l’obiettivo delle storie inventate dal Future Centre di Telecom" spiega Roberto Saracco attraverso immaginifiche metafore: raccontare un’emozione per avvitare un ricordo, un incrociarsi di nasi per per formare un naso più lungo in grado di fiutare il futuro, un video che mostra l' iPod ricaricato con una pompa di benzina Telecom, uno stand con pareti coperte di verdure a ricordare che esistono sofisticati sensori che telecomunicano la presenza sonora di insetti nocivi nei campi di mais d’Israele, nelle monoculture di patate della McDonald’s. Per il Gruppo Coin Marianna Sannuto illustra il sales coaching. I commessi più appassionati e competenti sono stati portati in tournée nei megastore dell’azienda per formare attraverso una contaminazione passiva i nuovi arrivati. Da qui anche l’idea di un libro: il manuale del sales coaching con le storie dei venditori più brillanti, il loro modo di lavorare e di avere feeling con il cliente. “Costruzione della consapevolezza in azienda” è stato il tema scelto da Giuseppe Marcuccio di Banca Intesa che ha inviato a 52 promotori finanziari una mail che chiedeva loro di raccontare “che cosa so fare bene”. In base alle risposte ha misurato la loro affidabilità, responsabilità, cura, fiducia. Una tecnica aziendale per entrare nelle coscienze dei suoi collaboratori. L’ultima slide è stata la foresta della curiosità tratta dall’ Atlante del mondo interiore di Louise Van Swaaij e Jean Klare. Un bisogno di mappare, catalogare, analogo a quello che spinse Ranganathan a inventare un nuovo modo di classificare i libri. C’è una necessità innata nell’uomo di inquadrare, sistemare, capire sé stesso e gli altri. Quante volte guardiamo la cartina in una città che non conosciamo, chiediamo a Google un’indicazione, ci interroghiamo su cosa pensano gli altri di noi? Nel pomeriggio Fabio Grigenti su Il farmaco della parola e Umberto Curi su Il pathos della narrazione.
(foto scattata a Giavera del Montello il 6 giugno a Ritmi e danze dal mondo)

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