lunedì 13 dicembre 2010

L'occhio critico

Esiste un'etica che l' "occhio critico" deve assumere: quella del rispetto degli enigmi personali dell'autore. Non si può, né si deve, decifrare "tutto". Ciò che si deve, invece, assumere è la responsabilità delle trasformazioni che l'impatto con l'opera promuove nello spirito e nel corpo del lettore. Il mondo dell'artista è segreto e quello che noi conosciamo è soltanto la sua maschera, la sua forma esterna, che è già una metamorfosi "pubblica" del segreto. Gli enigmi fanno parte del corpo dell'apparire della maschera. Il criterio che vuole conoscere, interpretare, sciogliere tutto, dimentica o nega che sciogliendo il discorso enigmatico si scioglie anche la "cera" del volto delle cose, la maschera della persona. In greco "persona" o prospon dà origine alla "maschera", prosopeion: la maschera è quindi legata alla persona come l'ombra al corpo . Ogni espressione, ogni gesto, ogni parola, ogni scritto ha una sua ombra.
Salomon Resnik, Sul Fantastico, Bollati Boringhieri, Torino, 1996

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