giovedì 28 aprile 2011

Cantieri


L’avventura comincia sotto un sole a picco in una calda giornata dell’estate 2007. Il termometro esterno agli uffici di cantiere segna 38 gradi. Quando arriva il trasporto speciale delle gru da montare, il metallo giallo è bollente, si può toccare solo con i guanti di protezione. In 48 ore posizioniamo i tre giganti agli angoli dell’area di cantiere: circa 80.000 metri quadrati sui quali ora non c’è nulla, solo nuda terra e sassi. In tre anni dobbiamo realizzare un volume di 280.000 metri cubi: ci vorranno 624.000 ore di lavoro con una presenza media di 270 persone al giorno. Un villaggio di competenze e professionalità che vivranno gomito a gomito per quasi mille giorni. Le gru con i loro bracci di 60 e 70 metri si muovono come grandi fenicotteri per posare i ferri che gli operai saldano senza sosta. Contemporaneamente si collocano le tavole dei casseri di contenimento. I lavori di getto della platea di fondazione alta tre metri e la realizzazione dei plinti e dei pilastri si svolgono come su una grande scacchiera.
"Immaginiamo un linguaggio per il quale valga la descrizione dataci da Agostino: Questo linguaggio deve servire alla comunicazione tra un muratore A e un suo aiutante B. A esegue una costruzione in muratura; ci sono mattoni, pilastri, lastre, travi. B deve porgere ad A le pietre da costruzione, e precisamente nell'ordine in cui A ne ha bisogno. Per questo scopo i due si servono di un linguaggio consistente delle parole "mattone", "pilastro", "lastra", "trave". A grida queste parole; - B gli porge il pezzo che ha imparato a portargli quando sente questo grido. - Considera questo come un linguaggio primitivo completo."
Ludwig Wittgenstein, Ricerche filosofiche

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