Succede alla domanda d’essere ignorata, non una domanda filosofica, forse anche in un certo senso, e si potrebbe discettare che a esser discriminata non sia la domanda quanto il domandante, che non si troverebbe per così dire in una condizione adeguata a porla, la domanda, il tutto si potrebbe ricondurre a temi antropologici, come le condizioni che rendono possibile l’incontro con l’altro, o anche religiosi, in fondo dovresti amare il prossimo tuo come te stesso, eppure, eppure sarà capitato anche a voi di venire “spenti”, come dicono i giovani, di restare come non visti, di venire sorpassati, addirittura saltati come un ostacolo qualsiasi, una bottiglia, un cartone in mezzo al marciapiede, un pallone capitato lì per caso; sulla fiammella che cercavate di alimentare si abbatte all’improvviso un acquazzone d’indifferenza senza possibilità di salvezza. Di solito accade all’uomo di medie possibilità, sia finanziarie che estetiche, che tenti di entrare in contatto con quelle bellezze femminili che si stagliano improvvisamente dinanzi a lui in coda alla posta, in treno o passeggiando lungo la spiaggia. Non potrebbe andare diversamente, come racconta Kafka nel suo breve ed intenso Die Abweisung, Il rifiuto (1908). “Se incontro una bella signorina e le chiedo: ‘Sii gentile, vieni con me’, lei mi sorpassa senza dire una parola per dirmi: ‘Tu non sei un duca dal nome alato, né un possente americano con origini indiane e occhi magnetici, e una pelle accarezzata dal vento delle pianure e dall’acqua dei torrenti. Tu non hai fatto viaggi ai grandi laghi, che non so dove siano. E quindi perché dovrei io, una bella signorina, venire con te?’
‘Tu dimentichi qualcosa, non sei a bordo di un’automobile di lusso che ondeggia per la via, non vedo al tuo seguito signori in abiti agghindati, né cortei mormoranti e benedicenti che ti onorano; il tuo seno è ben compresso nel corpetto, ma i tuoi fianchi e le tue cosce risentono di tanta continenza; porti un abito di taffetà con pieghe plissettate, come andava di moda l’autunno scorso, e tuttavia ridi ogni tanto, pur con questo pericolo letale sul corpo.’
Già, noi abbiamo entrambi ragione e, per non essere inconfutabilmente certi di ciò, preferiamo ritornar a casa da soli.”
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