Entusiasmo
e sorrisi, tatuaggi e cravatte, iPad e molti tweet. Tre giorni in una galleria
delle innovazioni, attorno ad un community table (Lago) pieno di hashtag e file
digitali. Galileo Innovactors’ Festival, a Padova dal 5 al 7 giugno. (qui photogallery)
Prima
certezza: impossibile guardare la rete da fuori, da un luogo altro (Derrida).
Siamo connessi, registrati, taggati,
anche quando scegliamo off. E se parte dell’anima sta in cloud o
nell’iPad, come scrive Ferraris, che differenza c’è fra guardarsi negli
occhi, leggere un tweet, laicare
un post in Fb, whatsappare una grandinata di messaggi?
“Nous
sommes embarqués” (controllando l’accento acuto in Google e una rassicurante
attribuzione a Pascal). Impossibile scendere dalla barca della mutazione
genetica, epocale, cerebrale, nella quale ci sono più soldi che buone idee (#Avesani) e tante cose nuove
da fare. Puoi:
regolare la temperatura della tua stufa e controllare la scorta di pallet da
cellulare (Palazzetti), costruire una sala operatoria antisismica (More),
produrre di più con meno (Lattebusche), navigare con uno scafo in lino (Aretè),
ragionare attorno a una scrivania interattiva (Next), coltivare radicchio con
uno zappatore meccanico (Zip1),
operare con un robot (Da Vinci), conservare cibi come freschi (Irinox),
scoprire con un’app se un’azienda è affidabile oppure no (ModelFinance).
L’importante è che tu sia wifizzato, teleguidato, impostato.
Vale più il pollice del piede, per il quale comunque diverse aziende realizzano
scarpe perfette con uno scanner 3D.
Con la
stessa tecnica a Berlino la Twinkind crea il tuo doppio in miniatura: quanto
grande ti desideri, affinché il tuo avatar ti sopravviva. L’essenza della customizzazione.
Ti è venuta per caso un’idea? Allora non avere fretta (facciamo
meglio le cose sbagliate, o pensiamo di fare quelle giuste?#camuffo #gif02) (Se ti prepari eviti
l'effetto pomodoro #gif02 #Inguscio).
Per i changemakers ci sono incubatori, scuole, comunità, come quella di Pieter Spinder che ha
raccontato Knowmads fra video, narrazioni grafiche, e battute. Per raggiungere
l’obiettivo bisogna metterci cuore, testa e mani, con una spruzzatina di
costellazioni familiari e vademecum olistici.
Digitale
e spirituale insieme in un futuro ulteriore, digito ergo sim, in un proliferare
di messaggi complessi, primi vagiti dell’era digitale, una svolta tattile: da
palmari a palmati (#Niola).
Sarà
interessante capire, dopo i primi vagiti, se l’innovazione che ci avvolge non segni per caso l’avvento di un fordismo digitale, di
una connessione gregaria, di un cliccare pavloviano (C'è una vera conversazione quando si è liberi
di cambiare idea #Habermas).
Saliti, incontro dopo incontro, sulla cupola* dalla quale Galileo
mostrava l’irragionevolezza di chi
pretendesse di veder il paesaggio girare intorno ad essa, è sembrato d'intuire che sia l’uomo a girare intorno alla tecnica e non il contrario**.
*Dal Dialogo dei Massimi Sistemi di Galileo Galilei,
giornata seconda: “(...)Stimerei che colui che reputasse più ragionevole il far
muovere tutto l’universo, per ritener ferma la Terra, fusse più irragionevole
di quello che, sendo salito in cima della vostra Cupola non per altro che per
dare una vista alla città ed al suo contado, domandasse che se gli facesse
girare intorno tutto il paese, acciò non avesse egli ad averla fatica di volger
la testa (...)”.
Poco più avanti un altro passo sulla diversa prospettiva da cui si
può guardare un fenomeno: “(...) Il moto in tanto è moto e come moto opera, in quanto
ha relazione a cose che di esso mancano; ma tra le cose che tutte ne
partecipano ugualmente, niente opera ed è come s’e’ non fusse (...) per le
balle, casse ed altri colli, de’ quali è carica e stivata la nave, e rispetto
alla nave medesima, il moto da Venezia in Soria è come nullo, e niente altera
la relazione che è tra di loro (...)”.
** Post collegati Uomini o automi e La scoperta di Van Kempelen
** Post collegati Uomini o automi e La scoperta di Van Kempelen
Foto: graffito londinese
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