La
barba di un giorno, i capelli corti e la giacca a vento che quasi gli tocca le
orecchie. Parla in friulano con l’amico di fronte, capello gellato, baffetto e
pizzo alla D’Artagnan. Guardo le mani, sono mani grandi con la pelle che sembra
corteccia, non lavorano al computer di sicuro. Come comincia una conversazione
in treno? Di solito con un’affermazione ovvia, Che tempo oggi, Questi treni
sempre in ritardo, Che caldo..., eccetera, il repertorio è vasto, i due parlano
in friulano, friulano stretto, Siete dell’alto Friuli? Ecco è iniziata più o
meno così la conversazione. Lui, faccia tonda, occhi buoni, ha lavorato
quarant’anni nelle acciaierie Danieli vicino a Reana, provincia di Udine. In
quarant’anni mai fatto un giorno di ferie, pagavano bene, eravamo milleduecento,
dei sindacati neanche l’ombra. L’unghia dell’anulare destro non c’è più, non
chiedo quale pressa se l’è portata via. Racconta di una fabbrica con venti
turni, sabati e domeniche compresi, della fragilità dell’acciaio,
dell’efficienza delle macchine Pomini, le costruivano a Milano, della polvere e
del fumo, del caldo che ti faceva sudare anche d’inverno, Portavo sempre una
doppia maglia di lana, perché davanti avevo il forno ma
"Nel blog l'altro può firmare nel tuo testo, esiste uno spazio per chiunque decida di arrivare"
lunedì 26 novembre 2012
domenica 18 novembre 2012
Fulvio Ervas: più mondo ai ragazzi autistici
Accade che a volte le tesi di laurea abbiano
la stessa fantasia e leggerezza dei romanzi che scriverai dopo. Accade anche
che dopo Follia docente, Commesse di Treviso, la prima avventura dell’ispettore
Stucki, Pinguini arrosto, Buffalo Bill a Venezia, Finché c’è
prosecco c’è speranza, L’amore è idrosolubile, definito dalla critica un giallo
celestiale, ti capiti di scrivere la storia di un altro ma che diventa tua, e
di scriverla così bene che diventa un caso letterario e vende 250.000 copie, e
la casa editrice Marcos y Marcos esaurisce la carta per far fronte alle
richieste, e che arrivi a fare 134 presentazioni in 6 mesi in giro per l’Italia
e all’estero. È capitato a Fulvio Ervas, autore di Se ti abbraccio non avere
paura
e ospite ieri alla Filanda Bortolomiol di Valdobbiadene con i brillanti Alunni del Sile. Una serata trascorsa
tra musica, racconti, letture, domande e risposte.
Ha mai pensato che tutta questa pubblicità
potesse essere negativa per Andrea? No, gli abbiamo dato più mondo sono
convinto che più mondo gli faccia bene, la mia esperienza di insegnante con
ragazzi autistici va in questa direzione. Questo libro l’ha cambiata? Dedico
meno tempo alla mia famiglia e alla scuola e questo qualche problema può
crearlo, ma non vedo l’ora di tornare a scrivere: ho due nuove storie
dell’ispettore Stucki da raccontare. Appena succede avrò più tempo anche per il
mio orto. Il suo cognome sembra portoghese, in portoghese ervas vuol dire erbe.
No è ungherese, siamo arrivati qui 140 anni fa, anche se ormai ce ne siamo un
po’ dimenticati. In Italia siamo circa quattrocento. Davvero la sua tesi di
laurea s’intitolava La salvaguardia della mucca burlina? Sì, è andata così:
quando mi dovevo laureare in scienze agrarie a Padova chiesi una tesi veloce al
professor Bittante. Ho proprio quel che fa per te, disse, e mi spiegò che lo
studio riguardava la mucca burlina (una specie che si trova solo sul Monte
Grappa ndr). Stai attento, però, aggiunse, questa mucca ha un tasso di false
gravidanze altissimo, è un dato che va verificato in ogni intervista. Raggiunsi
con la mia Cinquecento le stradine del Grappa ma quando chiesi quel dato al
primo allevatore mi guardò come per dire: per forza che la nostra agricoltura è
in crisi guarda che incompetenti ci sono all’Università. Era uno scherzo:
burlino fu il professore.
mercoledì 14 novembre 2012
Principio di realtà
Amare gli uomini
significa odiare la realtà.
Chi sa amare
sa amare tutto
ma non lei.
significa odiare la realtà.
Chi sa amare
sa amare tutto
ma non lei.
martedì 6 novembre 2012
Common Ground tra amache e zombie
Quezon City, Filippine, 16 luglio 2012, uno
zombiedrago, con piccoli girasoli luminosi piantati nel corpo si aggira nella
notte, entra nei negozi, diverte-spaventa la gente e, poi, quando i girasoli si
spengono, muore. Lo incontri al padiglione centrale dei Giardini, sei a Common
Ground, la mostra internazionale di architettura che chiude il 25 novembre. Il
film di cui ti parlavo è di Khavn De la Cruz, wikipedia dice che è il padre del
filmaking digitale filippino. Khavn (http://khavn.com/)
ha risposto all’appello di Olafur Eliasson (http://www.olafureliasson.net/index.html)
artista danese che ha lanciato il progetto Little Sun (http://films.littlesun.com/), una
lampada con la silhouette del girasole alimentata da un pannello solare che le
dà un’autonomia di 5/6 ore.
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