Scrive Magris citando Otto Weininger:
"Il viaggio è anche una benevola noia, una protettrice insignificanza. L'avventura più rischiosa, difficile e seducente si svolge a casa; è la che si gioca la vita, la capacità o incapacità di amare e di costruire, di avere e dare felicità, di crescere con coraggio o rattrappirsi nella paura; è la che ci si mette a rischio.
La casa non è un idillio; è lo spazio dell’esistenza concreta e dunque esposta al conflitto, al malinteso, all’errore, alla sopraffazione e all’aridità, al naufragio. Per questo essa è il luogo centrale della vita, col suo bene e il suo male; il luogo della passione più forte.
Andare in giro per il mondo vuol dire pure riposarsi dall’intensità domestica, adagiarsi in piacevoli pause pantofolaie, lasciarsi andare passivamente - immoralmente secondo Weininger - al fluire delle cose”.
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