Alcuni temi echeggiano nelle opere dei grandi autori del passato dei quali non conosciamo le opere originali ma solo copie di copie (sul tema l'interessantissimo e chiaro Copisti e filologi di Leighton D. Reynolds e Nigel G. Wilson).
Entrano negli stessi fiumi, ma acque sempre diverse scorrono verso loro.
Eraclito (535-475 a.c.) Arius Didymus ap. Eus Praep. ev. 15 20,2
Tutto scorre, e ogni fenomeno ha forme errabonde. Anche il tempo fila via con moto incessante, non diversamente dal fiume: e infatti, come il fiume, neppure l'ora fuggevole può fermarsi, bensì come l'onda è sospinta dall'onda e quella che arriva è premuta e insieme preme quella quella che l'ha preceduta, così gli attimi fuggono e insieme inseguono, e sono sempre nuovi: quello che è stato si perde, quello che non era diviene, ed è tutto un continuo rinnovarsi.
Ovidio (43-17 a.C) Metamorfosi L. XV 178-185
I confini dell'anima, per quanto lontano tu vada, non li scoprirai, neanche se percorri tutte le vie: così profondamente si dispiega.
Eraclito, Diogenes Laertius 9,7
Lo spirito vaga e da lì viene qui e da qui va lì e s'infila in qualsiasi corpo, e dagli animali passa nei corpi umani e da noi negli animali, mai si consuma.
Ovidio, Metamorfosi, L. XV 165-168
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