Il desiderio, sola molla del mondo, il desiderio, solo rigore che l'uomo debba conoscere. Dove potrei meglio adorarlo, se non da dentro la nuvola? Le forme che viste da terra prendono le nuvole agli occhi dell'uomo non sono affatto fortuite; sono augurali. Se tutta una corrente della psicologia moderna tende ad evidenziare questo dato, è certo che Baudelaire l'ha presagito in una strofa del Voyage, dove l'ultimo verso fa eco in modo inquietante ai primi tre, caricandoli, insieme, di senso:
Les plus riches cités, les plus grands paysages
Jamais ne contenaient l'attrait mysterieux
De ceux que le hasard fait avec le nuages.
Et toujours le désir nous rendait soucieux
Le più ricche città, i più grandi paesaggi, non possedevano mai il fascino misterioso che il caso creava con le nuovole. E sempre il desiderio ci rendeva pensosi.
André Breton, L'amor fou, traduzione di Ferdinando Albertazzi, Einaudi, Torino, 1974
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