mercoledì 10 giugno 2009

Mr. Pamuk n.2

I capelli sale e pepe lunghi sulla fronte come un Bobtail, Pamuk questa mattina entra nella veneziana Ca' Dolfin sorridendo, accompagnato dall'immancabile Marco Ansaldo e dall suo traduttore Giampiero Bellingeri, quando comincia a parlare si capisce che questo incontro non ha niente a che vedere con quello che lo ha preceduto. Come Calvino e Borges (che insieme a Proust considera i suoi maestri) racconta che sta preparando le famose Norton Lectures per Harvard. Parlerà del romanzo, di questa forma d'arte popolare che ha tanto successo perché non è elitaria, è una struttura democratica, una forma di beginner culture non richiede conoscenze speciali come la filosofia, non richiede una fede come la religione, ma semplicemente richiede l'interesse del lettore per la sua vita e per quella degli altri. Parla del romanzo come una via che può condurre alla verità, che però non si trova mai, è un centro altro. Crede che lo scrittore non debba esprimere la sua idea della verità, ma essa emergerà da un racconto ricco di dettagli e dall'incontro due caratteri contrapposti, di due voci, che creando conflitto e cambiando suscitano interesse, due voci principali che si moltiplicano e possono diventare otto, docidici ... La mente del lettore è catturata da diversi aspetti, egli fantastica sul legame che esiste fra il racconto e la vita reale del lettore, si chiede se se quello che sta leggendo sia frutto d'invenzione o sia autobiografico, inoltre la sua mente è impegnata a visualizzare le immagini descritte, tant'è che Pamuk ha intenzione di dedicare una delle sue Norton Lectures alla pittura, alla visualizzazione del romanzo. Ma perché si legge? Si legge anche per scappare, per cercare un'altra vita, Pamuk ricorda Kierkegaard quando definisce felice l'uomo che sa vivere nel presente, chi vive non legge. Subito dopo parla dell'infelicità di Anna Karenina descritta nel viaggio in treno mentre tenta di evadere dalle sue preoccupazioni leggendo un libro, ma ogni volta che si accinge a proseguire nella storia una selva di pensieri le affollano la mente, Tolstoj procede nel suo romanzo descrivendo la donna che legge un romanzo e per Pamuk le parole, il romanzo, sia dalla parte dello scrittore che del lettore, sono un modo per trovare il nostro posto nel mondo.

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